Messico: 5 mesi dopo ancora in piazza per Ayotzinapa. Scontri e arresti nella capitale


A 5 mesi esatti dalla scomparsa dei 43 normalistas della Scuola Normale Raul Isidro Burgos, si è svolta ieri la “nona giornata di azione globale per Ayotzinapa”, che ha visto mobilitarsi decine di città messicane e oltre 20 città in tutto il mondo.

Diverse migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione che si è svolta a Città del Messico “contro l’indifferenza e l’abbandono”, marciando dall’Angelo dell’Indipendenza al Paseo de la Reforma (a pochi metri dal palazzo presidenziale), decise ancora una volta a pretendere verità e giustizia per una delle pagine più buie della recente storia del Messico.

“¡Vivos se los llevaron, vivos los queremos!” è stato ancora una volta il grido sollevato dalla piazza, rifiutando così la “verità ufficiale” ​​del procuratore generale (secondo il quale i 43 desaparecidos sarebbero morti poche ore dopo il rapimento) che ha tentato di chiudere l’indagine il 27 gennaio scorso.

“Fino a quando i media nasconderanno la partecipazione della polizia federale e dell’esercito nel massacro di Iguala, non ci fermeremo”, hanno fatto sapere i compagni dei normalistas scomparsi, ribadendo che quelle stesse istituzioni si sono rese complici della violenza, dell’occultamento, dell’impunità e degli insabbiamenti relativi al caso.

I parenti dei 43 studenti scomparsi hanno poi sostenuto che la repressione dei giorni scorsi è la prova che il governo è il vero responsabile per quanto successo a Iguala ed è per questo motivo che chiedono di non votare alle prossime elezioni. Numerosi interventi hanno poi ricordato l’omicidio dell’insegnante in pensione Claudio Peña Castillo per mano della Polizia Federale durante la violenta repressione nei confronti dei docenti del sindacato CETEG ad Acapulco, due notti fa. A fine manifestazione il portavoce dei genitori dei normalistas di Ayotzinapa ha chiesto un applauso per il “compagno Claudio, esempio di molte generazioni” – e ha intonato l’inno rivoluzionario “Venceremos”.

Poco dopo la conclusione dell’iniziativa nel centro cittadino, la polizia ha poi aggredito un gruppo di studenti che tornavano verso casa nei pressi della fermata della metropolitana Sevilla, accusandoli di avere con loro oggetti atti ad offendere. Nelle violente cariche che sono seguite, diversi studenti hanno riportato ferite gravi come traumi cranici e fratture del volto (tra cui anche un fotografo della Latitudes Press), e almeno cinque di loro risultano attualmente in stato di arresto.

Almeno 13 manifestanti arrestati anche nella città di Cancun, mentre non si sono registrati incidenti ad Acapulco, dove i membri del CETEG hanno marciato per protestare contro la violenta dispersione della manifestazione del 24 febbraio. Cortei e manifestazioni di grandi dimensioni in solidarietà con i 43 normalistas di Ayotzinapa si sono svolti anche nelle città di Oaxaca, Merida, Culiacàn, Morelia e Chilpachingo, mentre a Francoforte, in Germania, alcune decine di manifestanti hanno simbolicamente sfilato con un pupazzo del presidente messicano Enrique Peña Nieto.

27 Febbraio 2015

InfoAut

“Messico: 5 mesi dopo ancora in piazza per Ayotzinapa. Scontri e arresti nella capitale” pubblicato il 27-02-2015 in InfoAut, su [http://www.infoaut.org/index.php/blog/conflitti-globali/item/14033-messico-5-mesi-dopo-ancora-in-piazza-per-ayotzinapa-scontri-e-arresti-nella-capitale] ultimo accesso 02-03-2015.

 

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