José Huenchunao, uno dei fondatori ed ex dirigente del Coordinamento Arauco Malleco (CAM), ha difeso la lotta armata e ha riconosciuto che occasionalmente si mantiene ancora in contatto con Héctor Llaitul. Sul furto del legname, ha dichiarato che non è furto, giacché sta dentro i territori delle comunità che hanno recuperato le loro terre.
Uno dei fondatori del Coordinamento Arauco Malleco (CAM) e uno dei suoi ex dirigenti, José Huenchunao, è stato intervistato nella regione del BioBío dal giornalista Hugo Varela, del media Sala de Prensa, sulle sponde del lago LleuLleu, nella quale ha fatto riferimento al cosiddetto conflitto indigeno e all’aumento della violenza che si vive nella zona. Ha difeso la lotta armata e ha riconosciuto che occasionalmente si mantiene ancora in contatto con l’attuale portavoce del movimento, Héctor Llaitul.
Nell’intervista, Huenchunao racconta che il CAM nasce a seguito di un problema di spazio dentro le comunità e del recupero delle terre, là durante il decennio del 90, così come per quanto avveniva con le imprese forestali, che stavano giungendo “nel seno” delle comunità con le loro piantagioni.
“A partire da questo cominciammo a lavorare all’idea di creare un coordinamento delle comunità che fossero legate alla restituzione delle loro terre… questo generava condizioni per poter ricostruire di nuovo il nostro popolo”, dice José Huenchunao.
Secondo quanto racconta l’ex dirigente del CAM, oggi esiste un progresso su vari temi su quello che è il popolo mapuche, che non esistevano prima, come per esempio, che stanno vedendo che tipo di organizzazione devono avere e le linee che devono sostenere la “ricostruzione del popolo mapuche” e identifica il nemico comune nel “sistema capitalista”.
Huenchunao racconta anche che si riunisce periodicamente con l’attuale portavoce del CAM, Héctor Llaitul, con il quale si riunisce quando c’è la possibilità e che sono uniti sulle idee e sulla strategia.
Prendere le armi
“Qui ora c’è la decisione del popolo mapuche di lottare, di resistere, anche di alzare le armi, nella misura in cui sia necessario, perché non c’è nessun popolo che si sia liberato in un altro modo… Non è che uno stia facendo apologia della violenza, è la realtà”, dice Huenchunao, anche se deplora le vittime innocenti e pensa che molte volte c’è poco criterio nel “fare le cose”.
“Il problema di fondo è che a noi ci è stato negato, per un certo tempo, di essere mapuche; in tutti gli spazi, anche nelle scuole. Le scuole sono state gli spazi di maggior alienazione, acculturamento che sono stati creati contro la nostra gente”, dice.
“Noi, certamente, ad un certo punto, dovremo impadronirci delle scuole dei territori mapuche, per esempio. E noi, dire quello che si insegna nelle scuole secondo gli interessi del nostro popolo”, aggiunge.
Traffico delle droghe
Huenchunao riconosce che ci sono “cose” in cui non si è stati chiari come movimento mapuche, come per esempio il traffico delle droghe.
“Questo sì, qui c’è, non si può nemmeno nascondere. Noi abbiamo fatto progressi sul tema della conquista di alcuni spazi territoriali… ci sono zone che sono semicontrollate da noi, come popolo, ma come in ogni società abbiamo gente che agisce solo per i propri interessi, non gli interessa altro, non gli interessa la ricostruzione del popolo mapuche”, dichiara l’ex dirigente del CAM.
“Questo esiste e noi non siamo d’accordo su questo… La lotta del popolo mapuche non ha a che vedere con questo. Noi siamo dell’idea di mettere in ordine questo… di combattere il narcotraffico… non è così grave perché qui non ci sono cartelli di narco, ma sì, c’è gente che è anche consumatrice e cercano di far entrare la droga nel territorio”, continua Huenchunao.
Furto di legname
“Il tema del furto di legname è un tema separato. Non possono venirmi a dire che noi stiamo rubando legname (…) Il legname che le imprese accusano è legname che sta dentro i territori, dentro le comunità che hanno recuperato le proprie terre”, dice e aggiunge che le imprese dicono che è loro, ma Huenchunao dice che questo fa parte delle risorse che hanno le loro comunità dopo aver recuperato le proprie terre e giustifica il loro utilizzo, anche per migliorare le condizioni socioeconomiche delle famiglie della zona.
Sfiducia della nuova Costituzione
José Huenchunao dice che, anche se hanno buone intenzioni, facendo allusione al Governo del Presidente Gabriel Boric, se non c’è un processo “rivoluzionario”, questo paese non cambierà e che sebbene sia vero, in alcuni giorni del cosiddetto “scoppio sociale” c’era qualcosa del genere, alla fine il paese ora è configurato in un certo modo.
“Io ho sfiducia perché guardiamo i vicini; guardiamo l’Ecuador, la Colombia, la Bolivia, anche quello che è successo ad Evo Morales che è dovuto uscire scappando come Presidente indigeno con un cognome indigeno e con una Costituzione simile a quella che oggi il Cile sta cercando di darsi”, pensa Huenchunao.
“Le Costituzioni, se il popolo, se la gente, se le strutture non cambiano… se non cambierà il paese, il paese continuerà ad essere lo stesso…”, aggiunge
“Ci sono sempre state leggi ambientali, ma sempre i territori sono stati danneggiati quando l’interesse economico è stato superiore agli interessi delle comunità. Allora, perché io dovrei credere che perché ci sarà una nuova Costituzione, perché è dichiarata plurinazionale, questo cambierà?”, precisa José Huenchunao e aggiunge che, per esempio, il costituzionale mapuche Adolfo Millabur non lo rappresenta.
Chiude l’intervista confermando e difendendo l’uso delle armi da parte delle comunità e dice che si siederebbe a parlare con i membri del Governo cileno, anche se crede che non ci sarebbe nessuna soluzione.
07 giugno 2022
Araucanía Diario
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Equipo Araucania Diario, “Ex CAM asegura que “van a tener” que apoderarse de los colegios en territorio mapuche” pubblicato il 07-06-2022 in Araucanía Diario, su [https://araucaniadiario.cl/contenido/16611/ex-cam-asegura-que-van-a-tener-que-apoderarse-de-los-colegios-en-territorio-mapu] ultimo accesso 08-06-2022. |