Lo scorso giovedì 23 maggio, l’Ufficio dell’Alto Commissariato dell’ONU per i Diritti Umani in Colombia, ha presentato il suo rapporto annuale sulla situazione del Norte de Santander e del Catatumbo. Nel documento, l’Ufficio avverte sulle gravi violazioni dei diritti umani che si stanno commettendo nella regione, allo stesso tempo ha messo in evidenza il ruolo dei dirigenti e delle organizzazioni sociali per evitare che la situazione sia ancor più difficile.
Secondo il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), nel Catatumbo ha luogo l’unico Conflitto Armato Non Internazionale (CANI) tra attori armati illegali, frutto dello scontro tra ELN ed EPL; nonostante ciò, nella regione sono presenti anche le Forze Armate e gruppi residuali delle FARC che non si sono affidati al processo di pace.
Addizionalmente, secondo l’Osservatorio delle Droghe della Colombia (ODC), fino al 2017, nel Norte de Santander c’erano circa 30 mila ettari di coca coltivata, poiché il Catatumbo è la regione con la maggior presenza di coltivazioni di uso illecito.
L’ONU mette in allerta sullo sfollamento forzato, le minacce e gli assassinii di dirigenti sociali
Secondo quanto ha registrato l’ufficio dei diritti umani delle Nazioni Unite, nel 2018 si sono presentati per lo meno 116 assassinii di difensori dei diritti umani, dei quali 18 sono avvenuti nel Norte de Santander (10 dei quali nel Catatumbo). La cifra recensita nella regione “è 3 volte superiore alla media annuale registrata nei 3 anni precedenti”. Del totale dei dirigenti assassinati, l’Ufficio ha evidenziato che 5 erano membri dell’Associazione Contadina del Catatumbo (ASCAMCAT).
Allo stesso modo, l’organizzazione ha richiamato l’attenzione sullo sfollamento in massa di 13 mila persone, e ha evidenziato che 14 dirigenti hanno dovuto abbandonare i loro territori per aver portato avanti il Programma Nazionale Integrale di Sostituzione (PNIS). Addizionalmente, ha affermato che nell’anno corrente, hanno registrato 4 omicidi di difensori dei diritti umani nel Norte de Santander.
Nella presentazione del rapporto, l’Ufficio ha rivelato che “il 66% degli assassinii di difensori e difensore sarebbe relazionato alla denuncia o all’opposizione agli atti criminali, agli effetti della violenza, a livelli endemici, che in genere colpisce la popolazione o al sostegno all’applicazione dell’Accordo di Pace, e più concretamente alla situazione delle coltivazioni di uso illecito”.
Le misure per proteggere i dirigenti sociali non stanno venendo attuate
Nel rapporto si avverte che le misure di protezione dei dirigenti sociali hanno dei problemi tanto nell’approccio, come nel tipo di risposta che ottengono coloro che sono stati minacciati. In primo luogo, l’Organizzazione internazionale ha osservato che nel 2018 “in molte occasioni, le misure di protezione concesse ai difensori ed alle difensore non rispondevano ai rischi e alle complessità del contesto in cui questi lavoravano”; a questo si aggiunge il “ritardo di più di un mese nella concessione di misure di protezione da parte dell’UNP che è sfociato nell’assassinio di un dirigente comunale” nel Norte de Santander.
In secondo luogo, hanno messo in evidenza la necessità di avere un approccio di protezione preventivo che adotti misure di carattere temporaneo; per questo, hanno indicato che sarebbe necessario contare su istituzioni rafforzate come la Commissione Intersettoriale per la Risposta Rapida alle Alerte Precoci (CIPRAT) e la Commissione Nazionale di Garanzie di Sicurezza.
Dirigenti dell’ASCAMCAT denunciano la persecuzione da parte dell’Esercito
Recentemente i dirigenti Juan Carlos Quintero, Guillermo Quintero ed Olga Quintero, membri dell’ASCAMCAT, hanno denunciato l’installazione di telecamere che controllano il loro campo a Teorama, Norte de Santander. Oltre a questo, hanno informato sull’apparizione di scritte delle AUC sulle pareti vicine ai loro terreni; situazione che per Olga, mette in allarme perché “ci sono denunce sulla presenza del paramilitarismo nella regione”.
Per la dirigente, è rilevante anche il fatto che le telecamere e le scritte sono apparse dopo la ritirata dell’Esercito dalla zona; come ha spiegato, vicino alla tenuta dove abita con i suoi fratelli, la Forza Pubblica era stata presente per 14 anni, ma 9 giorni fa hanno deciso di abbandonare il luogo. Nonostante ciò, l’attivista ha riconosciuto che non è la prima volta che appare una telecamera nei loro terreni, il passato 21 gennaio si erano accorti di un altro dispositivo simile che era stato installato nelle vicinanze della casa.
Di fronte a questa situazione il sindaco di Teorama ha fatto una verifica del fatto, e la Quintero ha chiesto alla Procura di far chiarezza sui responsabili dell’installazione delle telecamere, così come delle scritte che intimidano i dirigenti di una delle organizzazioni più colpite nel Catatumbo.
I dirigenti sono stati nel 2018 fondamentali per migliorare la situazione del Catatumbo
Per finire, l’Ufficio dell’ONU che vigila sul rispetto dei diritti umani nel paese ha riconosciuto il “lavoro instancabile delle difensore e dei difensori dei diritti umani, molti di loro membri di organizzazioni sociali, di Giunte di Azione Comunale o persone che individualmente, con con i propri sforzi, hanno visibilizzato e contribuito a migliorare le condizioni di vita delle proprie comunità”; tutto questo, nonostante i gravi rischi che comporta dirigere dei processi in questa zona del territorio nazionale.
27 maggio 2019
Contagioradio.com
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
“ONU registró 13 mil personas desplazadas durante 2018 en Catatumbo” pubblicato il 27/05/2019 in Contagioradio.com, su [https://www.contagioradio.com/personas-desplazadas-durante-2018-catatumbo/] ultimo accesso 03-06-2019. |