Ecuador: Il neoliberalismo, il carcere e “le vite che non importano”


Oggi ci sono state ribellioni nel carcere di Turi, a Latacunga e Guayaquil, con un saldo di almeno 75 morti in tre carceri del paese, 33 morti a Turi, 34 nel carcere regionale di Guayaquil e 8 nel carcere di Latacunga. Queste tre prigioni riuniscono il 70% della popolazione carceraria del paese. Generalmente le Persone Private della Libertà (PPL) fanno uso dell’ammutinamento come azione politica organizzata per mostrare lo scontento per le condizioni inumane e indegne a cui sono sottoposte. Nonostante ciò, gli omicidi che ci sono stati oggi sembrano dipendere da una lotta di potere interna per il controllo delle carceri. Questo pomeriggio si denunciava che nel carcere di Turi, la totalità della popolazione carceraria si è diretta in un padiglione di circa 50 persone, caricando armi e motoseghe. Sotto lo sguardo della Polizia Nazionale, questo 23 febbraio è avvenuto un vero massacro nelle carceri dell’Ecuador.

Lenín Moreno addebita i fatti a “bande criminali”, con un chiaro tentativo di tornare a lavarsi le mani riguardo alla mancanza di istituzionalità e governabilità, risultato della gestione neoliberale di tutto quanto è comune, per il Governo Nazionale le vite delle PPL sono vite che non contano. La macchina di morte chiamata neoliberalismo si materializza in fatti come quelli di oggi. In un sistema penitenziario che coscientemente elimina risorse, in uno stato neoliberale che ha bisogno di disfarsi dei poveri mediante l’uso indiscriminato della violenza, questi fatti non causano sorpresa. In Ecuador, il sistema carcerario conta sulla capacità e infrastrutture per ospitare 28.000 persone. Nonostante ciò, c’è un sovraffollamento nelle carceri del paese per un totale di 40.000 PPL, nel 2019. Ora i numeri sono superiori. L’emergenza carceraria continua.

Il massacro che è avvenuto oggi in tre carceri del paese è un frutto e un risultato diretto della politica punitiva attuata dallo stato neoliberale e dal governo di Moreno. Nella medesima risaltano tagli di bilancio, la mancanza di cure nell’ambito dell’emergenza sanitaria, una presunta riabilitazione che finisce con l’essere illusoria e praticamente impossibile nelle attuali circostanze, oltre ad una reclusione e un  cheoblio diventano strutturali nel quadro dello stato borghese. La deistituzionalizzazione strutturale operata dal neoliberalismo, sfocia nel fatto che tanto la funzione giudiziaria come il Servizio Nazionale di Cura Integrale delle Persone Adulte Private della Libertà e degli Adolescenti Trasgressori (SNAI) si trovano in uno stato di completa e totale decomposizione.

Nell’agosto 2020, il Generale Patricio Pazmiño, attuale Ministro degli Interni, dichiarava che “c’è una lotta per il controllo delle carceri tra i choneros e i lagartos”. In una dichiarazione di questo 23 febbraio, Carrillo denunciava la mancanza di riadattamento sociale delle PPL a causa della “salute mentale del sistema” penitenziario. Questi fatti evidenziano, una volta di più, che le vite delle PPL sono così insignificanti ed eliminabili per il neoliberalismo e lo stato, che esiste una permissività riguardo alla presa di potere della gestione interna delle carceri, da parte di organizzazioni criminali con agende e affari privati.

La risposta di gran parte della società, lodando questa tragedia, rende anche conto della decomposizione strutturale a cui la colonizzazione sottomette la vita e le coscienze della gente. Anche quando il Governo Nazionale fa il tentativo di smarcarsi da ogni responsabilità, queste vite, almeno 67, sono vite che si prende lo stato neoliberale di Moreno e compagnia.

23 febbraio 2021

Crisis

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
El neoliberalismo, la cárcel y las vidas que no importan” pubblicato il 23/02/2021 in Crisis, su [https://www.revistacrisis.com/coyuntura/el-neoliberalismo-la-carcel-y-las-vidas-que-no-importan] ultimo accesso 25-02-2021.

,

I commenti sono stati disattivati.