È terminata la formidabile mobilitazione agraria di cui sono stati protagonisti migliaia di indigeni, contadini e afro discendenti. Quasi quattro milioni di persone sono state coinvolte direttamente o indirettamente nelle attività della mobilitazione.
La loro manifestazione ha coinvolto diversi territori e spazi geografici nazionali, circa 60, ma il nervo centrale della stessa è stato nel dipartimento del Cauca che è stato strategicamente bloccato dalla Cumbre agraria per fare pressione politicamente sul governo centrale e sui suoi inetti Ministri dell’agricoltura, del governo, dell’ambiente e del post conflitto a risolvere le richieste presentate nel Documento di petizione.
Lì si è espressa tutta la potenza politica e rivoluzionaria della moltitudine.
Bene, conviene fare un bilancio preliminare di questa vigorosa mobilitazione sociale che ci mostra la nuova Colombia che si configura con i progressi del processo di pace all’Avana tra il governo e le Farc.
La Minga ha dato quello che doveva dare e chiederle di più è una insensatezza. Non è stato un movimento pensato per distruggere in una sola volta il modello neoliberista, quanto accumulato non è ancora sufficiente per questo importante compito. Si è trattato di un’altra esperienza storica che arricchisce la lotta popolare e democratica, come quella avvenuta con gli scioperi contadini del 2013.
Sarà un riferimento e un precedente di nuove lotte, queste sì contro il modello capitalista saccheggiatore che il signor Santos rifiuta di poter cambiare, lui lo rappresenta e con il medesimo ci guadagna. È il suo principale agente politico.
Sono vari i risultati di questa azione collettiva
Primo. Questo secondo grande sciopero durante il governo neoliberista di Santos avviene nel contesto dei dialoghi di pace dell’Avana tra il governo e le Farc, i cui progressi in materia agraria, partecipazione politica democratica, diritti delle vittime ed eliminazione degli atti di guerra hanno favorito l’organizzazione e la coscienza dei diversi settori del movimento popolare colombiano.
La pace dell’Avana con le Farc è presente in questa gigantesca mobilitazione popolare.
Passiamo dal conflitto armato alla lotta di classe e al conflitto sociale politicizzato attraverso la mobilitazione civile delle Farc.
Secondo. Nonostante gli accordi di pace in materia di democrazia ampliata per dare garanzie ai movimenti sociali e alla protesta popolare, lo stato, il governo e il regime oligarchico, come una minoranza politica, continuano ad utilizzare le armi e la violenza per fare politica e imporre le proprie strategie neoliberiste. Mediante la criminale Esmad, i gruppi paramilitari e gli squadroni militari è stata esercitata la più brutale repressione contro i manifestanti sparando a vari indigeni e con centinaia di persone aggredite, scomparse e incarcerate. La protesta e lo sciopero hanno nuovamente messo a nudo il carattere reazionario dello stato e delle sue istituzioni di repressione poliziesca.
L’unica cosa certa è che la protesta continua ad essere criminalizzata dal governo e dai suoi agenti.
Terzo. La Minga ha avuto un’adeguata organizzazione e si è servita dei dovuti repertori di lotta come è stato il blocco di un’arteria viaria strategica come la Panamericana che mette in comunicazione il sud con il centro del paese. Suddetto blocco è avvenuto in maniera organizzata ed efficace, come anche l’organizzazione dei necessari corridoi umanitari.
Quarto. Per l’ennesima volta è stata dimostrata l’inettitudine e la mala fede dei funzionari ministeriali, i quali sono ricorsi alle menzogne e alle azioni di divisione per indebolire il movimento di resistenza contadina. Il campione di tali manovre è stato Iragorri, l’allevatore Ministro dell’agricoltura, che fino all’ultima ora ha organizzato strategie divisioniste comprando i dirigenti collegati alle reti clientelari delle macchine elettorali del Cauca che sono controllate dal progenitore, il padrino Aurelio Iragorri, un pesce grosso che si muove tra il santismo, l’uribismo e il fascismo. La richiesta di molti dei partecipanti agli scioperi ed ai blocchi è che questo Ministro sia destituito.
Quinto. L’esplosione sociale avvenuta nel campo ha dimostrato l’importanza politica degli accordi pattuiti all’Avana per rendere esecutiva una Riforma Agraria Integrale in funzione della pace. I contadini, gli indigeni e gli afro discendenti reclamano le terre monopolizzate da un’azienda e da un aberrante latifondo pastorale e feudale. Bisogna democratizzare la terra, è il grande messaggio di questa ribellione agraria.
Sesto. Un elemento centrale dello sciopero nel Cauca è la mancanza di serietà del governo, dei suoi Ministri e degli alti funzionari che non rispettano gli impegni presi negli scioperi. La grande motivazione della Minga è il non aver rispettato gli 8 recenti accordi per mettere fine agli scioperi e ai blocchi. Questo sicuramente si ripeterà nei prossimi mesi con i documenti che si firmeranno per togliere i blocchi che abbiamo finito di vedere.
Bisogna stare attenti affinché sia rispettato quanto pattuito, incominciando dal grande Vertice con Santos del prossimo 22 giugno a Bogotá.
Settimo. Riguardo al saldo che lascia lo sciopero, il governo dice che i temi dibattuti e concordati sono relativi a garanzie, giustizia, protezione individuale, pace, partecipazione, diritti umani, vittime, popoli indigeni, contadini, comunità afro discendenti, ambiente, relazione campo città, tra gli altri.
L’accordo con la Cumbre agraria prevede per il prossimo 17 giugno l’installazione a Bogotá di un tavolo tematico di negoziato presso il ministero degli Interni con i ministri o i viceministri dell’Agricoltura, degli Interni, dell’Ambiente e della Casa, così come con il Dipartimento Nazionale di Pianificazione.
I contadini, da parte loro, esigono lo sviluppo di progetti produttivi mediante un fondo di finanziamento pattuito con l’attuale amministrazione, così come la revisione dei trattati di libero commercio, che sono responsabili del fallimento di piccoli produttori.
Hanno anche chiesto di sospendere i programmi minerari in siti dove ciò implica l’allontanamento di migliaia di famiglie.
Abrogare la legge Zidres, considerando che spoglierà dei loro terreni i coltivatori di scarse risorse, è stata un’altra delle richieste dei protagonisti dello sciopero, che parlano a favore di un’equa distribuzione della terra, e hanno anche chiesto il rispetto dell’identità e delle ragioni dei residenti del campo colombiano.
Certamente una richiesta prioritaria è il rispetto dei diritti democratici e la necessità di effettive garanzie.
Nota. Nel Quindío si procede con la preparazione del Vertice agrario. Cesar Arias, noto dirigente popolare regionale, con un gruppo va avanti nei preparativi di questo evento che traccerà la rotta della mobilitazione sociale nelle regioni del caffè.
14-06-2016
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Horacio Duque, “Minga agraria afianza derechos conquistados” pubblicato il 14-06-2016 in Rebelión, su [http://www.rebelion.org/noticia.php?id=213392&titular=minga-agraria-afianza-derechos-conquistados-] ultimo accesso 15-06-2016. |