Inche Víctor Llanquileo Pilquimán piguen, vewla prigioniero politico mapuche, carcere di Arauko warria, Marri marri pu peñi, pu lagmien, ka pu wenuy.
Attraverso questo media voglio far giungere un mio saluto speciale ai lof in resistenza Rofue, Lautaro, Nueva Imperial e a tutti i lof che resistono giorno dopo giorno insieme ai lottatori più degni che ne fanno parte, vada il mio saluto rivoluzionario ad ogni membro; voi non potrete immaginare la tremenda forza e il tremendo orgoglio che sente un prigioniero politico mapuche sapendo che nei diversi settori del Wallmapu la lotta continua, che fa reagire al governo insieme all’estrema destra che giudicano come terrorismo la giusta richiesta di territorio e giustizia.
Ma non solo nei lof che resistono c’è la permanente persecuzione delle istituzioni dello stato del Cile, quello che ha a che vedere con la mia persona non è così diverso; in questi giorni mi sono state fatte alcune citazioni per partecipare ad un altro processo contro di me, non contenti di una condanna a 21 anni dopo un processo pieno di irregolarità, manipolazioni e montature da parte delle istituzioni dei carabinieri, procura, servizio medico legale, difensoria penale pubblica, tutti collusi nel soddisfare il ministero dell’interno e il governo di turno e naturalmente gli impresari che hanno interessi nel Wallmapu.
La causa per la quale mi voglio portare a giudizio è relativa ad un fatto avvenuto nel 2015, il cui denunciante è l’Intedenza insieme alla signora María Aguayo, abitante della zona di Choque, Tirúa, luogo dove sono cresciuto insieme ai miei genitori. Questa signora María Aguayo è accusata dai lof in resistenza come yanakona (traditrice), la si accusa di aver accusato dei mapuche innocenti che finirono in prigione e pagarono costi molto alti per il caso del procuratore Elgueta nell’ottobre del 2008. Oggi mi si accusa di aver diretto un gruppo che avrebbe fatto un attentato contro la sua proprietà, ma se la procura avesse fatto un’indagine seria e non fosse stata corrotta, mi avrebbero citato a chiarire questo tema prima, dato che io sono sempre stato rintracciabile, ho sempre lavorato nel sistema dei turni in diversi lavori industriali nel nord del Cile come saldatore qualificato TIG e non sono stato mai citato per verificare se partecipai a quel fatto.
Il pubblico ministero attraverso la procura di alta complessità ha recentemente portato alla luce questa causa nell’anno 2019, quando ero già privato della libertà per la causa in cui fui condannato per aver contaminato il tribunale e poter precisamente condannarmi in questa causa. Riassumendo questa corrisponde ad una persecuzione politica permanente contro di me, per essere mapuche con propositi autonomisti, per essere contro le imprese forestali che stanno portando la siccità nel Wallmapu, ed essere contro i progetti che vanno a detrimento del territorio mapuche, ossia, per difendere il itrovil moguen; questa posizione politica ha a che vedere con la ricostruzione nazionale mapuche, ma anche con un’opinione politica contraria di fronte alla corruzione delle istituzioni, corruzione che ha portato il popolo cileno a fare una sollevazione generale il 18 ottobre 2019.
Da molto tempo noi come mapuche chiediamo il rispetto dei trattati tra la nazione mapuche e lo stato cileno, e chiediamo la restituzione del territorio ancestrale, ma lo stato insieme ai suoi vari governi ci ha risposto militarizzando il Wallmapu. Negli ultimi tempi non ci sono state eccezioni, la resistenza mapuche ha continuato a reclamare la restituzione del territorio, di rispettare il trattato internazionale n. 169 dell’OIL, specialmente l’articolo 10 n. 1 e 2, che fa riferimento alla detenzione dei membri dei popoli indigeni e tribali. E il governo ci risponde militarizzando di nuovo, utilizzando la pandemia del covid come pretesto, con la complicità dei partiti politici, che guardano il movimento mapuche come un trofeo, ci offrono la partecipazione alla convenzione costituente, fatto che è totalmente contraddittorio con il pensiero dei nostri kuivikeche (Leftraru, Pelantaru, Maguin Guacolda, Fresia, Kilapan e i lottatori caduti assassinati negli ultimi tempi dallo stato). Loro sono morti per il territorio e la libertà del nostro popolo, dice Matías Catrileo in un documentario. Ma non sono mancati i mapuche che hanno voluto negoziare il sacrificio, la tortura, il sangue dei morti per la causa, in cambio di una piccola quota di potere.
Per il mapuche esiste un principio che si chiama nor moguen, che è il cammino per il quale transitano uomini e donne valorosi che lottano per la liberazione nazionale mapuche; partecipando a questo show mediatico, non si mette solo a rischio l’esistenza per il futuro del popolo mapuche, ma si dà luogo alla colonizzazione ideologica ancestrale del nostro popolo e si consegna anche la giurisdizione totale allo stato del Cile.
– Come prigioniero politico mapuche convinto credo nella ricostruzione, autonomia e liberazione nazionale mapuche.
– Contro le istituzioni corrotte dello stato del Cile che ci condannano per essere mapuche.
– Libertà per tutti i prigionieri politici mapuche e per tutti i prigionieri del movimento sociale cileno che giorno dopo giorno fanno nelle strade il massimo sforzo per la giustizia.
– Da Arauko un saluto fraterno a tutti i popoli che lottano per un futuro migliore per tutti gli oppressi.
– Genechen pelontuaiñ taiñ rupu, amulepe tain weichan, newentuaimiñ com pu peñi, pu lagmien, pu wenuy, ka pu pichikeche.
MARRICHIWEW
(Vinceremo cento volte)
Arauko, 15 marzo 2021
15/03/2021
Mapuexpress
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
“Víctor Llanquileo, preso político mapuche, denuncia nuevo montaje en su contra” pubblicato il 15/03/2021 in Desinformémonos, su [https://www.mapuexpress.org/2021/03/15/victor-llanquileo-preso-politico-mapuche-denuncia-nuevo-montaje-en-su-contra/] ultimo accesso 26-03-2021. |