Il ministro dell’Interno colombiano ha informato questo lunedì che l’attuazione dell’accordo sarà valutata ogni due mesi.
Il governo della Colombia ha cominciato l’anno con un indubitabile trionfo politico, concordando con i cinque principali gruppi armati del paese un cessate il fuoco di sei mesi, un’intesa molto più che simbolica per l’obiettivo del presidente Gustavo Petro di implementare la “pace totale”, ed elogiato dall’ONU, che lavorerà insieme alla Chiesa alla verifica del patto.
“Abbiamo concordato un cessate il fuoco bilaterale con l’ELN, la Seconda Marquetalia, lo Stato Maggiore Centrale, le AGC (Autodifese Gaitaniste della Colombia) e le Autodifese della Sierra Nevada dal 1 gennaio fino al 39 giugno 2023, prorogabile secondo i progressi nei negoziati”, ha dichiarato ieri sera il mandatario in un tweet, pochi minuti prima della fine dell’anno.
La Seconda Marquetalia è uno dei principali gruppi delle dissidenze delle FARC che sono rimasti fuori dall’accordo del 2016 e AGC è il nome formale del cosiddetto Clan del Golfo, la più importante struttura del narcotraffico locale.
La Presidenza della Colombia ha spiegato in un comunicato che il principale obiettivo dell’accordo sarà di “sospendere i danni umanitari” alla popolazione e, particolarmente, alle comunità etnico-territoriali e contadine.
Saranno sospese anche le azioni offensive e si eviteranno incidenti armati tra la forza pubblica e le organizzazioni.
L’annuncio crea aspettative specialmente tra gli abitanti di regioni come Arauca, Norte de Santander, Caquetá, Putumayo, Chocó, Cauca e il nordest antioquegno, tutte zone dove questi gruppi armati hanno una maggiore influenza e, perciò, ci sono più delitti e più attacchi contro la popolazione civile.
Il Governo emanerà un decreto specifico per ognuna delle organizzazioni, con il quale si determineranno la durata e le condizioni del cessate il fuoco, che avrà anche una verifica nazionale e internazionale a carico della Missione di Verifica dell’ONU, della Missione di Appoggio al Processo di Pace in Colombia dell’OEA, della Difensoria del Popolo e della Chiesa Cattolica, ha informato l’agenzia di notizie Europa Press.
L’Esecutivo colombiano si è anche impegnato a valutare i processi in atto e altri cessate il fuoco unilaterali per prendere future decisioni, come parte dell’impegno della “pace totale”.
Ogni due mesi si valuterà il cessate il fuoco pattuito
Il governo della Colombia valuterà ogni due mesi il compimento del cessate il fuoco bilaterale pattuito con i principali gruppi armati, che sarà attuato durante il primo semestre dell’anno, ha informato questo lunedì il ministro dell’Interno.
“Il lavoro più difficile che c’è, è la verifica. Si prevede che ogni due mesi si faccia un bilancio dell’evoluzione in ciascuno dei territori, con ciascuna di queste organizzazioni”, ha spiegato il capo del ministero, Alfonso Prada, in un’intervista con l’emittente locale Blu Radio.
Prada ha affermato che la forza pubblica manterrà il controllo di “assolutamente tutto il territorio” e non saranno smilitarizzate le regioni come si fece nei precedenti negoziati di pace “affinché si muovano a loro piacere ognuna di queste organizzazioni”.
“Qui non si ferma la presenza delle forze armate, si fermano gli spari da un lato e dell’altro. Ma le forze armate, lo dicono gli stessi decreti, conservano la pienezza delle proprie facoltà costituzionali”, ha aggiunto il funzionario.
Il dialogo con l’ELN
L’ultima guerriglia riconosciuta del paese, l’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN), e il Governo della Colombia hanno iniziato a novembre i negoziati di pace in forma ufficiale a Caracas, con delegati di Cuba e Norvegia come garanti.
Le parti hanno previsto di riprendere le conversazioni alla fine di gennaio in Messico.
Al termine del primo giro di negoziati il 12 dicembre le delegazioni hanno concluso con quattro accordi parziali. Uno di questi è un patto umanitario che permetta il ritorno di centinaia di famiglie sfollate nelle regioni del Bajo Calima, Chocó, Medio San Juan e Valle del Cauca.
Il governo della Colombia e l’ELN avevano iniziato conversazioni di pace nel 2016, quando il presidente era Juan Manuel Santos, che aveva finito di firmare un accordo simile con le FARC.
Ma questi negoziati furono congelati nel 2018 dal successore di Santos, Iván Duque, dopo che l’ELN aveva fatto un attentato contro una scuola di polizia che aveva fatto 22 morti.
Dall’altra parte, i gruppi Seconda Marquetalia e Stato Maggiore Centrale, che si allontanarono dal patto di pace firmato dalle FARC nel 2016, sostenevano “dialoghi esplorativi” separati con delegati di Petro.
Guidato nel passato da Dairo Úsuga, alias Otoniel, ora estradato negli Stati Uniti, il Clan del Golfo è la maggiore banda narco del paese.
Come le Autodifese della Sierra Nevada, è formato dai rimanenti paramilitari di estrema destra che si smobilitarono all’inizio del 2000.
Tutti questi gruppi riuniscono più di 10.000 uomini armati, che si affrontano in lotte per i proventi del narcotraffico e di altri affari illegali nel maggior produttore di cocaina a livello mondiale, secondo l’Istituto di Studi per lo Sviluppo e la Pace (Indepaz).
“Questo è un atto audace. Il cessate il fuoco bilaterale obbliga le organizzazioni armate e lo stato a rispettarlo”, ha scritto Petro nelle sue reti sociali. È ha aggiunto: “La pace totale sarà una realtà. È mio desiderio che in questo fine d’anno sia possibile la pace”.
Il ministro della Difesa, Iván Velázquez, ha affermato che le Forze Armate “sostengono questo nuovo sforzo per la pace e si fanno carico dell’impegno che implica un cessate il fuoco bilaterale, rafforzando simultaneamente il controllo del territorio e la protezione della popolazione”.
Da parte sua, la senatrice Claudia Pizarro, figlia dell’assassinato candidato presidenziale Carlos Pizarro, ha espresso il proprio impegno con l’intenzione: “Il mio impegno è con @petrogustavo, con la #PazTotal e con la Colombia!”, ha messaggiato.
Petro è stato anche sostenuto dal legislatore governativo Pedro Suárez Vacca, dal presidente della Camera dei Rappresentanti, David Racero, e dall’attuale consigliere presidenziale per le Regioni, Luis Fernando Velasco Chaves, tra gli altri.
Anche il rappresentante del segretario generale dell’ONU in Colombia, Carlos Ruiz Massieu, ha salutato in Twitter “gli sforzi orientati a ridurre la violenza nei territori, a proteggere le comunità colpite dal conflitto e a costruire la pace in Colombia”.
E la Difensoria del Popolo ha promesso di stare “attenti a verificare, nei differenti territori, che si rispetti la cessazione delle azioni armate da parte dei gruppi armati illegali”.
Anche l’opposizione si è pronunciata ufficialmente, Andrés Forero, congressista del Centro Democratico -il partito dell’ex presidente Álvaro Uribe-, ha già avvertito che “il cessate il fuoco bilaterale è un’inaccettabile claudicazione dello stato di fronte ai gruppi armati illegali” e una decisione per “legare le mani della forza pubblica”.
D’altra parte, l’ex capo delle FARC Rodrigo Londoño, alias Timochenko, ha elogiato che il cessate il fuoco multilaterale “allevierà le comunità della Colombia profonda che patiscono gli orrori della guerra”.
02/01/2023
Tiempo argentino
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
“Petro anunció el cese bilateral al fuego con cinco grupos armados por seis meses”, pubblicato il 02-01-2023 in Tiempo argentino, su [https://www.tiempoar.com.ar/mundo/petro-anuncio-el-cese-bilateral-al-fuego-con-cinco-grupos-armados-por-seis-meses/] ultimo accesso 04-01-2023. |