Argentina: Migliaia di piqueteri hanno riempito il Parco Lezama per assistere al lancio del Coordinamento per il Cambiamento Sociale


Dure critiche al governo, al pagamento del debito e al FMI.

Con una certa animazione ai quattro lati dell’Anfiteatro del Parco Lezama, molte bandiere delle organizzazioni convocanti, rappresentazioni artistiche (Fronte Culturale Che Adelita e Le Cantrici della FOB), discorsi-testimonianze di compagni e compagne dei vari quartieri, saluti solidali di diversi gruppi fratelli e un finale della festa di pura murga e fuochi artificiali colorati che è terminato con un pogo piquetero.

Il Coordinamento per il Cambiamento Sociale ha fatto anche conoscere a tutti i presenti un manifesto di forte contenuto sociale e politico che parla del presente e anche dei passi da fare in futuro per affrontare il capitalismo che tanto castiga quelle e quelli in basso.

MANIFESTO DEL COORDINAMENTO PER IL CAMBIAMENTO SOCIALE

“Siate sempre capaci di sentire, nel più profondo, qualsiasi ingiustizia realizzata contro chiunque, in qualsiasi parte del mondo. È la qualità più bella del rivoluzionario”Ernesto Che Guevara

A metà dei ’90, con le agitazioni popolari di Cutral-Co e Plaza Huincul, veniva avviato un manifesto della classe lavoratrice argentina contro la disoccupazione e la povertà. Venticinque anni dopo, detti postulati sono ratificati nella lotta e l’organizzazione dei settori popolari, delle gioventù, di donne, lesbiche, trans, travestiti e persone non binarie.

Noi che abbiamo sottoscritto questo testo, siamo movimenti sociali con significati politici che riaffermano il cammino della lotta per il Lavoro, la Dignità e il Cambiamento Sociale, femminista, con indipendenza di classe e senza settarismi. Nel marciapiede opposto, si trovano gli stessi di sempre. La destra e i gruppi di potere, che con i loro governi e i loro massicci mezzi di comunicazione, tornano alla carica con i medesimi postulati che seppero inalberare 20 anni fa, mentre si sviluppava quello che sarebbe stato il dicembre del 2001: “la gente non vuole lavorare”, “le organizzazioni usano la gente”, ecc.

Nel mondo intero stiamo vedendo processi che corrono in questo stesso senso. Viviamo un periodo storico dove l’accelerazione della crisi capitalista in termini economici, ambientali e sanitari fa sprofondare ancor di più il livello di vita della nostra classe e della società in generale. Le percentuali di povertà e marginalità aumentano in tutto il globo, aggravando particolarmente la situazione delle donne e delle persone della collettività LGTBIQ+, della infanzia e gioventù, delle persone migranti e anziane.

Allo stesso ritmo con cui crescono i profitti capitalisti, milioni di persone cadono in fondo alla piramide. I ricchi diventano ogni giorno più ricchi e i poveri ogni giorno più poveri. L’Argentina non è l’eccezione. Con la metà della popolazione sulla linea della povertà e una disoccupazione situata intorno al 10% della popolazione, le priorità sembrano essere le medesime di 25 anni fa: pagare il FMI e garantire gli interessi dei gruppi economici al di sopra dei diritti calpestati di una classe lavoratrice ogni giorno più castigata dalla precarizzazione della vita. Non è frutto della casualità che il salario minimo in dollari sia caduto del 30% negli ultimi 3 anni, passando nel 2018 dall’avere uno dei salari più alti dell’America Latina ad essere attualmente il secondo più basso della regione.

Mentre i poteri di turno si scusano a causa delle “pesanti eredità” ricevute, un settore della società continua ad ammassare fortune. Con crescita economica, con stagnazione, con recessione o con pandemia, le banche, le multinazionali e gli speculatori finanziari continuano ad ingrossare i propri conti finanziari. Nel frattempo, con la complicità delle burocrazie sindacali che fanno accordi per salari vicini alla linea dell’indigenza, milioni sprofondano nella logica di un sistema che minaccia di distruggere tutto quanto alla sua portata, incluso lo stesso pianeta Terra.

Più di due decenni dopo le crisi di fine ’90 la storia sembra ripetersi, ma da parte delle organizzazioni popolari, noi che oggi siamo qui crediamo che sia nelle nostre mani la possibilità che il finale sia un altro. Sicuramente siamo tornati a commettere certi errori del passato, ma ne abbiamo anche superati altri. Senza dubbio c’è una maturazione politica nei dibattiti del nostro settore che ci permette di riflettere sui limiti che abbiamo avuto e abbiamo come movimenti sociali. I tentativi di dotare la lotta anticapitalista di una prospettiva femminista, la difesa dei nostri corpi/territori dal saccheggio estrattivista e patriarcale, la molteplicità di aspetti e la complessità con cui interveniamo negli spazi che costruiamo, lo sviluppo e la nazionalizzazione delle organizzazioni, sono alcuni degli esempi su cui soffermarci per progettare un futuro di trasformazione.

Cerchiamo sempre di costruire una prospettiva comune che vada unendo le rivendicazioni minime del nostro settore, per lavoro e alimenti, con le idee di trasformazione rivoluzionaria della società, per un mondo senza sfruttatori né sfruttati. Rimangono in sospeso vari limiti o scommesse non concluse: poter passare da un intervento meramente rivendicativo ad uno più politico, approfondire la prospettiva femminista verso l’esterno e verso l’interno delle nostre stesse organizzazioni, discutere un’agenda di attacco con la società nel suo insieme, costruire una prospettiva unitaria con il resto della classe lavoratrice, evitare il settarismo e costruire, tra le altre cose, maggiori ambiti di unità. 

Il nostro metodo è ed è sempre stato la costruzione di Potere Popolare, inteso da una prospettiva rivoluzionaria, femminista, dal basso, con indipendenza dai governi di turno, cercando di ricostruire in ogni territorio legami e il senso di comunità, di popolo, e di classe. La nostra lotta è per un lavoro genuino con tutti i diritti, dando per scontata la storica lotta per la ripartizione delle ore di lavoro come modo di affrontare la disoccupazione. Vediamo come imprescindibile lo sviluppo di pratiche pre figurative che si esprimono nel prendere decisioni in assemblee che garantiscano una prospettiva antiautoritaria. Le nostre lotte sono rivendicate come antipatriarcali e femministe, dalle quali costruire un nuovo modo di intendere l’educazione e il lavoro con l’infanzia e la gioventù.

Pensiamo il lavoro a partire dall’autogestione e la produzione collettiva della terra, con una prospettiva ecosocialista che costruisca un nuovo legame con la natura, l’habitat e le lotte storiche dei popoli originari, allontanandoci dal saccheggio estrattivista. Cerchiamo una nuova relazione tra i popoli puntando a combattere tutti gli imperialismi a partire da costruzioni plurinazionali e federali, promuovendo forme di fratellanza e rispetto tra le varie culture.

La critica situazione che noi popoli dell’America Latina attraversiamo rafforza la necessità e la convinzione di una costruzione quotidiana di organizzazione popolare, recuperando i diritti che ci hanno strappato e conquistando quelli che ci spettano. Le sollevazioni popolari in Cile, Colombia, Haiti ed Ecuador sono una chiara dimostrazione del fatto che noi popoli resistiamo e creiamo poco a poco il mondo che ci appartiene. Con varie sfide e bilanci avanti, noi organizzazioni sotto firmanti da decenni ci stiamo incontrando in strada, e lottando per un’organizzazione dal basso che si liberi di ogni pregiudizio utilitaristico, patriarcale o di avanguardia della costruzione territoriale.

Con un accumulato di più di due decenni bloccando strade e aprendo cammini, oggi proponiamo di superare i limiti che ci vuole imporre il sistema, e la costruzione unitaria del “Coordinamento per il Cambiamento Sociale” va in questo senso. Porta nel presente l’esempio di Darío Santillán e Maximiliano Kosteki, Teresa Rodríguez, Aníbal Verón, Víctor Choque, Maite Amaya, Diana Sacayán, Mariano Ferreyra e centinaia di compagni/e che dettero vita e si rifiutarono di arrendersi di fronte allo sfruttamento e l’oppressione dei poteri di turno.

Non è il nostro scopo l’adattamento, è il nostro ostacolo. Pensiamo di superarlo e di percorrere il cammino per una trasformazione radicale della società da una prospettiva di costruzione di potere popolare, anticapitalista, antimperialista, femminista, plurinazionale, ed ecosocialista… fino a quando tutto sarà come lo sognano.

“Per un mondo dove siamo socialmente uguali, umanamente differenti e totalmente liberi”.

FRENTE DE ORGANIZACIONES EN LUCHA – MOVIMIENTO DE LOS PUEBLOS (FRENTE POPULAR DARIO SANTILLAN CORRIENTE PLURINACIONAL, IZQUIERDA LATINOAMERICANA SOCIALISTA, MOVIMIENTO POR LA UNIDAD LATINOAMERICANA Y EL CAMBIO SOCIAL, MOVIMIENTO 8 DE ABRIL, IGUALDAD SOCIAL) – FRENTE ARDE ROJO y COPA EN MARABUNTA – FEDERACION DE ORGANIZACIONES DE BASE AUTONOMA – ORGANIZACIÓN LIBRES DEL PUEBLO RESISTIR Y LUCHAR¿EN DONDE ESTAMOS?:CIUDAD AUTONOMA DE BUENOS AIRES/BUENOS AIRES: FLORENCIO VARELA, QUILMES, ALMIRANTE BROWN, ESTEBAN ECHEVERRIA, PRESIDENTE PERON, BERAZATEGUI, LA PLATA, BERISSO, ENSENADA, EZEIZA, LOMA DE ZAMORA, CAÑUELAS, LA MATANZA, MERLO, MORENO, ITUZAINGO, MARCOS PAZ, MAR DEL PLATA, NECOCHEA, OLAVARRIA, VILLA GESELL, GENERAL ALVEAR, SAN CLEMENTE, AZUL, PERGAMINO, RAUCH/CORDOBA: CORDOBA CAPITAL, VILLA GIARDINO, BIALET MASSE, SAN ANTONIO, CARLOS PAZ/SANTA FE: ROSARIO, SANTA FE, CAÑADA DE GOMEZ, ARMSTRONG/SALTA: SALTA, TARTAGAL, GRAL. MOSCONI, CERRILLO, CAFAYATE, CHICOAINA, ESCOIPE, LA MERCED, EMBARCACION/TUCUMAN: SAN MIGUEL, AMAICHA DEL VALLE, TAFI VIEJO, FAMAILLA, CRUZ ALTA, MOTERO, LEALES/JUJUY: SAN SALVADOR, MAIMARA, PERICO, CAIMANCITO, YUTO, PALPALA/CATAMARCA: BELEN, POZO DE PIEDRA/SANTIAGO DEL ESTERO:SANTIAGO DEL ESTERO, BOBADAL, LA BANDA, MONTE QUEMADO/FORMOSA: FORMOSA, CLORINDA, IBARRETA, COLORADO/CHACO: ROCA LA LEONESA, MARGARITA BELEN, COSTA INES, LAGUNA PATO, MACHAGAY, BARRANQUERAS, FONTANA, PARAJE PINO, LA COLONIA, LAGUNA LOBO, RESISTENCIA, SAN MARTIN, SAENZ PEÑA, PAMPA CHICA, PAMPA DEL INDIO, COLORADO, LEONESA,CASTELLI, MIRAFLORES, TRES ISLETAS, RIO BERMEJITO, ESPINILLO, MIRAFLORES/MISIONES: PUERTO RICO, MONTECARLO/CORRIENTES: CORRIENTES/ENTRE RIOS: PARANÁ, VICTORIA, MACIÁ/MENDOZA: MENDOZA, GODOY CRUZ, LAVALLE, MAIPÚ, GUAYMALLEN, LAS HERAS, SAN RAFAEL, LUJAN DE CUYO/SAN JUAN: SAN JUAN/RIO NEGRO: FISKE MENUCO, CINCO SALTOS, SIERRA GRANDE, BOLSON, BARILOCHE, CIPOLLETI, ING. JACOBASSI/NEUQUEN: NEUQUEN, PLAZA HUNCUL, CULTRAL CO, ZAPALA, VILLA LA ANGOSTURA, SAN MARTIN DE LOS ANDES, JUNIN DE LOS ANDES/CHUBUT:RAWSON, PUERTO MADRYN,TRELEW/TIERRA DEL FUEGO: RIO GRANDE.

Foto e video di Resumen Latinoamericano

5 novembre 2021

Resumen Latinoamericano

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Argentina. Miles de piqueterxs llenaron el Parque Lezama para asistir al lanzamiento de la Coordinadora por el Cambio Social // Duras criticas al gobierno, al pago de la deuda y al FMI pubblicato il 05-11-2021 in Resumen Latinoamericano, su [https://www.resumenlatinoamericano.org/2021/11/05/argentina-miles-de-piqueterxs-llenaron-el-parque-lezama-para-asistir-al-lanzamiento-de-la-coordinadora-por-el-cambio-social-duras-criticas-al-gobierno-al-pago-de-la-deuda-y-al-fmi/] ultimo accesso 08-11-2021.

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