Il popolo risponde con le barricate e le pietre, e la polizia è disposta ad uccidere: Lasso ha dato luce verde per fare realmente uso delle armi da fuoco.

13° giorno di lotta e resistenza. Sono 13 giorni che il governo non ha dato una risposta al documento con le richieste prospettate dallo sciopero nazionale, popolare e plurinazionale, chiedono una risposta alle loro richieste e la cessazione della brutale repressione ricevuta da parte della polizia nazionale e dell’esercito.

D’altra parte, il presidente Guillermo Lasso ha finito con il rompere ogni possibilità di dialogo e ha dichiarato guerra al movimento indigeno e alla gente, che sta manifestando nelle strade, con il discorso della “difesa della pace” per cui userà tutte le risorse necessarie affinché ritornino nei loro territori. A questo si aggiungono le dichiarazioni del Ministro degli Interni, Patricio Carrillo, di applicare un uso progressivo della forza, fatto che significa un cammino aperto al massacro di coloro che resistono nelle strade.

In questo momento stanno reprimendo i centri di pace dove si trovano tutti i compagni indigeni delle province, dove stanno donne, bambini e persone ferite. Ma la resistenza non cede e la sollevazione popolare iniziata 13 giorni fa si estende.

Fuori Lasso, Fuori le politiche capitaliste dall’Ecuador!

Continuano ad essere coraggiosi. Hanno TIRATO FUORI da qui l’impero spagnolo per le ingiustizie… tocca ancora una volta tirare fuori il fango mescolato con il ferro… IL POTERE DEL CIELO È CON NOI GRAZIE A QUESTO CORAGGIO DI LOTTARE PER I DIRITTI DI QUESTA TERRA E DIFENDERE LA SUA NATURA

25 giugno 2022

Resumen Latinoamericano