Messico: Il CRAC dice che sono passati 29 anni senza che le autorità riconoscano la giustizia comunitaria


Tepango, municipio di Ayutla de los Libres, Guerrero, 12 ottobre 2024. Nell’ambito del giorno della resistenza dei popoli indigeni e afromessicani, le autorità comunitarie delle cinque case di giustizia del Coordinamento Regionale delle Autorità Comunitarie – Polizia Comunitaria (CRAC-PC) hanno criticato le riforme neocoloniali del governo federale che sono state recentemente approvate. La presentano come se il debito storico verso i popoli fosse saldato, quando è restrittiva, limitata perché non prende in considerazione la giustizia comunitaria, la proprietà ancestrale delle terre e i propri governi o per gli usi e i costumi. Hanno riconosciuto che è un passo la giurisdizione indigena, ma hanno deplorato che abbiano mutilato la proposta che aveva effettuato l’INPI (Istituto Nazionale dei Popoli Indigeni). Per questo hanno fatto appello a tutte le comunità ad organizzarsi per una mobilitazione e per creare una percorso di lotta per i propri diritti.

Il colore verde olivo risaltava nella strada. Le canne dei fucili che guardavano il cielo, davano una sensazione di speranza. Dalle otto del mattino hanno cominciato a giungere alla Scuola Secondaria Generale Benito Juárez della comunità afro di Tepango. Come arrivavano registravano i loro nomi in alcune liste. Dopo passavano a far colazione sotto una tettoia, dove delle donne servivano e altre distribuivano le tortillas. Alla stesso tempo, una commissione di poliziotti comunitari faceva spazio alle auto e le mettevano in ordine nel cortile della scuola.

Tutto è incominciato con una messa alle 10.00 del mattino, officiata da padre Hermann Patrick, originario della Costa d’Avorio, che è responsabile nella comunità di La Concordia, municipio Ñuu Savi. Ha parlato della giustizia comunitaria. “Stiamo sempre cercando giustizia, perché in ogni parte del mondo è presente la giustizia, ma c’è anche divisione. La giustizia è la base di una vita buona, piena di allegria… è molto importante per la nostra comunità questa sicurezza per poter uscire in strada, dalla nostra casa per andare a lavorare. Quando manca la giustizia, la sicurezza, non si può fare nulla di buono. Il popolo non può trovare quella strada perché ha sempre il proprio cuore pieno di paura per fare qualcosa…”.

Alle 11.00 ha avuto inizio l’atto formale del CRAC-PC. La scorta della secondaria con la bandiera messicana ha iniziato le formazioni, si è fermata, e ha solennemente eseguito l’inno nazionale e l’inno al Guerrero. Subito dopo si è installato il tavolo del presidium per i messaggi. A 29 anni dalla nascita la polizia comunitaria persiste nonostante l’assalto dei governi. Hanno detto che sono passati governatori e presidenti della repubblica, ma il CRAC continua e continuerà a fare giustizia comunitaria.

“Nel 1995 nella comunità di Santa Cruz del Rincón, municipio de Malinaltepec, nacque per la prima volta la polizia comunitaria come sforzo organizzativo dei popoli me’phaa della Montaña e degli afromessicani della Costa Chica. Stanchi per i tanti assalti, le violenze sulle donne e gli assassinii tra fratelli e sorelle. Per questo i popoli si sollevarono, realizzarono assemblee e decisero di creare la polizia comunitaria. Così arrestarono i delinquenti che furono portati davanti ai pubblici ministeri e ai giudici, ma deplorevolmente quando li arrestavano i giudici li liberavano, e quando uscivano tornavano ad assaltare e a fare i loro misfatti. I popoli tornarono alle assemblee e così decisero di riformare il sistema di sicurezza, la giustizia e la rieducazione, che fu chiamato Coordinamento Regionale delle Autorità Comunitarie – Polizia Comunitaria, iniziando ad operare nella casa di giustizia di San Luis Acatlán. Dopo ne fu creata una dopo l’altra”, hanno commentato.

Hanno affermato che il “CRAC è riuscito a diminuire l’indice delinquenziale del 90 per cento. Oggigiorno, i luoghi più sicuri del nostro stato del Guerrero sono un territorio dove c’è la dimostrazione che il sistema di sicurezza e giustizia e rieducazione è e sarà la cosa più importante, mentre la violenza esplode, con il popolo organizzato mai potranno abbattere il CRAC, solo il popolo deve salvare il popolo”.

Il progetto sviluppista dei governi è una minaccia per i popoli indigeni e afromessicani, il sistema economico capitalista, la società del consumo e le altre minacce al territorio stanno minando il tessuto comunitario. Di fronte all’atroce saccheggio, è più importante organizzarsi  all’interno delle comunità e aver chiare queste minacce. È la sfida, afferma Vidulfo Rosales Sierra, avvocato della Tlachinollan, affinché “il CRAC duri molti anni, noi popoli indigeni abbiamo bisogno di mantenere il nostro sistema di giustizia perché già abbiamo visto che questo ci protegge, garantisce che i nostri popoli abbiano pace e tranquillità, armonia all’interno dei propri paesi”.

D’altra parte, “questo governo neocoloniale di tutti i partiti che si rifiutano di riconoscere i propri diritti ai popoli indigeni. Si rifiuta di trattarci come cittadini dello stesso livello. Per i governi neocoloniali noi siamo cittadini di seconda classe. Questi governi neocoloniali, razzisti ai quali non interessano i popoli indigeni, non gli importa del CRAC, lo guardano con disprezzo”, ha protestato Vidulfo Rosales.

Un problema “è il non riconoscimento, la riforma che hanno fatto e forse siamo in disaccordo con alcuni compagni, noi continuiamo a insistere che non sono stati incorporati i temi centrali della lotta che noi popoli indigeni e afromessicano stiamo conducendo. La riforma è rimasta come se i sistemi normativi potessero solo regolare conflitti interni. Così era, solo è stato aggiunto che la giurisdizione sarà rispettata, ma avrà poteri sui conflitti interni. E i giudici ci hanno colpito perché dicono che le nostre facoltà sono conflitti interni, problemi minori, ma non possiamo occuparci di omicidi, sequestri perché quello spetta ai giudici”, ha commentato Vidulfo.

“La riforma non ha considerato la proprietà della terra e il territorio. Tutti questi bei territori che abbiamo non sono nostri secondo le leggi, e c’era l’opportunità che in questa riforma fossero incorporati, ma non è stato fatto. E la rappresentanza politica nemmeno è stata fatta. Come dire, rispetta dei popoli indigeni solo la nostra musica, il nostro cibo, i nostri vestiti, ma quando gli diciamo che vogliamo essere governo non più, perché non permettono che siamo governo? Non vogliono che abbiamo potere. Nemmeno vogliono che siamo proprietari delle nostre terre, del nostro territorio, dei nostri beni naturali, non ci è stato riconosciuto, e se non si riconosce il territorio, dove opererà la polizia comunitaria? Dove eserciteremo i sistemi normativi, la libera determinazione, se non abbiamo territorio”, ha spiegato l’avvocato Rosales Sierra.

“La riforma è già stata approvata, ma bisogna continuare ad aver chiaro che non c’è quello che vogliamo. Non ci hanno dato quello che vogliamo. Bisogna discutere e fare i passi che seguono, con le leggi secondarie probabilmente potremo fare qualcosa. Ai governi non stiamo chiedendo favori, è un diritto che abbiamo come popoli. I nostri antenati erano padroni di queste terre, noi abitiamo qui. I bianchi vennero e ci imposero le loro leggi. Ora gli chiediamo che per lo meno ci permettano di essere padroni delle nostre terre, che ci permettano di vivere tranquilli e che ci riconoscano. Il CRAC è in piedi. Siamo i popoli me’phaa, siamo i popoli mixtecos, siamo i popoli afromessicani, gli amuzgos che stiamo chiedendo i nostri diritti e continueremo. Il CRAC morirà quando morirà il sole”, ha terminato Vidulfo. All’una del pomeriggio sono stati installati i tavoli dove sono stati approfonditi i temi della riforma, l’analisi del regolamento interno, i diritti delle donne e le minacce al territorio.

12 ottobre 2024

Tlachinollan

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
CRAC: 29 años sin que las autoridades reconozcan la justicia comunitaria, pubblicato il 12-10-2024 in Tlachinollansu [https://www.tlachinollan.org/crac-29-anos-sin-que-las-autoridades-reconozcan-la-justicia-comunitaria/] ultimo accesso 17-10-2024.

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