Dopo essere stati fatti spostare giovedì dai lavoratori e dai delegati dell’UOCRA, questo lunedì mattina gli abitanti di Malvinas Argentinas e le organizzazioni che li accompagnano sono stati repressi e due manifestanti arrestate dalla polizia perché impedivano l’ingresso dei camion con il materiale per la continuazione della costruzione dell’impianto di semi transgenici dell’impresa Monsanto.
Fin dalle prime ore erano apparsi membri della polizia, del corpo di fanteria e del gruppo ETER (unità speciale della fanteria, ndt) che mostravano un ordine giudiziario che richiedeva di garantire l’entrata dei camion al terreno. Gli abitanti, che fin da giovedì se lo aspettavano, avevano cercato di proteggersi presentando venerdì scorso una serie di hábeas corpus nei Tribunali 2 di Malvinas, “ma non sono stati accolti perché ci hanno detto che non avevano la firma di un avvocato”, racconta Esther riguardo all’insolito rifiuto.
Allora erano preparati: “Noi eravamo un numero simile a quello degli effettivi”. Verso mezzogiorno sono incominciati ad apparire i camion che avevano l’ordine di entrare nell’impianto. “Le compagne si sono messe di traverso e lì la polizia ha incominciato a reprimere, soprattutto le donne. Ci sono due compagne arrestate e Sofía Gatica è ricoverata con un trauma cranico”, racconta Esther Quispe, membro dell’assemblea Malvinas per la Vita.
Gatica è una delle madri di Ituzaingó, referente a Córdoba e nel mondo nella lotta contro i veleni per l’agricoltura; nel 2012 ha vinto il premio ambientalista Goldman per essere stata una delle fondatrici del gruppo che ha promosso i primi studi sulle malattie causate dai prodotti chimici per l’agricoltura e ha ottenuto la condanna di due produttori per il loro uso nocivo. Secondo quanto ha potuto sapere lavaca, Sofía è stata allontanata dal centro della strada quando si è posta sotto un camion per impedirne il passaggio. La polizia l’ha tirata su un lato della strada ed è stato durante questa caduta che ha battuto la testa contro l’asfalto. Il trauma sarebbe lieve ed è fuori pericolo. “La stessa fanteria ha creato un cordone intorno a Sofía per non farci avvicinare a lei. Era organizzato contro Sofía Gatica, questa è persecuzione, perché eravamo molti quelli che erano lì”, dice Esther. La sequenza si può vedere in questo video:
Da parte loro, le detenute sono Candelaria Lacour e Eugenia Zuleta che, quando sono state arrestate, stavano facendo un cordone umano per evitare l’avanzata della fanteria.
Nonostante tutto questo, gli abitanti appartenenti all’assemblea Malvinas per la Vita e le organizzazioni che la accompagnano sono riusciti a fermare i camion. “I camion non sono entrati. Qui continuiamo con 3 blocchi: uno all’entrata della scuola Candelaria, un altro sulla strada di fronte all’entrata principale dell’impianto – lì ci sono circa 100 persone – e noi stiamo sulla strada a circa 50 metri da questo secondo blocco”, racconta Esther.
“Quando vediamo che viene un camion, andiamo verso il camionista e gli spieghiamo quello che stiamo facendo e gli diciamo che non li lasceremo entrare. Poco fa abbiamo parlato con uno e se ne è andato”. Con loro la polizia ripete la procedura: “Gli domandano se vogliono passare e se dicono di sì, tornano a reprimerci. Così sarà tutto il giorno, e la notte”.
Oltre alla polizia, “non c’è stata la presenza di nessuna autorità della provincia, nessun giudice, nemmeno del comune. Contro gli abitanti c’è la polizia, la fanteria e il gruppo ETER”.
30 09 2013
lavaca
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
“Policía, infantería y Monsanto contra los vecinos de Malvinas Argentinas” pubblicato il 30-09-2013 in lavaca, su [http://lavaca.org/notas/policia-infanteria-y-monsanto-contra-los-vecinos-de-malvinas-argentinas/] ultimo accesso 04-10-2013. |