Brasile: Il MST di fronte al governo di Lula, “Continuiamo a lottare per le nostre bandiere”


Janelson Ferreira

In questa intervista, Ceres Hadich, della direzione nazionale del MST, affronta temi come la posizione del Movimento di fronte al governo di Lula, la lotta contro la fame e la lotta per la terra quest’anno.

Venerdì 27 gennaio, è terminata la riunione del Coordinamento Nazionale del MST, che ha avuto luogo a Luziânia, GO. L’attività, che ha contato su più di 400 delegati, ha cercato di unificare l’analisi della congiuntura dell’organizzazione, oltre ad allineare le tattiche del Movimento per il prossimo periodo. I dibattiti hanno incluso temi come la politica internazionale e nazionale, e la costruzione della Riforma Agraria Popolare tra le famiglie Senza Terra, oltre alle relazioni con il nuovo governo Lula. Un riassunto dei dibattiti e delle indicazioni è contenuto nella Lettera al Popolo Brasiliano.

Nell’intervista, Ceres Hadich, della direzione nazionale del MST, analizza i principali temi discussi nell’incontro. Hadich ha un master in Agroecologia e Agricoltura Sostenibile, oltre a dimorare nel nord del Paraná. Secondo la dirigente, il MST continuerà ad appoggiare il governo di Lula, ma non abbandonerà le proprie bandiere storiche. Per questo, “la lotta per la terra e le occupazioni di terre continuano ad essere il motore del MST”, dice Hadich.

Verso i suoi 40 anni, il MST mette la produzione di alimenti, a partire dalla costruzione della Riforma Agraria Popolare, come una necessità non solo delle famiglie Senza Terra, ma di tutto il popolo brasiliano, dice la militante. “Questo è un impegno fondamentale che abbiamo inteso come centrale nella lotta per la Riforma Agraria”, evidenzia.

Esamina l’intervista completa:

Il MST ha partecipato attivamente al processo di costruzione della vittoria di Lula nella campagna elettorale del 2022. Ora, con il governo eletto, che ha giurato e sta agendo, come si pone il MST?

Nella costruzione storica, che nel 2024 ci porterà ai 40 anni, il MST ha sempre costruito relazioni con differenti governi. Abbiamo pensato che l’arrivo di Lula al governo segni un momento unico nella nostra storia. E anche lo stesso MST sta passando attraverso un periodo di maturazione della nostra strategia di Riforma Agraria Popolare.

Negli ultimi anni, abbiamo affrontato seri colpi alla democrazia, dal processo di destituzione della presidente Dilma, la criminalizzazione e persecuzione dei movimenti sociali e della sinistra brasiliana nel suo insieme, l’arresto di Lula, la lotta per la sua libertà e la ripresa del processo democratico… Tutto questo indica che l’attuale periodo è anche di resistenza e impegno permanente, vigilando sulla nostra democrazia. Allora, come movimento sociale, continueremo a lottare per le nostre agende immediate, che dialogano con la nostra base: la lotta per la terra, per la Riforma Agraria, per tutti i diritti che abbiamo per vivere e sviluppare la vita delle famiglie Senza Terra, nei nostri accampamenti, e insediamenti.

La lotta è far pressione sul governo affinché porti a termine e crei le basi per rafforzare la Riforma Agraria. D’altra parte, come parte della costruzione storica del potere popolare in Brasile, intendiamo che sia necessario rafforzare il governo e contenderlo, per poter guidarlo al di là della volontà politica che ha Lula. Magari avessimo la forza per guidare questo governo, di fatto, ad organizzare le basi di politiche che rispondano alle necessità della classe operaia e della maggioranza del popolo brasiliano.

Al centro della foto, Ceres Hadich. Foto: Leandro Taques

Lo scorso 8, abbiamo visto i bolsonaristi provocare una delle maggiori minacce alla democrazia brasiliana in tutta la storia. Nonostante ciò,  questo non è stato un fatto isolato. Successivamente, gli attentati terroristi e le minacce dei bolsonaristi hanno messo in stato d’allerta la democrazia brasiliana. Qual è il ruolo del MST in questo contesto?

Per anni la nostra democrazia è stata attaccata. Questo avviene a partire dalla contestazione dei risultati elettorali riguardanti la seconda vittoria della presidente Dilma, seguito da tutto il processo di logoramento che ha portato al golpe e, di conseguenza, a tutta la criminalizzazione di Lula, del PT, della sinistra, dei movimenti sociali. L’apice di questo è stato l’elezione di Bolsonaro e questi quattro anni di governo neoliberale, di orientamento neofascista. Tutti questi momenti hanno creato condizioni affinché, più che idee o fatti isolati, si costruisse una base sociale organizzata e identificata ideologicamente con questo pensiero antidemocratico e di estrema destra. Pensiamo che la costruzione della Riforma Agraria Popolare sia una lotta del campo, del popolo contadino, ma che si proietti nella prospettiva di consolidare e rafforzare un progetto popolare per il Brasile”.

La nostra lotta non si limita a costruire la Riforma Agraria Popolare, che è una nobile missione, al di là di democratizzare l’accesso alla terra e discutere la funzione sociale della terra, avendo come punto centrale la produzione di alimenti e la produzione di nuove relazioni. Questa lotta dialoga direttamente anche con la costruzione di una società più giusta, umana, democratica, includente e diversa per tutti. Riaffermando la Riforma Agraria Popolare, riaffermiamo anche il ruolo del MST nella costruzione di un progetto popolare, democratico e ampio per il Brasile. Intendiamo noi come parte della costruzione di un processo di resistenza, che ingloba tutte le forze che vogliono costruire un nuovo Brasile, nel campo e nella città. Per questo è così importante per noi tenere la costruzione della democrazia al centro della nostra lotta e affrontare tutte le iniziative che sono contro questa costruzione. Attualmente, come risultato del governo di Bolsonaro, abbiamo 125 milioni di brasiliani ad un livello di insicurezza alimentare.

Qual è il ruolo del MST di fronte alla crisi di fame e miseria del paese?

Affrontare questa falsificazione del processo democratico implica anche affrontare una delle maggiori forme di violenza che vive il paese, che è la povertà e la fame. Ambedue violenze strutturali, che in Brasile sono direttamente legate alla non risolta questione agraria. Se il paese stabilisse con serietà delle politiche pubbliche che permettano la democratizzazione dell’accesso alla terra, una Riforma Agraria che incentivi lo sviluppo del campo, delle persone, delle tecnologie, della produzione di alimenti e dell’accesso a questi alimenti da parte della popolazione, certamente non saremmo di fronte ad una quadro di disuguaglianza e violenza così grave come questo. Ci è molto chiaro che le terre che abbiamo già conquistato attraverso la Riforma Agraria sono destinate a compiere la loro funzione sociale e lo sviluppo dei nostri territori e la vita delle famiglie insediate. Ma, al di là di questo, hanno anche la funzione di produrre massicciamente alimenti salubri che giungano al popolo brasiliano. Questo è un impegno fondamentale che abbiamo inteso come centrale nella lotta per la Riforma Agraria. Oggi abbiamo migliaia di famiglie accampate che, da un lato, alleviano la durezza della fame, della violenza, della miseria nelle città. Nella misura in cui permettiamo che queste famiglie ritornino al campo, legandosi con il lavoro e la vita al campo, mitighiamo anche le conseguenze di non realizzare riforme strutturali in Brasile. D’altra parte, abbiamo i nostri accampamenti che producono alimenti e contribuiscono effettivamente alla lotta contro la fame e la miseria. Questa è, inoltre, una bandiera che dialoga con molta mistica e simbologia con il nostro popolo senza terra. La fame è una delle maggiori violenze che possa subire una persona. E il nostro popolo contadino comprende che è un regalo poter conquistare la terra che, con il frutto e il sudore del nostro lavoro, si possano produrre alimenti che, oltre a soddisfarci, siano capaci di alimentare altre bocche e cuori. Per noi questa connessione tra il lavoro, la produzione dei nostri alimenti e la capacità di alimentare il cuore, la mente e la bocca delle persone, che vogliono anche sognare un giorno migliore per il nostro paese, ha una simbologia molto forte.

Foto: Juliana Adriano

Una delle centralità che ha segnalato il governo di Lula fa riferimento alla questione ambientale e alla lotta contro i delitti contro l’ambiente, che sotto Bolsonaro sono cresciuti significativamente. Come affronta questi temi il MST?

Ogni volta ci è più chiaro che è urgente e necessario costruire una Riforma Agraria Popolare, un mondo più giusto, ugualitario, equilibrato, che permetta la continuità della vita umana, non basata sulla conciliazione con gli interessi del capitale. Il MST ha sempre dibattuto la ricostruzione delle relazioni con la natura, delle relazioni produttive e del lavoro. Da una parte, è urgente e necessario affrontare questa ondata esacerbata e senza controllo di deforestazione, incendi, liberazione dai pesticidi e altri delitti ambientali. Dall’altra parte, fa parte del nostro modo di costruire la Riforma Agraria Popolare indicare alternative e, per questo, riaffermiamo che costruire la Riforma Agraria Popolare e l’agroecologia implica anche ricostruire le nostre relazioni con la natura. In questo modo, costruiamo il Piano Nazionale di Alberizzazione, Produciamo Alimenti Salutari, che combina la difesa della natura con la costruzione di un equilibrio tra le necessità di produrre alimenti e stabilire relazioni ecologiche più equilibrate con i biomi in cui interagiamo. 

Le occupazioni sono state la principale forma di lotta del MST in questi 39 anni. Di fronte al nuovo governo di Lula, rimarranno all’orizzonte forme di mobilitazione per il Movimento?

Le occupazioni sono strumenti nella lotta per la Riforma Agraria Popolare. Il Movimento è nato quasi 40 anni fa con lo scopo che solo attraverso l’organizzazione popolare la gente lotta per questo diritto fondamentale, che è l’accesso alla terra. È a partire dalle occupazioni che costituiamo la maggior parte degli insediamenti e dei territori della Riforma Agraria. Pensiamo che questo sia un cammino che è anche sostenuto dalla Costituzione Federale. La lotta per la terra e le occupazioni di terre continuano ad essere il motore del MST e, di conseguenza, continuano ad essere nel nostro orizzonte. Le condizioni obiettive per questa forma di lotta sono date nella misura in cui è necessario. Non occupiamo mai terre per mera volontà, ma coniugando sempre le necessità concrete delle masse. Fino a quando avremo un popolo senza terra e una terra senza popolo, certamente, affinché la costruzione della Riforma Agraria Popolare continui e progredisca, continueremo ad organizzare questo popolo.

3 febbraio 2023

dalla pagina MST / Resumen Latinoamericano

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Janelson Ferreira, Brasil. “Sigamos luchando por nuestras banderas”: el MST frente al gobierno de Lulapubblicato il 03-02-2023 in Resumen Latinoamericanosu [https://www.resumenlatinoamericano.org/2023/02/03/brasil-sigamos-luchando-por-nuestras-banderas-el-mst-frente-al-gobierno-de-lula/] ultimo accesso 24-02-2023.

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