Ecuador: Sconfitta elettorale del progressismo


Juan J. Paz e Miño Cepeda

Le elezioni che si sono realizzate domenica scorsa (13/04/2025) in Ecuador hanno creato molteplici aspettative in America Latina. Evidentemente i settori progressisti della regione si aspettavano il trionfo di Luisa González, a cui i sondaggi anticipavano il trionfo. La candidata ha ricevuto il sostegno di personalità come Claudia Sheinbaum e Lula da Silva, presidenti di Messico e Brasile, rispettivamente, così come di Pepe Mujica, ex presidente dell’Uruguay. Ma anche le destre continentali, con il pronostico e la forza che ha significato la presidenza di Donald Trump negli Stati Uniti, si aspettavano il trionfo dell’impresario e milionario Daniel Noboa. Siccome alla fine i risultati riconoscono la vittoria di Noboa, che eserciterà la presidenza tra il 2025 e il 2029, l’Ecuador si unisce all’insieme dei governi allineati con il conservatorismo continentale e il progressismo interno rimane seriamente colpito.

Gli studi accademici e le analisi che sono state fatte nella regione sul ciclo di governo che in Ecuador iniziò nel 2017 hanno dimostrato che si è ristabilito al potere un dominio imprenditoriale-neoliberale che ha dato continuità al modello economico e sociale che fu inaugurato durante i decenni finali del XX secolo. Il trionfo di Noboa afferma questo cammino e garantisce un ciclo di lungo periodo con benefici per il settore privato e il ripiegamento delle capacità statali nel realizzare investimenti e provvedere alla popolazione di ampi beni e servizi pubblici.

La visione latinoamericanista non è quella che ha caratterizzato i governanti che condividono gli ideali della “libertà economica”, di modo che, in piena epoca di avanzata del nuovo americanismo monroista che ha nel mirino la Cina come il principale nemico, l’Ecuador si converte in un ulteriore anello della catena favorevole alle geostrategie che il presidente Donald Trump porta avanti. L’Ecuador ha anticipato trattati militari e il presidente trionfante non ha scartato la possibilità di accettare basi, installazioni e la presenza diretta di forze armate. Il sostegno che otterrà dagli Stati Uniti per implementare la sua politica di “guerra interna” contro la delinquenza e il crimine organizzato probabilmente riuscirà a materializzarsi.

Le condizioni critiche dell’economia e l’insicurezza cittadina sono le sfide più importanti per la gestione del nuovo governo di Noboa. Ma, al tempo stesso, il dominio di una élite corporativa al potere è prevedibile che faccia pressione per un maggiore indebolimento delle politiche e dei diritti sociali, del lavoro e ambientali, dato che si conciliano con la visione su una economia di libera impresa competitiva e di esaurimento totale dello stato.

L’altra faccia della medaglia, in un clima di totale polarizzazione di odio coltivato quotidianamente, il “correismo” rimane storicamente distrutto. Una situazione comparabile con l’Argentina, quando il Decreto-legge 4161, del 5 marzo 1956, proibì di parlare di Perón, Evita, “peronismo”, “peronista”, “giustizialismo” o di fare riferimento a funzionari peronisti e ai loro ritratti, bandiere o canti  (https://t.ly/4nZrZ); e anche comparabile con quanto avvenne con la “Alleanza Popolare Rivoluzionaria Americana” (APRA), per decenni il partito di maggior radicamento in Perù, anche con il suo leader e fondatore Raúl Haya de la Torre perseguitato ed esiliato all’estero.

Allo stesso modo, l’alleanza delle sinistre dovrà riesaminare le sue posizioni essendo rimasta più debole, se vuole diventare un’alternativa di potere. E, senza dubbio, dovrà riesaminare le condotte politiche all’interno del movimento indigeno, con innegabili divisioni e la cui decisione nelle votazioni dovrà essere chiarita, dato che i risultati sembrano tendere a ripetere il fenomeno del voto di massa delle sue basi della regione della Sierra e dell’Amazzonia, per Noboa.

In ogni caso, la direzione che ha preso il paese non lascia dubbi sulla opzione che preferisce un regime favorevole alle élite del potere. Le condizioni storiche in cui questo dominio si è svolto non sono mai state apprezzate nella società, nel suo insieme. Di modo che per i settori progressisti si apre non solo un’epoca molto difficile, ma pericolosa. L’America Latina non ha neppure un alleato per la costruzione della società del benessere, idealizzata dal progressismo della regione.

16 aprile 2025

Rebelión/ Resumen Latinoamericano

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Juan J. Paz y Miño Cepeda, Ecuador. Derrota electoral del progresismo”, pubblicato il 16-04-2025 in Resumen Latinoamericano, su [https://www.resumenlatinoamericano.org/2025/04/16/ecuador-derrota-electoral-del-progresismo/] ultimo accesso 17-04-2025.

 

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