Colombia: La discussione dal basso di fronte al progressismo di Petro e Francia


Felipe Martínez

A quasi un mese dall’insediamento del governo progressista in Colombia, è iniziata la prima discussione tra alcuni settori dei movimenti sociali dal basso e il nuovo governo. Il tema centrale? La terra, il suo possesso e le storiche lotte che si intrecciano in diversi territori rurali del paese.

Il passato 30 agosto è stata realizzata la conferenza stampa del governo nazionale su quello che hanno chiamato “invasione di terreni”. Chi ha partecipato? Alti funzionari come la vicepresidente Francia Márquez, la ministra dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale, Cecilia López, il ministro dell’Interno, Alfonso Prada, Iván Velásquez, ministro della Difesa, e il direttore dell’Unità per la Restituzione delle Terre, Giovani Yule (1). Quanto lì dichiarato ha lasciato molti dispiaceri e ha suscitato la prima discussione aperta tra alcuni settori dei movimenti sociali dal basso contro il governo progressista.

Adeguarsi ai tempi istituzionali

Anche se in qualche modo il governo ha cercato di fare un discorso “conciliatore”, in fondo e senza alcun rossore, ha fatto capire che tutte le lotte storiche devono fermarsi e aspettare che i tempi e i ritmi istituzionali trovino una soluzione alla problematiche agrarie, dato che permanendo potrebbero ostacolare le scommesse della riforma agraria integrale che ha il governo promesso. È stato come ascoltare: “abbiate fiducia in noi, dateci tempo e i vostri problemi troveranno una soluzione”.

Così come hanno cercato di essere amabili, hanno anche mostrato il loro volto di violenza e repressione, dato che hanno dato un termine di 48 ore per abbandonare le “invasioni delle terre”, criminalizzando e delegittimando così le lotte popolari di coloro che sono stati spogliati della terra, che hanno portato a termine questi esercizi di recupero/liberazione delle terre contro i più terribili e sanguinari poteri lungo la sua storia in Colombia.

Non sorprende che i funzionari in nessun momento abbiano toccato il tema centrale che ha attizzato i più profondi conflitti di carattere politico e armato nel paese: la concentrazione delle terre più fertili nelle mani di pochi latifondisti e multinazionali che saccheggiano e si appropriano con la forza delle terre dei contadini, degli indigeni e del popolo nero. No. Questo tema non si tocca perché per il governo il problema principale in questo momento sono gli “invasori” che attentano alla proprietà privata.

Continuano le minacce

Così come non sono stati toccati i temi centrali del problema della terra, non sono stati denunciati ne hanno trattato temi come la formazione dei cosiddetti “gruppi di reazione solidale” promossi dagli allevatori della Fedegan, che potrebbero essere interpretati come un rafforzamento nel paese delle strutture paramilitari.

Allo stesso modo, non sono stati toccati temi come il continuo processo di persecuzione e minacce contro i processi sociali e i loro dirigenti da parte delle strutture armate, che non si sono fermate e che domenica 21 agosto, nella frazione Santa Rosa del Municipio de Caloto, Cauca, hanno fatto un attentato contro Rosana Mejía Caicedo, la maggiore autorità dell’Associazione dei Consigli Comunitari del Norte del Cauca (ACONC), alla quale hanno sparato con un’arma da fuoco nella propria abitazione dove si trovava (2).

Allo stesso modo, nel giorno in cui viene scritto questo articolo (6 settembre) il CRIC ha denunciato che sono stati minacciati diversi dirigenti della sua organizzazione da parte delle Aquile Nere, blocco Sudoccidente colombiano, che presuntamente dicono di “difendere la sovranità del paese, la democrazia, lo sviluppo economico del paese e l’ordine pubblico” (3).

Dignità ribelle

Le risposte da parte di alcuni settori dei movimenti sociali dal basso non si sono fatte attendere e sono state date in modo forte. Nel Cauca, 48 ore dopo le dichiarazioni del governo e dopo l’attacco della forza pubblica che ha cercato di sgomberarli, il Processo di Liberazione della Madre Terra, ha pubblicato una lettera in cui hanno detto: “mandiamo a dire al gran capo che NON sgombreremo, che qui in queste terre rimaniamo perché questa è la nostra casa per vivere e lottare” (4).

Da parte sua, il Coordinatore Nazionale Agrario ha sostenuto in un comunicato che: “chiariamo al Governo Nazionale che non siamo gli invasori, stiamo recuperando la terra come parte di quanto ci hanno rubato per decenti i latifondisti creoli e il capitale transnazionale, e che nessun governo ha intrapreso iniziative per impedire quanto sopra. Pertanto, ci tocca farlo con i nostri propri mezzi, anche se ci costa la vita e la libertà” (5).

Questo scenario di non piegarsi o chinare il capo al governo progressista è complesso per i movimenti dal basso e deve accendere gli allarmi, dato che il riflesso più vicino è quello del paese fratello del Cile. Lì i territori del WallMapu, dove è insediato il Coordinamento Arauco Malleko (CAM), una delle principali organizzazioni anticapitaliste mapuche, sono stati dichiarati in stato d’emergenza e successivamente militarizzati. Allo stesso tempo lo storico dirigente Héctor Llaitul è stato incarcerato dal governo di Boric e tutto è giustificato attraverso la “legalità giuridica” (6).

Il chiaroscuro che attraversiamo

In mezzo a questo scenario due cose sono chiare, in primo luogo, questo è un governo progressista e, pertanto, non realizzerà riforme strutturali come quelle che immaginiamo dal basso, dato che il Pacto Histórico si fonda su molteplici settori politici di carattere alternativo e tradizionale del paese che rifiutano un reale cambiamento (7). In secondo luogo, è chiaro che questo governo è molto più sopportabile, che vivere di nuovo in un regime come l’uribista, pertanto, le critiche che sono fatte dovrebbero essere prese più come un apporto per costruire e non distruggere il governo.

Di fronte a questa realtà, un compito imprescindibile per quelle e quelli in basso è di rafforzare in lungo e largo il paese le organizzazioni sociali e comunitarie. Apprendendo le lezioni del continente, l’ora del progressismo in Colombia dovrebbe essere un momento per uscire rafforzati e con capacità organizzative mai viste prima. Non facendo così, ripeteremo gli errori di altri paesi fratelli. Pertanto, continua ad essere urgente e imprescindibile convocare e realizzare un evento autonomo dei movimenti sociali del paese, per lavorare ad un’agenda e ad una propria rotta che vada al di là di quanto è istituzionale.

Trovare questo orizzonte, ci farà comprendere che trasformare il paese in una “potenza mondiale della vita” attraverso “lo sviluppo del capitalismo in Colombia”, è una contraddizione sommamente trascendentale. Dato che dal nostro punto di vista, capitalismo e vita sono concetti opposti, giacché l’unica cosa che genera il capitalismo sono deliranti disuguaglianze grazie al suo modello di produzione e di circolazione senza limite, dove pochi beneficiano a spese delle maggioranze che lavorano senza riposo per sopravvivere, mentre milioni soffrono l’impoverimento, le angustie della fame e i quotidiano lavoretti. Capitalismo è sinonimo di morte e implica benefici individuali, invita al “si salvi chi può e come può”, mentre la vita è l’opposto, è una costruzione collettiva, comunitaria, l’intreccio dell’insieme per il benessere comune nel pianeta (8).

Note:

1) Vedere conferenza stampa in: https://www.youtube.com/watch?v=q2EWdNTSXBA

2) Vedere: https://www.facebook.com/ASOCIACIONACONC/posts/pfbid035VFpr7Tfm4LJG6zHa8rWpgyL7wc2CrfWVxuNB7XF2VM4RQMT3Qdhgsv4a6bY2BTGl

3) Vedere: https://www.cric-colombia.org/portal/denuncia-publica-a-la-comunidad-nacional-e-internacional-9/

4) Vedere: https://liberaciondelamadretierra.org/no-nos-vamos-esta-es-nuestra-casa-para-vivir-y-luchar-ii/

5) Vedere: https://www.facebook.com/CNAColombia/posts/pfbid0a54hHB22ZKLkQnQKtSPQqNyWr9tMjrv1fN7DJ83yNrPJho4x3Xv6RMbPa1gaxs1El

6) Vedere i due articoli: https://desinformemonos.org/boric-encarcela-a-llaitul-y-en-la-calle-exigen-su-libertad/ y https://desinformemonos.org/el-progresismo-sin-careta/

7) Vedere: https://www.desdeabajo.info/colombia/item/46166-48-horas.html

8) Per approfondire l’idea si suggerisce di leggere il seguente articolo: https://www.desdeabajo.info/ediciones/item/46088-mas-capitalismo.html

7 settembre 2022

Desinformémonos

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Felipe Martínez, La disputa de abajo frente al progresismo de Petro y Franciapubblicato il 07-09-2022 in Desinformémonossu [https://desinformemonos.org/la-disputa-de-abajo-frente-al-progresismo-de-petro-y-francia/] ultimo accesso 13-09-2022.

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