Argentina: Anche Mauricio è stato ucciso dall’istituzione


Deja vu: sensazione che sperimentano coloro che percepiscono una nuova situazione come se fosse un vecchio ricordo.

Vivere in un quartiere rappresenta per moltx attraversare scene tristemente radicate, ripetute, quasi uguali; di persecuzione, abuso, repressione, indifferenza, abbandono, violenza, di insicurezza. Nei quartieri il bastone non giudica come in altri luoghi, le opportunità e le cautele non mancano, anzi tutto il contrario. Sovrabbonda la disapprovazione, il non essere preso in considerazione, l’essere tormentato, le torture e gli assassinii per mano delle forze di insicurezza, quelle che ipoteticamente dovrebbero proteggerci (non è mai stato, e non lo sarà mai), ma proteggono solo alcuni, soprattutto dal lato “carino” del Gral. Pace.

Così come il numero di assassinii per mano dell’apparato statale cresce e cresce senza che sembri importare a nessuno. Tra le altre cose, è per questo che l’impunità poliziesca continua a prendersi vite. La macchina continua a funzionare.

Difficoltà, bustarelle, persecuzioni, sequestri, torture e assassinii. Oggi, ieri, domani, questa è una macchina che non si ferma mai, che agisce con la complicità di pesci grossi e cittadini indifferenti. Così tanto che possono prendere un ragazzo per strada, maltrattarlo, costringerlo a rubare, minacciarlo o ucciderlo direttamente. Così tanto che in questi giorni c’è stata una famiglia che chiede giustizia alla porta di una delle celle più nefaste della provincia di Buenos Aires. Commissariato che ha un’infinità di denuncie, che non ha il permesso di ospitare detenutx, eppure lo fa; commissariato che fu un centro clandestino nella dittatura e che oggi, in democrazia, è servito da sfondo alle forze armate per tornare a togliere una vita. Come una volta? No, signorx. Come ora. Come oggi. Come sempre. In piena democrazia. Dimostrando una volta di più che anche se vogliono mascherare le cose, il sistema funziona solo per alcuni e il resto… il resto domani forse non lo raccontiamo.

Mauricio è stato assassinato a La Matanza dalla Polizia bonaerense. Sorprende qualcuno? Forse solo coloro che non sanno né vogliono sapere qual è il ruolo della polizia nella vita di alcunx, nella vita delle grandi maggioranze. L’eterno municipio di Espinoza aggiunge un’altra morte, perché c’è sempre spazio per sporcarsi un po’ di più le mani con il sangue.

Potremmo raccontare come la gente ha scarpinato da Santos Vega fino al distaccamento per esprimere il proprio dolore e la propria rabbia. I/le familiari di Mauricio lacerandosi di fronte ad un’immensa operazione di polizia che è finita con il reprimere bambinx, anziani e ragazzx del quartiere, facendo feritx e detenutx.

La polizia non ti protegge, ti perseguita, ti tortura, di fa scomparire e ti assassina, ma per chi vuol vedere, ascoltare, partecipare e impegnarsi con questa oscura realtà.

Abbiamo ribellione, rabbia e organizzazione contro l’inferno statale, che, come mostra, c’è più di una gemma.

Copertura Collettiva da parte di La Obrera Colectivo Fotográfico Aislamiento Represivo Radio Zona Libre La Chispa Prensa Periódico Gatx Negrx

Fonte: La Chispa Prensa

21 aprile 2023

Resumen Latinoamericano

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Argentina. A Mauricio también lo mató la instituciónpubblicato il 21-04-2023 in Resumen Latinoamericanosu [https://www.resumenlatinoamericano.org/2023/04/21/argentina-a-mauricio-tambien-lo-mato-la-institucion/] ultimo accesso 24-04-2023.

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