Il Governo perde il sostegno dei suoi alleati di sinistra e le mobilitazioni, che chiedono la sua rinuncia, hanno riunito una quantità di manifestanti che prima non avevano potuto riunire. Tutto questo lo lascia più debole di fronte agli assalti della destra. Seri incidenti a Lima.
Di fronte alle proteste sociali il presidente Pedro Castillo ha puntato sulla repressione e ha complicato di più la sua situazione. Più di undici milioni di peruviani questo martedì si sono svegliati con il coprifuoco e sotto la legge dello stato d’emergenza, che implica che la polizia può entrare nei domicili e fare arresti senza un ordine giudiziario ed elimina una serie di diritti cittadini. Il coprifuoco, annunciato da Castillo pochi minuti prima della mezzanotte di lunedì, era vigente dalle due del mattino fino alle 23.59 di questo martedì. Nonostante ciò, alla fine di martedì pomeriggio, di fronte alle critiche ricevute da vari settori e alle proteste nelle strade contro queste misure, Castillo ha annunciato nel Congresso la fine del coprifuoco. Non ha fatto riferimento allo stato d’emergenza.
Stato d’emergenza
Decretare lo stato d’emergenza e imporre il coprifuoco è stata la fallita risposta del governo alle proteste sociali contro l’aumento dei prezzi, fondamentalmente combustibili e alimenti, che sono terminate in violenza, blocchi stradali e alcuni saccheggi. L’effetto è stato come gettare benzina sul fuoco delle proteste sociali.
Gli atti di violenza e i saccheggi sono avvenuti lunedì in diverse zone dell’interno del paese, ma lo stato d’emergenza e il coprifuoco erano stati decretati per Lima e Callao, provincia portuale che è territorialmente unita alla capitale peruviana, dove non sono avvenuti fatti di violenza. Il governo ha giustificato questa decisione affermando di avere rapporti dell’intelligence che indicavano che nella capitale si preparavano atti di violenza e saccheggi per questo martedì. Non ha dato dettagli di questi presunti rapporti.
Proteste contro il Governo
Nonostante il coprifuoco, migliaia di persone martedì sono scese nelle strade. Nei quartieri benestanti e di classe media ci sono state mobilitazioni contro il governo, chiedendo la rinuncia di Castillo. I manifestanti sono giunti fino ad un isolato dal Congresso, dove sono stati fermati da un cordone di polizia. A quell’ora Castillo si riuniva lì con un gruppo di legislatori. Forze d’urto del fujimorismo e altri gruppi sono stati protagonisti di atti di violenza e ci sono stati scontri tra manifestanti e la polizia. Alla chiusura di questa cronaca continuavano gli scontri.
Finora le mobilitazioni per chiedere la rinuncia di Castillo promosse dalla destra golpista erano state un fallimento per la loro scarsa partecipazione, ma la dichiarazione dello stato d’emergenza e il coprifuoco si sono trasformati in un catalizzatore che ha spinto molti ad unirsi a queste mobilitazioni. Nella zone popolari di Lima, duramente colpite dall’aumento dei prezzi che ha fatto scattare le proteste e che ha originato questa crisi, non ci sono state mobilitazioni, ma è cresciuta l’indignazione per un’immobilità che colpiva ancor più le loro precarie economie.
Martedì pomeriggio, Castillo è andato nel Congresso con alcuni dei suoi ministri per riunirsi con la dirigenza del Parlamento e i portavoce dei distinti gruppi. Ha giustificato le discusse misure prese dal suo governo dicendo che erano per “proteggere la popolazione”. Ma pochi minuti dopo è indietreggiato e ha annunciato che il coprifuoco “dal questo momento” rimaneva senza effetto. La violenza che aveva occupato le strade del centro di Lima non è terminata dopo questo annuncio. Il fujimorismo e il gruppo ultraconservatore Avanza País non hanno partecipato alla riunione dei congressisti con il presidente. La loro agenda escludente è il golpismo parlamentare.
“Reprimere, criminalizzare e limitare diritti”
L’ex candidata presidenziale di sinistra Verónika Mendoza, un’importante alleata di Castillo, ha criticato duramente la direzione presa dal governo. “Il governo non ha solo tradito le promesse di cambiamento per le quali il popolo lo ha eletto, ma ora ripete il metodo di “soluzione dei conflitti” della destra: non prendere in considerazione coloro che si mobilitano esprimendo i loro legittimo malessere per la situazione economica e politica, reprimere, criminalizzare e limitare i diritti. Il mio totale rifiuto di questa misura arbitraria e sproporzionata”, ha dichiarato, contestando lo stato d’emergenza e il coprifuoco. Legislatori della sinistra estranea al partito governativo Perú Libre che stavano appoggiando il regime si sono uniti a queste critiche.
Le contestazioni della destra a queste misure repressive che prima ha chiesto e applaudito per affrontare le proteste sociali, che ha sempre criminalizzato e ora dice di sostenere, evidenziano un doppio discorso e il suo interesse ad utilizare la crisi sociale e gli errori del governo nella sua risposta a questa crisi per avallare con le sue azioni destabilizzartici la ricerca della caduta del governo.
L’immagine di Castillo si è indebolita nei settori popolari, ha perso il sostegno dei suoi alleati di sinistra e le mobilitazioni che chiedono la sua rinuncia hanno riunito una quantità di manifestanti che prima non avevano potuto riunire, fatto che lo lascia più debole di fronte agli assalti della destra.
Manifestanti nel centro di Lima hanno protestato contro l’aumento del costo della vita
Diverse sedi di istituzioni dello stato assaltate e distrutte da un gruppo di manifestanti.
Nonostante la fine del coprifuoco questo martedì 5 aprile, centinaia di persone si sono riunite nel viale Abancay, nel centro di Lima, per chiedere l’uscita del presidente Pedro Castillo. Con tracolle, pentole e magliette della selezione peruviana si sono presentati i cittadini che erano contro la recente gestione.
Il Ministero della Salute riporta 11 civili feriti dopo le proteste nel Distretto di Lima
Il Ministero della Salute informa che a seguito delle manifestazioni registrate nella capitale, si sono stati 11 feriti: 5 civili e 6 membri della Polizia Nazionale del Perù, che hanno subito traumi superficiali, contusioni, ferite al polso, alla mano, alla testa, tra gli altri.
La polizia effettua interventi nel Distretto di Lima
Dei manifestanti hanno lanciato ordigni pirotecnici contro la polizia
Più di 20 poliziotti sono rimasti feriti durante le manifestazioni del Distretto di Lima
Circa 25 membri dell’Unità dei Servizi Speciali (USE) della Polizia Nazionale del Perù sono rimasti feriti per i fatti di violenza di cui è stato protagonista un gruppo di persone durante le manifestazioni che sono avvenute questo martedì nelle vicinanze di viale Abancay, nel Distretto di Lima.
Gli agenti sono stati trasferiti rapidamente nell’Ospedale Centrale della PNP Luis N. Sáenz, a Jesús María, dove gli sono state diagnosticate contusioni lievi, causate da oggetti contundenti, come pietre, bastoni e bottiglie, lanciati dai manifestanti nella marcia.
La ANP ha confermato l’aggressione ad un giornalista dell’agenzia internazionale
L’Associazione Nazionale dei Giornalisti del Perù ha ricevuto informazioni sull’aggressione al fotoreporter indipendente, collaboratore di agenzie internazionali, identificato come Clever, al quale sono state rubato le attrezzature di lavoro mentre questa notte copriva gli atti all’incrocio della Colmena con l’Azángaro.
Dei manifestanti distruggono e saccheggiano i magazzini Tambo a Jirón Camaná
Un gruppo di manifestanti nel centro di Lima hanno preso tutto quello che hanno potuto dal magazzino Tambo situato a Jirón Camaná.
6 aprile 2022
Resumen Latinoamericano
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Carlos Noriega, “Perú: Al perder Pedro Castillo apoyo de sectores populares, el gobierno queda aún más debilitado /Serios incidentes en Lima” pubblicato il 06-04-2022 in Resumen Latinoamericano, su [https://www.resumenlatinoamericano.org/2022/04/06/peru-al-perder-pedro-castillo-apoyo-de-sectores-populares-el-gobierno-queda-aun-mas-debilitado-serios-incidentes-en-lima/] ultimo accesso 07-04-2022. |