Il numero più alto dal 2009. I datori di lavoro sorpresi hanno pagato R$ 12,8 milioni di compensazioni lavorative.

In 598 operazioni realizzate nel 2023, il Brasile ha riscattato 3.190 persone da condizioni simili alla schiavitù. Questa cifra è la più alta registrata nel paese dal 2009, ancora durante il secondo governo del presidente Luiz Inácio Lula da Silva (PT).

I dati sono stati divulgati dal Coordinamento Generale di Ispezione per lo Sradicamento di Lavori Analoghi alla Schiavitù e la Tratta di Persone (CGTRAE) del Ministero del Lavoro e dell’Occupazione (MTE) e rivelano anche che i datori di lavoro hanno pagato R$ 12,8 milioni in compensazioni lavorative.

Questa domenica (28) si celebra il Giorno Nazionale di Lotta contro il Lavoro Schiavo. La data fu creata dopo il Massacro di Unaí. Nel 2004, il 28 gennaio, quattro impiegati del Ministero del Lavoro e dell’Occupazione furono crivellati durante un’operazione di ispezione in un proprietà agricola della regione di Unaí, nel Minas Gerais.

Dopo un’indagine, la Polizia Federale indicò i fratelli Antério e Norberto Mânica, che sono tra i maggiori produttori di fagioli del Brasile, come autori intellettuali del crimine. Ambedue furono dichiarati colpevoli e condannati rispettivamente a 65 e 64 anni.

Dal 1995, quando furono creati i Gruppi Speciali Mobili di Ispezione, base del sistema di lotta contro la schiavitù nel paese, il Brasile ha riscattato 65 mila lavoratori da condizioni simili alla schiavitù.

L’85% del totale delle persone riscattate lavoravano in zone rurali. Gli immobili produttivi dove più lavoratori sono stati riscattati sono legati alla coltivazione del caffè (302 persone), canna da zucchero (258), servizi di pulizia e preparazione delle terre (249).

Edizione: Nicolau Soares

28 gennaio 2024

Brasil de Fato /Resumen Latinoamericano