“La situazione in Haiti è realmente grave, non solo perché c’è tutto un piano per generare l’idea di un paese senza controllo, ma perché dietro a questa possibilità c’è la presenza apertamente interventista degli Stati Uniti”. Così si è espresso in un’intervista con Resumen Latinoamericano, Henry Boisrolin, del Comitato Democratico Haitiano. Il dirigente ha precisato che non è che ci sia “il pericolo che gli Stati Uniti invadano, ma che già stiano nel paese, in realtà hanno sempre indicato presidenti, funzionari vari e altre istituzioni del potere”. In questi ultimi tempi il paese, sostiene Boisrolin, e soprattutto la capitale, Port-au-Prince, è nelle mani di diverse bande armate che controllano gran parte del territorio, praticano sequestri, attaccano diversi luoghi e per esempio oggi stesso (questo giovedì) lo hanno fanno con il Palazzo del Governo, un ministero e un’istituzione tributaria. Queste bande esibiscono armi di grosso calibro e hanno munizioni sufficienti per effettuare molte azioni criminali. La cosa paradossale è che Haiti non fabbrica né armi né proiettili e che, inoltre, la maggioranza delle armi sono di origine statunitense, allora la domanda è chi le fornisce per le loro incursioni delinquenziali.
Boisrolin ha anche spiegato che “l’altro grande tema attuale è la decisione annunciata dal presidente Biden e da uno dei suoi sottosegretari di Stato (Todd D. Robinson), di inviare truppe per liberare 17 missionari statunitensi e un canadese (tra i quali ci sono vari bambini)”. Tutti loro sono di comunità menonite e anabattiste, e sono stati sequestrati varie settimane fa dalla banda “400 Mawozo”. La banda chiede in cambio della loro restituzione in vita, la somma di 17 milioni di dollari.
“Quello che nessuno può credere in Haiti -conclude Henry- è che gli Stati Uniti inviino delle truppe d’élite per liberare vivi i loro missionari, e lo annuncino pubblicamente. La logica è che se le bande li trattengono, sono disposte a giustiziarli prima che siano liberati. Tutto è veramente sospetto e ci fa pensare che in realtà siamo di fronte ad un grande piano per evitare che il popolo possa fare i reali cambiamenti che sono necessari e che sono stati ottimamente enunciati, come una reale via d’uscita alla grave crisi, nell’accordo unitario di Montana (così si chiama l’hotel di Port-au-Prince dove è stato firmato), che circa 700 organizzazioni di sinistra hanno firmato. È per questo che quello che stanno cercando di fare è mostrare che tutto è nel caos per poi entrare come salvatori e rimanere per sempre. Vogliono far perdere la speranza alla popolazione con il terrore, ma nonostante tutto, nel paese c’è molta gente disposta a continuare a lottare, e non più disposta a tollerare un nuovo intervento imperialista”.
10 novembre 2021
Resumen Latinoamericano
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
“Haití. Henry Boisrolín advierte sobre las intenciones reales de una nueva intervención estadounidense” pubblicato il 10-11-2021 in Resumen Latinoamericano, su [https://www.resumenlatinoamericano.org/2021/11/10/haiti-henry-boisrolin-advierte-sobre-las-intenciones-reales-de-una-nueva-intervencion-estadounidense/] ultimo accesso 12-11-2021. |