In un incendio divampato mercoledì nel carcere di Comayagua sono morti carbonizzati 360 detenuti. La polizia non ha aperto le celle per paura della fuga dei detenuti, e ha sparato contro ad alcuni di loro che tentavano la fuga rompendo il tetto. Purtroppo non è la prima volta che in Honduras centinaia di detenuti muoiono in un masscro in carcere, voluto o accidentale che sia.
“perché la vita di un povero non vale niente”
Rubén Blades
Serapio Morazán da Rebelion
Come se fosse poco quello che succede all’Honduras dopo essere diventato il paese più pericoloso del mondo con un tasso che ha superato gli 86 morti per cento mila abitanti, oggi ci svegliamo con l’orrore di un nuovo massacro negli stabilimenti penali del Paese.
Fino a questo momento, 360 reclusi sono morti durante un incendio iniziato alle dieci e mezza di ieri notte. I giornalisti che sono riusciti a entrare nel carcere di Comayagua, città a 90 km al nord dalla capitale, hanno descritto le dantesche scene d’orrore che hanno vissuto i detenuti prima di morire. I cadaveri carbonificati, ancora aggrappati alle sbarre tentando di scappare dal fuoco, sono testimoni muti di un’altra barbarie che è andata oltre alle precedenti.
Purtroppo la storia del terrore in Honduras non è nuova. Il 5 aprile 2003 vennero assassinate 69 persone nel penitenziario El Porvenir, sulla costa caraibica. Poi il 17 maggio 2004 altri 104 reclusi furono assassinati in quello di San Pedro Sula, la seconda città del Paese e, ora, la più pericolosa del mondo. Ambedue i crimini di massa furono compiuti dopo aver trasferito numerosi detenuti nelle due carceri da altre più lontane. Il secondo massacro avvenne proprio all’apertura del processo penale contro i responsabili del massacro dell’anno precedente. Fù tanta la premeditazione che sembrava chiaro che si volesse inviare il messaggio che i responsabili del Paese potevano fare ciò che volevano con i detenuti. Il governo del nazionalista Ricardo Maduro aveva contraddistinto il suo governo con la lotta frontale alle “maras” (bande giovanili) responsabili del sequestro e del omicidio del suo unico figlio anni prima di assumere la presidenza.
Torniamo ai fatti. L’incendio è iniziato vicino alla mezzanotte. Circolano varie versioni. La prima di queste dice che c’è stato un cortocircuito per la ricarica nel sistema elettrico. Questa versione è plausibile, visto che il carcere costruito per 400 detenuti ne rinchiudeva 552. Esiste inoltre una relazione della ENEE (compagnia nazionale di elettricità) che allertava le autorità sulla possibilità di un disastro. Questa relazione venne fatto arrivare alle autorità di sicurezza vari anni fa. La seconda versione è che un detenuto che stava fumando ha dato fuoco a un materasso e da lì l’incendio s’è propagato alle altre celle.
Queste due versioni non possono spiegare la quantità di morti da nessun punto di vista. Ci sono vario elementi che vengono progressivamente fuori che mostrano che l’esagerato numero di morti non può essere spiegato dall’incendio. La stazione dei vigili del fuoco di Comayagua si trova a tre minuti dal carcere. Secondo quanto riportano sono riusciti a entrare nella prigione più di venti minuti dopo l’inizio dell’incendio. È riportato inoltre che ci sono stati molti spari dopo l’inizio dell’incendio. Alcuni reclusi sopravvissuti hanno dichiarato ai giornalisti che la polizia carceraria non ha aperto le celle quando era più che ovvio che così sarebbero morti molti detenuti. La scusa è che l’incaricato delle chiavi non era nel carcere all’ora dell’incendio. Secondo alcuni sopravvissuti che sono riusciti a uscire dalle celle rompendo il tetto, i militari gli sparavano per evitare che uscissero. Loro hanno assicurato che fu l’infermiere a riuscire ad aprire alcune delle celle, ma non altre.
I racconti sono da incubo. Si ripete la storia del 2003 e del 2004. La negligenza criminale delle autorità del Paese sono di nuovo evidenti.
L’articolo originale continua…
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da |
Serapio Morazán, Crónica del horror desde Honduras, pubblicato il 16-02-2012 su [http://www.rebelion.org/noticia.php?id=144743&titular=cr%F3nica-del-horror-desde-honduras-], ultimo accesso 20-02-2012. |