Ieri, 12 dicembre 2022, si è consumata la massima cucina mai realizzata nella storia del Parlamento cileno. Per 92 giorni, rinchiusi nel vecchio Congresso, alle spalle del popolo, deputati e senatori di governo e opposizione, hanno finito con il partorire un marchingegno destinato a incatenare la sovranità popolare, perpetuando, nei fatti, il modello economico sociale neoliberale, concepito da Jaime Guzmán e un pugno di “esperti”, come li si chiama ora.
È curioso. Il risultato del Plebiscito del passato 4 settembre, ha avallato in modo pesante l’opzione RIFIUTO. Coloro che l’hanno appoggiata non dovrebbero temere la sovranità popolare. Nonostante ciò, il loro leggendario terrore di qualsiasi espressione veramente democratica, è superiore ad un ragionamento logico e li induce a promuovere sofisticate formule destinate ad evitare qualche cambiamento di verità.
Il documento presentato ieri da alcuni artefici del tradimento, come Álvaro Elizalde presidente del Senato, e Raúl Soto, ex presidente della Camera dei Deputati, è un modello di incatenamento della volontà popolare.
Si propone l’elezione di un “Consiglio Costituzionale composto da 50 persone elette con una votazione popolare diretta secondo il sistema elettorale applicabile alle circoscrizioni senatoriali, mediante suffragio universale e obbligatorio, con liste aperte composte da partiti o patti di partiti, che potranno includere persone indipendenti. Il Consiglio Costituzionale sarà integrato mediante il principio di parità di entrata e uscita”.
Ma occhio. Qui sta il blocco: questo Consiglio non elaborerà nessuna proposta di nuova Costituzione. Potrà solo accettare o rifiutare la proposta elaborata da una “Commissione di Esperti, formata da 24 persone di indiscutibile traiettoria professionale, tecnica e/o accademica, di composizione paritaria, elette 12 dalla Camera dei Deputati e Deputate e 12 dal Senato, in proporzione alla rappresentanza delle distinte forze politiche e approvata da 4/7 dei membri in esercizio delle rispettive Camere”.
“Questo organo avrà a suo carico la redazione di un pre-progetto che servirà da base per la discussione e la redazione del nuovo testo costituzionale, alla maniera di un’idea madre del medesimo”.
Riassumendo. Che sia chiaro. Il Consiglio Costituzionale, composto da 50 persone, non elabora nulla… Nulla!!! Ripeto: il suo unico obiettivo è discutere e approvare una proposta di testo che gli presenta l’illustre Commissione di Esperti.
Chi sono questi esperti? Questi saggi dotati di una saggezza infallibile, comparabile solo all’Oracolo di Delfi?
Dio!!! Più rispetto. Si tratta di niente meno che della “Commissione Esperti composta da 24 persone di indiscutibile traiettoria professionale, tecnica e/o accademica, di composizione paritaria, eletti 12 dalla Camera dei Deputati e Deputate e 12 dal Senato, in proporzione alla rappresentanza delle diverse forze politiche e approvata da 4/7 dei membri in esercizio delle rispettive Camere”.
Chi può essere un esperto? Esperto in che? In Diritto costituzionale? In Salute, Educazione, Casa, Economia?
Per esempio: io posso considerarmi un esperto in materie politiche di Casa e Città. Ma altri diranno con uguale merito, che anche Iván Poduje è un esperto in dette materie. Ci sono dubbi di come procederemmo lui ed io nel formulare il diritto ad una casa degna e adeguata? Uno preoccupato di promuovere la casa come un bene comune e l’altro a mantenere e/o perfezionare la casa come un prodotto di mercato.
Non esistono esperti liberi da un’ideologia, né in Cile né da nessuna parte.
Da ultimo, al fine di evitare qualsiasi possibilità che possa sfuggire qualche proposta veramente democratica, l’Accordo approvato ieri formula l’esistenza di un “Comitato Tecnico di Ammissibilità composto da 14 persone, giuristi di illustre traiettoria professionale e/o accademica, che saranno elette dal Senato in virtù di una proposta unica che sarà formulata dalla Camera dei Deputati e delle Deputate. Ambedue le votazioni dovranno contare sul sostegno di 4/7 dei membri in esercizio. Questo Comitato Tecnico di Ammissibilità avrà il compito di rivedere le norme approvate nelle distinte istanze che siano presentate alla Commissione Esperta e/o al Consiglio Costituzionale, al fine di determinare un’eventuale inammissibilità di queste quando siano contrarie alle basi istituzionali”.
Dobbiamo riconoscere il talento di coloro che hanno ideato questo marchingegno, di concepire un meccanismo blindato in modo di evitare qualsiasi possibilità di modificare il modello economico e sociale vigente.
Esercitai per la prima volta il diritto di voto nell’elezione presidenziale che ebbe luogo nell’anno 1952. Da allora fino ad ora, non ho mai smesso di votare, anche durante i nefasti anni regolati dalla Legge Maledetta emessa dal traditore González Videla.
Confesso che per la prima volta nella mia vita non mi presterò a convalidare una procedura così perversamente antidemocratico. Mi dispiace per i compagni con cui ho combattuto tante battaglie nella mia vita e che, in buona fede, hanno sottoscritto simile marchingegno.
Non posso. Dovrebbero farmi di nuovo.
Non importa. È un fatto che io non riuscirò a vederlo, ma non ho alcun dubbio nei valori di un popolo che è stato capace di costruire gli indimenticabili mille giorni del governo di Allende e che saprà recuperare, non so se prima o poi, la capacità di costruire il proprio futuro.
13 dicembre 2022
Le Monde Diplomatique
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Miguel Lawner, “El acuerdo de la infamia”, pubblicato il 13-12-2022 in Le Monde Diplomatique, su [https://www.lemondediplomatique.cl/el-acuerdo-de-la-infamia-por-miguel-lawner.html] ultimo accesso 19-12-2022. |