Dopo la massiccia mobilitazione che il 15 passato ha portato 1 milione di persone nelle strade del Brasile per protestare contro i tagli annunciati dal governo di ultradestra di Jair Bolsonaro, studenti e professori sono tornati a mobilitarsi questo giovedì (30) in più di 200 municipi del paese con proteste che hanno riunito quasi 1 milione di persone.
Proteste di massa hanno riunito 250 mila persone a Belo Horizonte, 300 mila a San Paolo e a Rio de Janeiro circa 100 mila persone erano nelle strade contro gli aggiustamenti.
Durante le manifestazioni, i loro organizzatori hanno fatto appello ad organizzare uno sciopero generale per il prossimo 14 giugno contro gli attacchi ai diritti del popolo promossi da Bolsonaro.
“Nel campo e nelle città, tutte le categorie sono colpite da questo governo immorale. Un governo che non rispetta i propri cittadini”, ha affermato Fray Anastacio, di 75 anni, fondatore della Pastorale della Terra nel Paraíba e deputato federale per il Partito dei Lavoratori (PT).
Reazione
Mentre i brasiliani si mobilitavano, questo giovedì pomeriggio (30) il ministero dell’Educazione ha divulgato una nota con la quale sollecitava la popolazione a denunciare “professori, funzionari, studenti, genitori e familiari” che durante l’orario scolastico diffondano “movimenti politici e di partito”.
In un altro comunicato inviato alla stampa, il ministero ha affermato di aver ricevuto 41 denuncie ma non ha divulgato quali sarebbero queste irregolarità.
Resistenza
Le manifestazioni sono anche state una risposta alle dimostrazioni pro Bolsonaro che hanno avuto luogo l’ultima domenica (26). Durante alcuni cortei di destra, i manifestanti bolsonaristi avevano strappato uno striscione appeso alla sede dell’edificio dell’Università Federale del Paraná (UFPR) dove si leggeva “In difesa dell’educazione”. Questo 30 maggio il cartellone strappato è stato sostituito da un altro ancor più grande. In solidarietà, altre università hanno disteso sulle loro facciate degli striscioni.
Il presidente dell’Associazione dei Docenti dell’Università Statale Paolista (Adunesp) João Chaves era presente alla manifestazione di San Paolo e ha detto che la lotta per l’educazione pubblica e gratuita è anche legata alla difesa dell’attuale modello di sicurezza sociale e contro la riforma delle pensioni.
“Qui stiamo lottando per l’educazione e anche contro la riforma delle pensioni. Approfitto dell’opportunità per fare un appello a partecipare allo sciopero generale contro la riforma delle pensioni. Il popolo brasiliano deve scendere nelle strade per rifiutare questo attacco contro l’educazione e contro la prospettiva di andare in pensione con dignità”, ha affermato.
La vicepresidente dell’Unione Nazionale degli Studenti (UNE) ha parlato alla manifestazione di San Paolo e ha affermato che l’educazione pubblica, di qualità e gratuita è fondamentale per combattere gli altri problemi strutturali del Brasile.
“Invieremo un avviso per il ministro [dell’Educazione] e per Bolsonaro, noi non ce ne andremo dalle strade fino a quando continueranno i tagli. Difenderemo l’educazione come sempre l’abbiamo difesa durante la storia, perché l’educazione è molto importante per lo sviluppo del nostro paese e per combattere la disuguaglianza sociale”, ha detto Jessy.
A Porto Alegre, la deputata federale Fernanda Melchiona, del Partito Socialismo e Libertà (PSOL), era presente alla manifestazione e ha affermato che l’attacco all’educazione pubblica ha generato una forte reazione popolare perché rappresenta anche un attacco alla libertà d’espressione e al pensiero critico.
“Ci sono migliaia di persone nelle strade, dimostrando l’importanza del movimento studentesco, dimostrando che gli studenti non incroceranno le braccia fino a quando non abbatteranno questa politica neoliberale e autoritaria di tagli all’educazione. Il governo attacca l’educazione perché sa che è un progetto autoritario che cerca di eliminare il pensiero critico. Ma non conosce la forza che ha il movimento studentesco”, ha dichiarato.
Fin di buon ora
La mobilitazione di questo giovedì è iniziata di mattina. Nella capitale federale, Brasilia, i manifestanti si sono riuniti a partire dalle dieci del mattino nella Zona Monumentale. La manifestazione ha contato sulla presenza di diversi parlamentari. Verso le 12.30 i partecipanti hanno camminato verso il Congresso Nazionale cantando parole d’ordine.
Nel municipio di Ipojuca, nel Pernambuco (regione nordest del paese), i lavoratori petroliferi di una raffineria hanno bloccato le proprie attività per marciare a difesa dell’educazione. Anche altre città si sono svegliate con migliaia di studenti che sfilavano nelle vie principali, come a Salvador, capitale del Bahia, dove 60 mila persone sono scene nelle strade per difendere i propri diritti.
* Fonte: Brasil de Fato (Edición: Aline Carrijo) – foto: Brasil de Fato, MidiaNINJA, twitter #30MpelaEducacao
30 maggio 2019
Resumen Latinoamericano
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
“Brasil. Casi un millón de personas protestaron contra recortes de educación y reforma de las Pensiones” pubblicato il 30/05/2019 in Resumen Latinamericano, su [http://www.resumenlatinoamericano.org/2019/05/30/brasil-casi-un-millon-de-personas-protestaron-contra-recortes-de-educacion-y-reforma-de-las-pensiones/] ultimo accesso 01-06-2019. |