García Linera e il MAS hanno denunciato le mobilitazioni operaie di “minoritarie” e “golpiste” e l’hanno represse. Articolo di Cristian Henkel
Dopo di dieci giorni di sciopro generale e mobilitazioni moltitudinarie in tutto il paese, la Central Operaia Boliviana (COB) ha obbligato il governo a sedersi a discuter con i delegati operai, mentre centinaia i maesri rurali sfilavano nelle strade adiacenti alla vicepresidenza i lavoratori della salute circondavano l’edificio.
La richiesta di aumento salariale, che la dirigenza della COB vuole del 15%, continua ad essere l’asse centrale del conflitto. In una manovra che ha complicato i negoziati, il governo ha lasciato il tema salariale per ultimo tra gli otto punti da discutere.
Il dirigente dei maestri rurali del nord di Potosí, Enrique Colorado, ha dichiarato che “lasciandolo per ultimo, può essere un tradimento della COB”. “Deve consultare i docenti rurali e nazionali, se firma (prima) sarà un altro vile traditore (alludendo al segretario generale della COB, il masista Montes)”.
Al loro turno, il segretario generale della Federazione Nazionale dei Lavoratori di Sicurezza Sociale della Bolivia, Juan José Guzmán, ha lasciato che i dirigenti hanno l’indicazione di consultarci prima di firmare, “almeno nel nostro caso”.
Blocchi e marce
L’ultimo giovedì, il governo ha dichiarato illegale lo sciopero generale indefinito, cosa che ha generato una radicalizzazione delle proteste di strada.
Il venerdì, la mobilitazione ha raggiunto il punto più alto. I blocchi urbani si sono estesi alle rotte, il trasporto di Santa Cruz, La Paz, Cochabamba, Oruro è stato paralizzato.
A La Paz si sono registrati durante la giornata una decina di feriti negli scontri tra polizia e sindacati operai durante uno dei blocchi stradali. “Hanno sparato a bruciapelo i loro gas lacrimogeni”, ha raccontatpo Eliseo Mamani, dirigente della Federación de Trabajadores de Educación del dipartimento di La Paz, testimoniando che “ci sono circa 12.000 maestri rurali nei punti di blocco della strada La Paz-Oruro”.
Gli affiliati della Central Obrera Departamental (COD) di Chuquisaca parteciparono a questa giornata bloccando i principali accessi stradali alla città e riuscendo ad isolare la capitale dal resto dei dipartimente del paese.
Il segretario delle Relazioni della COD, Orlando Hurtado, ha assicurato che ad essa parteciparono, a turni, circa 2.500 persone in ciascun punto di blocco. Non c’è stato ingresso ne uscita da Potosí – cosa che significa che non si poteva andare nemmeno a Oruro e a La Paz -, nella strada per Cochabamba e per Santa Cruz ne nella strada per Tarabuco.
Repressione
Le manifestazioni hanno colpito la visita di Evo Morales a Tarija, nel contesto di una celebrazione patriottica dipartimentale. Morales s’è visto obbligato a ritirarsi dai festeggiamenti, in mezzo ad una repressione che ha lasciato una decina di feriti. “Non lo vogliamo qui, che vada a La Paz a dialogare con la COB e risolvere le richieste dei lavoratori”, ha detto il segretario dei conflitti dei docenti rurali di Tarija, Daniel Flores.
Attorno al 95% delle unità educative del dipartimento di Cochabamba sono restate chiuse e con aule vuote a causa dell’adesione quasi totale allo sciopero generale convocato dalla Central Obrera Boliviana (COB) a scala nazionale.
Il segretario esecutivo della Federación Sindical de Trabajadores Mineros de Bolivia (FSTMB), Guido Mitma, ha dichiarato: “Noi non ritorneremo senza raggiungere gli obiettivi della lotta unitaria. (Il nostro successo) dipenderà molto dalla unità e dalla forza delle mobilitazioni”.
Alla mobilitazione della Central Obrera Boliviana (COB), si sono sggiunti i pensionati (chiedono un aumento delle loro pensioni che compensi l’aumento del costo della vita mentre il governo ha annunciato un aumento solamente del 1,5%) e i lavoratori della Administración Autónoma de Servicios Auxiliares a la Navegación Aérea (AASANA), che hanno obbligato le autorità aeronautiche a militarizzare questo centro di operazioni aeree per che non sospendano la partenza e l’atterraggio degli aerei.
Divisioni
García Linera e il MAS hanno denunciato le mobilitazioni operaie di “minoritarie”, “golpiste”, e l’hanno legate a questioni interne degli operai di fronte alle prossime elezioni della COB. Nello stesso tempo hanno mobilitato le organizzazioni sociali affini al MAS, raccolte nella Coordinadora Nacional para el Cambio (Conalcam), che si sono dichiarate in emergenza e hanno annunciato un corteo per far fronte alle mobilitazioni della Central Obrera Boliviana (COB).
Il Consejo Nacional de Ayllus y Marcas del Qullasuyu (Conamaq), al contrario, ha rifiutato le minacce della Conalcam. Il massimo rappresentante del Conamaq, il Jilli Apumallku Sergio Hinojosa, ha espresso la sua protesta contro alcuni dirigentei contadini “servili al governo”, che a nome di questa organizzazione sindacale hanno rifiutato le mobilitazioni dei settori affiliati alla COB e alle sue richieste. I 16 suyus affiliati al Consiglio Nazionale del Conamaq esigono dal Governo che risponda alle richieste dei settori operai.
Sulla stessa linea, il comandante generale del Consejo Originario de Ponchos Rojos, Ruperto Quispe, ha avvertito che il governo si “è sbagliato” ad emanare il gasolinazo del dicembre passato.advirtió que el gobierno se “equivocó” al dictar el gasolinazo de diciembre pasado.
La Conalcam, formata da organizzazioni contadine, indigene, sindacali, di quartiere e da altri settori che appogiano il MAS, è emerse come forza sociale quando l’opposizione di destra si è trincerata dietro nella “mezza luna” (Santa Cruz, Pando, Tarija). Il MAS ha sfruttato questa mobilitazione contro il tentativo golpista della borghesia autonomista per trattare con la destra sui limiti dell’assemblea costituente. È difficile che Linera e il MAS possano raggiungere lo stesso traguardo con le organizzazioni cooptate dal governo, contro la lotta operaia.
Si sviluppa una nuova tappa
Durante un decennio nel quale la massa contadina e quella indigena hanno occupato il centro dello scenario politico, dalle lotte per la terra, l’acqua e i diritti culturali dei popoli originari, alla lotta per il gas e all’assemblea costituente, e ha trasferito la realizzazione dei suoi obiettivi al governo del MAS.
La grande novità è che questa massa che è arrivata allo scontro con la sua burocrazia politica e con la piccola borghesia che ha preso le redini dello Stato.
Questa rottura ha aperto una nuova opportunità alla COB e alla federazioni minerarie, che nel passato furono incapaci di condurre il movimento indigeno – sia per astensionismo indigeno che per seguacismo e per cooptazione, alla fine, al governo.
Continua ad essere assente in Bolivia una avvicinamento rivoluzionario dal proletariato ai contadini all’indigenismo urbano, ciò che sta avvenendo è che sono andati allo scontro con Evo Morales e il protoimperialista García Linera, specialmente a partire dal gasolinazo.
La COB si sottomette a Evo Morales
Un assemblea Ampliata Nazionale della Central Obrera Boliviana ha deciso, per unanimità, sebbene con la presenza della metà delle organizzazioni affiliate, accettare la proposta del governo di incrementare del 11% gli stipendi dei lavoratori della salute e dell’educazione, e cessare lo sciopero generale indefinito e il blocco delle strade.
I dirigenti dei docenti urbani, nei differenti dipartimenti, hanno rifiutato l’accordo e hanno deciso di continuare le proteste, ma hanno attaccato la risoluzione della COB. Anche i docenti pensionati hanno criticato l’accordo. I pensionati, i lavoratori del sistema sanitario e dell’edilizia riceveranno un aumento.
Angel Asturizaga, rappresentante nazionale degli operai di fabbrica, si è dichiarato contrario all’accordo e ha ricordato che il suo settore ha richiesto un miglioramento salariale del 30% e che la COB lo ha richiesto di un 15% e alla fine si è accontentata di un 11%. “Visto che tutti i settori hanno approvato, orgánicamente tenemos que acatar, mi hanno informato che tutto è stato approvato e che abbiamo concluso i conflitti”.
Il segretario esecutivo della Central Obrera Departamental (COD) di Oruro, Jaime Solares, ha dichiarato, senza maggiori spiegazioni, che “doveva esserci questa soluzione”.
Edwin Aldana, uno dei maestri che ha diretto l’assedio al luogo dove si realizzavano i negoziati, si è lamentato che “Evo Morales oggi sta dormendo e se sta scordando di questa classe sociale che lo ha portato al potere”, e ha qualificato l’accordo come “il più salutare per il paese e per i settori produttivi”. Evo Morales ha potuto giocare di nuovo il suo ruolo di arbitro e ha lasciato a nudo la completa mancanza di orientamento politico della COB e delle organizzazioni urbane dei El Alto, il bastione del movimento indigenista.
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da |
Cristian Henkel, Bolivia: Dos semanas de huelga general, pubblicato il 24-04-2011 su [http://www.lahaine.org/index.php?p=53114], ultimo accesso 28-04-2011. |