L’inutilità delle mega opere per i popoli


Raúl Zibechi

Quando si svolsero i Giochi Olimpici di Rio de Janeiro, nel 2016, lo stato intraprese la costruzione di varie grandi opere infrastrutturali, tra le quali spiccarono le funivie in alcune favelas, oltre all’ampliamento di aeroporti e autostrade, tutto con fondi pubblici.

“La Città Meravigliosa si è trasformata nel luogo di maggior concentrazione di investimenti pubblici e privati del mondo grazie ai grandi eventi di questo decennio: la conferenza Rio+20 svoltasi nel 2012, il Mondiale del 2014 e i Giochi Olimpici del 2016, ai quali si devono aggiungere i Giochi Militari Mondiali del 2011 e la Confederations Cup del 2013. Si calcola che fino al 2020 la città riceverà mille milioni di dollari per opere di infrastruttura, servizi e industria”, fu la riflessione di quel momento (desinformémonos, 16/12/2012).

Migliaia di famiglie furono sgombrate e trasferite con la forza verso la periferia di una città di 10 milioni, per cui le loro strategie di sopravvivenza furono completamente smantellate e dovettero ricominciare quasi da zero. In alcune favelas, inoltre, l’installazione delle torri delle funivie ha reso inutilizzabile l’unico spazio di socializzazione esistente, dove i bambini giocavano a calcio e i nonni si riunivano all’ombra dei pochi alberi.

Le funivie furono le opere stella, giacché erano situate nelle regioni di maggior povertà urbana, e facevano parte del Programma di Accelerazione della Crescita (PAC) dello stato di Rio de Janeiro promosso dalla allora presidente Dilma Rousseff. Nella favela Alemao, per costruire ognuna delle sei stazioni, un edificio di un isolato in cima ai colli, si dovettero demolire in ogni luogo decine di abitazioni, lasciando varie centinaia di famiglie sfollate.

“La funivia fu inaugurata nel luglio del 2011. I Giochi Olimpici terminarono nell’agosto del 2016, e ad ottobre la funivia smise di funzionare. Le installazioni si stanno deteriorando e il materiale di trasporto si converte rapidamente in rottame: 80 milioni di dollari gettati nella spazzatura. Quando Dilma Rousseff la inaugurò nel 2011, insieme al governatore Sergio Cabral, del MDB, successivamente arrestato nell’ambito dell’operazione Lava Jato, disse che il sistema avrebbe trasportato 30 mila persone al giorno. Non ha mai superato le 10 mila, appena il 10 per cento della popolazione dell’Alemão” (Brecha, 21/12/2018).

Ugualmente la funivia nella favela morro da Previdencia, come quella dell’Alemao, smise di funzionare appena terminarono i Giochi Olimpici. Non può funzionare senza sovvenzioni, ogni viaggio ha un costo di 6,7 reales (più di due dollari dell’epoca), il doppio della metro e degli autobus che percorrono il tragitto molto più lungo dei tre chilometri della funivia. Gli abitanti si domandano se non fosse stato meglio investire in ristrutturazioni o in opere di urbanizzazione, segnalando le montagne di spazzatura con cui si alimentano i piccioni.

Il quotidiano madrileno El País pubblica un rapporto intitolato “Il turismo e gli abitanti ignorano il Treno Maya”, nel quale si afferma che “trasporta solo il 5% dei passeggeri progettati quando approvarono il megaprogetto” (El País, 1/12/2025). Aggiunge che “anche in alta stagione, in alcune tratte i treni circolano quasi vuoti, e nelle stazioni di solito ci sono più guardie nazionali e lavoratori delle pulizie che visitatori”.

Il media ha avuto accesso ad un rapporto classificato del Fondo Nazionale di Promozione del Turismo dove si prevedeva che nel suo primo anno operativo, il Treno Maya avrebbe trasportato quotidianamente almeno 74.000 persone, mentre in media ha trasportato quotidianamente solo 3.200 passeggeri, il 5% di quanto previsto.

Gli argomenti delle popolazioni maya sono molto simili a quelli che utilizzano gli abitanti delle favelas di Rio: il treno è caro, scelgono di muoversi in moto o in taxi, inoltre, il treno è lontano da tutto e questo fa sì che i prezzi siano maggiori che viaggiando nel modo tradizionale. Nonostante la campagna pubblicitaria milionaria dell’Esercito per catturare passeggeri, e al di là degli sconti nelle tariffe, i treni continuano a passare con una frequenza molto bassa.

È evidente che l’utilità di queste opere sia la cosa meno importante per coloro che le promuovono e difendono. Perché non sono previste per la gente comune ma per l’accumulazione di capitale. Il passare del tempo dirà che rimarrà del Treno Maya, forse potrà anche funzionare a metà gas, ma ciò che già sappiamo è che un pugno di imprese (legate all’Esercito) hanno accumulato enormi guadagni. Questo era il piano, e non l’altro.

8 dicembre 2025

Desinformémonos

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Raúl Zibechi, La inutilidad de las mega obras para los pueblos”, pubblicato il 08-12-2025 in Desinformémonos, su [https://desinformemonos.org/la-inutilidad-de-las-mega-obras-para-los-pueblos/] ultimo accesso 11-12-2025.

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