La morte di Humberto Ortega
Giorni prima che fosse sottoposto a “casa per carcere” dalla dittatura Ortega Murillo, Humberto ci chiamò e sostenne una lunga conversazione telefonica con Julio López, il mio compagno, e con me. Come si sa, lui fu catturato per un’intervista concessa a Fabián Medina per INFOBAE nel maggio di quest’anno.
Con questa chiamata, Humberto voleva farci sapere quello che pensava. Ci commentò che nel dicembre del 2022 aveva avuto una grave crisi di salute che aveva già superato. -“Mi sento bene. Sto recuperando. Potete dire che già sto bene, attivo e con lo spirito per continuare a contribuire alla soluzione della crisi del nostro paese”. Dopo ci ribadì le principali linee della sua attuale posizione politica.
Ci raccontò che durante la sua crisi di salute aveva riaperto una comunicazione con Daniel -che ora lo visitava a casa sua- e che nelle loro conversazioni gli aveva espresso di non stare contro il governo, ma nemmeno contro l’opposizione; che considerava che la crisi politica del Nicaragua dovesse avere una soluzione, come l’avevano avuta molte guerre, inclusa quella degli anni 80 nel nostro paese. Ci disse che i suoi punti di vista non erano nuovi per Daniel, perché “io ho fatto dichiarazioni pubbliche, come le feci nel 2021 alla CNN, quando dissi che i prigionieri politici non erano terroristi, e dopo, quando morì in carcere Hugo Torres, e anche a favore del vescovo Álvarez, nel 2023, giudicandolo una persona seria e straordinaria”. 1)
Alle nostre domande rispose che a Daniel Ortega erano molto chiare le sue posizioni e di avergli consigliato il cammino del dialogo. Ricordò le sue esperienze quando si incontrarono per la prima volta con la Contra, ai negoziati di Sapoá, e il mutuo odio: -“Con i contra ci uccidevano a fucilate e anche così fummo capaci di superare tanta violenza, risentimenti e giungere ad accordi”. Dagli orientali appresi che in quelle circostanze bisogna guardare direttamente gli occhi, ma anche il cuore dell’avversario, per vedere anche la sua umanità. Tutti siamo umani, anche se stiamo dall’altra parte della barricata”.
E ci riassunse la propria posizione: -“La mia posizione continua ad essere quella del centro politico. Rifiutare gli estremismi. Proporre alternative moderate, di centro, e di impegni tra tutte le parti. In Nicaragua dobbiamo essere capaci di convivere tutti. Solo così ci potrà essere pace e stabilità”.
In un altro momento riconobbe: -“Ci sono settori estremisti da tutti i lati, tra i sandinisti, ma anche in alcuni della destra, che prescrivono di far pagare il conto a tutti i sandinisti, incominciando da me -riconobbe- ma bisogna avere pazienza”. Ricordò che “ogni evento ha il suo tempo”.
Attribuì quegli approcci alle sue esperienze con gli orientali, e ci raccontò un aneddoto che visse con Óscar Turcios nel suo viaggio nella “innevata Manciuria”, quando giunsero ad un addestramento militare pochi minuti prima dell’ora e i coreani li sanzionarono per essere giunti prima: -“Giungere prima è sbagliato, come giungere dopo -ci dissero-. Il tema è giungere al momento giusto”. 2)
Nella sua lunga conversazione ci riaffermò che le sue posizioni sulla necessità del dialogo le aveva condivise in altri momenti con personalità come Óscar Arias, Calderón Fournier e altri, e le difficoltà per la democrazia in Nicaragua poiché non si poteva contare su un’opposizione unita. -“Arias si lamenta che l’opposizione non finisce di mettersi d’accordo e se non si presenta un’opposizione unita non si può aiutare molto (…). A loro è chiaro che ci devono essere elezioni con un “certo spazio” come via d’uscita. Nessuno vuole continuare nello scontro militare”.
Mise in rilievo che era “una pazzia di Chayo voler imporre una continuità familiare del potere. Nessuno di loro ha l’autorità né il primato che riuscì a raggiungere Daniel. Questo non si può ripetere. È una pazzia”. Gli domandammo che diceva Daniel Ortega sulle sue motivazioni e ci disse che questi non dette nessuna risposta verbale, ma “io lo conosco e lui sa e gli è chiaro che alla fine bisogna cercare una svolta, delle vie d’uscita” e affermò: -“Daniel, come una vecchia volpe, non dette risposte dirette, ma lui sa che lo conosco e posso analizzare con intelligenza”.
Humberto ci chiarì che la sua intenzione è di essere un ponte e di contribuire alla ricerca di una soluzione, ed espresse la propria fiducia dato che tra loro la comunicazione rimase aperta, ma, “… ogni cosa ha il suo momento e avviene solo quando giunge il momento; è come una pietra che rotola verso il fiume, non si può fermare”.
Alla mia domanda del perché non usciva dal paese per poter esporre senza pericoli le sue posizioni spiegò: -“Non uscirò dal paese. La forza delle mie posizioni poggia sul fatto che le sto proponendo da dentro”. Ricordò che “sono stato l’unico della direzione storica del Fronte Sandinista che ha avuto il coraggio di chiamare le cose con il loro nome”, -facendo riferimento a coloro che stanno dentro il paese. Allo stesso tempo criticò la codardia dell’attuale capo dell’Esercito per non avere dato gli onori militari che spettavano a Hugo Torres, come Generale (R) e come eroe.
-“La mia posizione è avere pazienza, aspettare, ma attivamente, non passivamente, come stanno altri della direzione storica (…). E anche se non posso stare a parlare molto, bisogna mantenere l’etica e l’impegno e agire quando è necessario, anche se è costoso… Nel 77 ebbi la saggezza di lanciare una misura audace come quella dell’Offensiva di Ottobre. Si avanza solo con le sconfitte”. Faceva riferimento agli attacchi contro le caserme di San Carlos, l’offensiva al nord e a Masaya, nell’ottobre del 1977, che iniziarono la fase offensiva del FSLN contro la dittatura somozista.
Alla fine ebbe parole di riconoscimento per il lavoro di memoria storica che ho realizzato, “che è più di quello di una storica, che ha un profilo storico”. A Julio gli ribadì la mutua conoscenza che si ha “da ragazzi”. Mi impegnai a mandargli stampata la Cronologia Il Popolo contro la Dittatura e, nel frattempo, gliela inviai digitalizzata attraverso la posta elettronica. Alla fine della nostra conversazione gli feci delle domande personali sulla sua famiglia e mi dette dei dettagli privati che ignoravamo, come la sua separazione da Ligia Trejos, e ci impegnammo a mantenere degli spazi di comunicazione aperti tra di noi.
Pochi giorni dopo uscirono le sue dichiarazioni in INFOBAE nelle quali tra le altre cose affermò che il regime era autoritario e personalistico e che non aveva possibilità di continuità. Crediamo che Humberto non potesse sospettare che queste sarebbero state il pretesto per rinchiuderlo a casa al posto della prigione e privarlo di computer, telefoni cellulari e tutti i mezzi e le possibilità di comunicare con l’esterno. Dopo seppi che era nelle condizioni di prigioniero e in isolamento nell’Ospedale Militare.
Sappiamo da fonti fidate che da quasi due settimane era stato inviato a casa sua, perché probabilmente si era ripreso, cosa che l’Esercito ha occultato nel suo comunicato del 29 settembre, quando hanno informato che aveva avuto una grave ricaduta, pronosticando il peggio per la sua vita.
Non dubitiamo che averlo rinchiuso a casa sua, e dopo aver giudicato il suo stesso fratello come un traditore della patria e averlo accusato di aver venduto la propria anima al diavolo, sono concessioni di Daniel Ortega a Rosario Murillo. Ascoltando l’entusiasmo e la sicurezza con cui Humberto ci parlò del suo recupero pochi giorni prima, non dubitiamo che la casa per il carcere fu un’azione di forte impatto emotivo e fisico per lui. Una umiliazione e una tortura politica. Un colpo diretto al cuore.
La situazione di Humberto esprime la disputa per il potere e la correlazione di forze tra Ortega e la Murillo. È anche una sfida per la malconcia istituzione dell’Esercito, che era già stata umiliata con la morte di Hugo Torres, al quale non poterono esprimere gli obbligatori onori che gli toccavano come Generale in Congedo.
L’Esercitò sarà nuovamente umiliato? Daniel Ortega esporrà all’opinione pubblica il declino della propria autorità? Avilés si inginocchierà di nuovo di fronte alla Murillo, o riconosceranno che Humberto dovrebbe essere sotterrato con gli onori che toccano ad un ex Generale dell’Esercito, indiscutibile capo e fondatore di questa istituzione e del suo processo di professionalizzazione?
È ovvio che dietro non c’è solo un tema politico, ma il messaggio che si manda a tutti, inclusa la propria militanza, del disprezzo verso quelli della sua stessa famiglia, del suo sangue, dato che alla fin dei conti facciano quello che facciano e dicano quelle che dicano non lo potranno cancellare. Humberto è un altro storico dirigente sandinista che muore nelle condizioni di prigioniero di Ortega e Murillo, e questo avrà, come molte altre loro azioni, un costo che giorno dopo giorno porta al disprezzo degli autocrati e alla fine di questa dittatura.
Riferimenti
Dati di dichiarazioni di Humberto Ortega negli ultimi anni.
5 luglio 2021: Confidencial: Humberto Ortega: Detenuti dal Regime non sono terroristi https://confidencial.digital/politica/humberto-ortega-detenidos-por-el-regimen-no-son-terroristas/
Febbraio 2022. El País: Il fratello di Daniel Ortega gli rimprovera che reprocha que Hugo Torres sia stato ucciso dalla “crudele reclusione ” a cui fu sottoposto. https://elpais.com/internacional/2022-02-19/el-hermano-de-daniel-ortega-le-reprocha-que-hugo-torres-murio-por-el-cruel-encierro-al-que-le-sometio.html
Febbraio 2023. Intervista a Fuentes Confiables, della CNN.
19 febbraio 2023. La Prensa. Humberto Ortega: Si deve pensare alle elezioni 2026 come via d’uscita dalla crisi in Nicaragua https://www.laprensani.com/2023/02/19/politica/3108866-humberto-ortega-se-debe-pensar-en-las-elecciones-de-2026-como-salida-a-la-crisis-en-nicaragua
Febbraio 2023. 100% Noticias: Humberto Ortega: “Il vescovo Álvarez è un uomo serio, conseguente e lo sta dimostrando” https://100noticias.com.ni/politica/122003-humberto-ortega-critica-condena-obispo-alvarez/
19 maggio 2024: Infobae. Humberto, fratello di Daniel Ortega: “Il suo potere dittatoriale non ha successori, dopo la sua morte ci dovranno essere elezioni” https://www.infobae.com/america/america-latina/2024/05/19/humberto-hermano-de-daniel-ortega-su-poder-dictatorial-no-tiene-sucesores-tras-su-muerte-debera-haber-elecciones/
29 maggio 2024 : Confidencial: Daniel Ortega fa riferimento a suo fratello Humberto come un traditore della patria. Video in: https://www.youtube.com/watch?v=ktKuw7sE8aw
9 giugno 2024: Confidencial: Denunciano “isolamento totale” e mancanza di cure mediche specializzate ad Humberto Ortega (confidencial.digital)
Note:
1) Effettivamente Humberto Ortega ha fatto diverse dichiarazioni che si possono vedere nei riferimenti alla fine di questo scritto.
2) Humberto Ortega e Óscar Turcios ricevettero un addestramento militare in Korea del Nord nel 1968, e nella sua opera L’Epopea dell’Insurrezione fa riferimento a quell’addestramento.
02/10/2024
Rebelión
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Mónica Baltodano, “Humillación y tortura política, golpe directo al corazón”, pubblicato il 02-10-2024 in Rebelión, su [https://rebelion.org/humillacion-y-tortura-politica-golpe-directo-al-corazon/] ultimo accesso 04-10-2024. |