Nicaragua: La giustizia al servizio del sandinismo


La maggior parte del potere giudiziario in Nicaragua è agli ordini dell’Esecutivo. I magistrati parlano in modo aperto del sostegno al partito di governo e di come sottopongono le loro decisioni a criteri politici.

All’inizio di ottobre 2020, la presidente della Corte Suprema di Giustizia (CSJ), Alba Luz Ramos Vanegas, riconobbe di fronte ai deputati dell’Assemblea Nazionale che il potere giudiziario aveva preparato su richiesta del presidente Daniel Ortega una legge che castiga le notizie false.

Il progetto fu successivamente presentato dai deputati del partito sandinista come se fosse loro. Poca sorpresa causò che fosse approvato il 27 ottobre. Tanto i magistrati come i legislatori del progetto sono membri del partito di governo.

La Ramos Vanegas, di 71 anni, è stata magistrata della Corte Suprema di Giustizia dal 1988 -quasi la metà della sua vita- e presiede l’istituzione dal 2010 con l’appoggio di Ortega. Entrò nelle file di questa organizzazione come collaboratrice prima del 1979, negli anni in cui i giovani guerriglieri lottavano contro Somoza.

Le manifestazioni del FSLN sono celebrate dalla presidente della CSJ, la magistrata Alba Luz Ramos, in un palco mentre attende di veder passare il suo leader, Daniel Ortega. Foto\Porder Judicial

Più di quarant’anni dopo, la Ramos è a capo di un potere dello stato, composto a tutti i livelli da militanti del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN), includendo giudici che assistono ad attività politiche e hanno i loro uffici arredati con immagini di partito.

L’affiliazione al partito del ramo giudiziario è tale che il vicepresidente della Corte Suprema, il magistrato Marvin Aguilar Garcia, è stato sanzionato dagli Stati Uniti lo scorso dicembre, accusato di aver come obiettivo l’opposizione per perseguitarla, dalla sua carica di Segretario Politico Nazionale del Consiglio di Direzione Sandinista che esercita dentro la CSJ.

L’influenza del FSLN in tutto il paese supera il 70 per cento della struttura giudiziaria, secondo quanto disse il magistrato liberale Manuel Martínez nel 2014 alla rivista digitale Confidencial che “per quanto molti (i giudici) vogliano essere indipendenti, se gli fanno una telefonata devono dare retta”. Questo significa che, se il più recente dato ufficiale del personale giudiziario assomma a 394 giudici in tutte le dépendance del paese e 64 magistrati in appello, ce ne sono circa 320 in ambedue livelli apertamente dalla parte del governo, mentre gli altri devono allinearsi o uscire dal sistema per evitare rappresaglie.

L’ex magistrato d’appello, José Antonio Barrientos Watson, ha confermato lo scorso ottobre che il FSLN ne ha ottenuto il controllo in modo graduale.

“L’indipendenza giudiziaria non esiste. In casi dove ci sono interessi politici o personali di magistrati della Corte, per sentenziare devi chiamare il magistrato che si occupa della zona per vedere che cosa dispone”, spiega Barrientos Watson, che fu licenziato “per convenienza dell’istituzione”.

Il presidente del Tribunale d’Appello, Gerardo Rodríguez (maglietta a quadri), con i magistrati Octavio Rothschuh (Sandino nella maglietta) ed Edgar Altamirano, che celebrano l’anniversario della revoluzione sandinista nel 2019. Foto\La Prensa

Magistrati sandinisti si occupano dei territori

Secondo fonti di questo potere dello stato consultate per questa indagine da CONNECTAS, i magistrati della CSJ si dividono ogni anno il territorio per circoscrizione e se ne occupano politicamente. Ramos Vanegas ha visto Managua, capitale del Nicaragua; Aguilar la circoscrizione nord; la magistrata Juana Méndez la circoscrizione occidentale; il magistrato Armengol Cuadra, Las Segovias; la magistrata Yadira Centeno la circoscrizione orientale; la magistrata Ileana Pérez la circoscrizione Sud; il magistrato Gerardo Arce la circoscrizione Centrale e la magistrata Ellen Joy Lewis la circoscrizione Caraibi nord e sud. Tutti sono del partito di governo.

Le direttive ai giudici sono delegate attraverso il Consiglio di Amministrazione della CSJ, guidato da Ramos e Aguilar. Gli altri ordini sono inviati attraverso i Consigli di Direzione Sandinista e della Gioventù di questo stesso partito.

Un rapporto dei primi dello scorso dicembre della Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH), ha rivelato che da aprile 2018 sono state detenute almeno 1.614 persone, in processi nei quali ci sono state violazioni delle garanzie e del diritto alla giustizia.

Per Núñez de Escorcia, difensora dei diritti umani, “i giudici e i magistrati sono operatori politici. Stiamo vivendo una dittatura istituzionale”, conclude.

Nonostante le critiche al potere giudiziario, non ha fatto nessun commento, anche se CONNECTAS ha fatto giungere un richiesta di intervista al portavoce del potere giudiziario, Roberto Larios.

L’influenza sandinista nelle decisioni giudiziarie ha un passato di decenni. Nel 1999, quando il caudillo sandinista, fu accusato di violenza dalla sua figliastra Zoilamérica Narváez, la giudice Juana Méndez dichiarò prescritta la causa. Dopo vent’anni, ora è magistrata con il sostegno del FSLN, del quale è una orgogliosa militante.

La giudice di Managua, Aracely Rubí Guerrero, partecipa alle celebrazioni di partito del FSLN e fa il segno DOS (due) con il dito che, nella militanza sandinista, sono le iniziali di Daniel Ortega Saavedra. Foto/Cortesía

“Se il sandinismo non esistesse, io non sarei politica. Ma fino a quando esisterà il sandinismo, io sarò politica, perché sono sandinista nel bene e nel male”, ha dichiarato orgogliosa la magistrata Méndez al quotidiano governativo Barricada.

Un militante sandinista passa di fronte all’edificio della Corte Suprema di Giustizia a Managua. Foto\La Prensa

La costruzione del potere nei tribunali

Furono questo potere da quando Ortega lasciò per la prima volta il potere dopo la fine della rivoluzione sandinista nel 1990.

Un’altra evidenza di identità sandinista. I colori del partito di governo decorano gli uffici del Complesso Giudiziario Centrale di Managua. Foto\Cortesía

La Méndez ha raccontato alla medesima Barricada che fu il comandante Tomás Borge, uno dei fondatori del partito di governo, già morto, che gestì la strategia di far sì che gli ex funzionari ed ex guerriglieri studiassero diritto. Con il passare del tempo, furono promossi fino a trasformarsi in giudici e magistrati e oggi sono uno dei muscoli più visibili nell’attuale potere esecutivo.

Secondo l’ex procuratore generale Alberto Novoa, che fu in carica tra il 2004 e il 2007, un momento chiave per il FSLN avvenne con il patto politico tra l’allora presidente Arnoldo Alemán e Ortega -all’opposizione in quel momento- che permise che si dividessero le istituzioni tra i seguaci di ambedue i capi.

Dopo il processo al primo per corruzione, il caudillo sandinista si prese il potere giudiziario. Alla fine nel 2014, il FSLN elesse 11 sandinisti su un totale di 16 magistrati, con cui consolidò il proprio potere.

I deputati sandinisti giurano come magistrati sandinisti nel 2014, quando presero il controllo totale delle magistrature, in un ritratto divulgato dai media governativi. Foto\Cortesía

Dopo venne la radicalizzazione. Negli stessi tribunali, si incominciò a perseguitare coloro che non erano sandinisti come Margarito García, che lavorava nel Chontales fino alla sua detenzione di sette mesi, che è terminata lo scorso 18 dicembre.

Prima che lo liberassero, García cercò un gruppo di CONNECTAS, con il quale parlò dal carcere per raccontare la propria storia.

Il caso del commerciante Luis Enrique Cuevas illustra l’eccesso dell’ingerenza politica nelle decisioni giudiziarie. Fu condannato a tre anni e sei mesi di carcere per aver venduto bandiere del Nicaragua, che dal governo sono viste come sovversive, dato che gli oppositori le usavano nelle loro proteste.

O il caso di Otoniel Aráuz Torres, che due anni fa era giudice supplente nel Tribunale unico locale di San Ramón, Matagalpa, una comunità rurale del nord del Nicaragua. Ma questo non gli impedì di far parte dei gruppi paramilitari che attaccarono la popolazione durante le rivolte del 2018.

Il funzionario si armò con un minifucile automatico e, secondo la testimonianza di alcuni testimoni, sparò contro una manifestazione cittadina. Il caso fu conosciuto attraverso delle denuncie cittadine, ma non fu indagato. Regnò l’impunità. Al contrario, fu promosso a giudice titolare.

NicaraguaNoCalla è uno stimolo da parte del giornalismo affinché fluisca l’informazione per permettere di comprendere la realtà del paese centroamericano. In un cruciale anno elettorale, dove la partecipazione dei cittadini nicaraguensi segnerà la differenza, offriamo da CONNECTAS questo spazio dove presenteremo contenuti che aiutino a comprendere una realtà complessa e con sfumature.

2 febbraio 2021

Onda Local

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
La justicia al servicio del sandinismo” pubblicato il 02/02/2021 in Onda Local, su [https://ondalocal.com.ni/noticias/1185-justicia-nicaragua-servicio-sandinismo/] ultimo accesso 09-02-2021.

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