Cronologia della brutale perquisizione che ha scosso il Wallmapu


Carolina Rojas e Juan Pablo Gonzalez

In trenta anni, dal ritorno alla democrazia, non si era mai visto qualcosa di simile.

Giovedì alle undici del mattino, nel medesimo giorno in cui veniva emesso il verdetto per l’omicidio di Camilo Catrillanca, più di ottocento funzionari della PDI, con l’appoggio del Gruppo di Reazione Tattica (ERTA), Carabinieri, elicotteri, droni e veicoli blindati, hanno perquisito diverse comunità mapuche, approfittando di un ordine della Procura di Collipulli per delitti presuntamente relazionati con droga e armi. Hanno distrutto case, hanno ucciso animali e hanno arrestato delle donne, è stata anche tenuta ammanettata per ore la figlia di Catrillanca, di solo sette anni. Da parte delle comunità si accusa la radicalizzazione del Terrorismo di Stato in territorio mapuche.

Passato il mezzogiorno di giovedì, all’angolo della Rengo con Ercilla, a 12 chilometri da Temucuicui, Katherine -vedova di Camilo Catrillanca- si è fermata ad un “dare la precedenza” mentre sua suocera, Teresa Marín, preparava alcuni sándwiches per far fronte alla fame del mattino. Avevano cercato di giungere al Tribunale di Angol per ascoltare il verdetto nell’udienza finale per l’assassinio di Camilo, ma non le hanno lasciate avvicinarsi, così come è successo a vari comuneri. C’era frustrazione nell’atmosfera.

Un minuto dopo, un poliziotto si è rivolto alla conduttrice del veicolo e un secondo poliziotto ha colpito il finestrino con il calcio della sua arma e ha rotto i vetri. In mezzo alle grida, hanno tirato fuori Teresa e l’hanno gettata al suolo, la stessa cosa hanno fatto con Katherine e la piccola G.C. di appena sette anni. La scena è già conosciuta, le donne a bocca sotto, il ginocchio di un poliziotto sulla schiena di Katherine. Hanno portato le due adulte nella tenenza di Ercilla e la piccola -secondo il medesimo testimone che ha consegnato all’Istituto Nazionale dei Diritti Umani INDH- nella città di Victoria.

Ogni volta che la bambina ricorda il momento, trema e piange.

Un’ora prima, Jaime Huenchullán tagliava legna con un macchinario e ha udito i primi spari nel medesimo momento in cui vede un forte contingente di polizia. Un’enorme carovana di veicoli si dirigeva verso la comunità. Temeva il peggio.

Lo hanno avvertito per telefono dicendo che c’era una perquisizione guidata dalla Polizia Investigativa, e che sono entrati attraverso tre strade che conducono a Quicheregua, Collico e Chacaico. Ha avuto paura per i suo figli Mankilef (16) e Wangulén (17). Ha cercato di calmarsi, forse non sarebbero entrati nella sua casa. Dopo sarebbe venuto a conoscenza delle cattive notizie.

Nei 1.600 ettari di Temucuicui, vivono 150 famiglie.

Gli agenti agenti hanno fatto irruzione e hanno distrutto varie case, tra le quali quella di suo fratello Jorge, che si trovava anche lui ad Angol. C’era solo sua moglie Carolina, insieme a suo figlio di undici anni, hanno rotto le finestre e hanno rovesciato i sacchi con il raccolto di grano, che era l’alimento per tutta la famiglia.

In totale erano più di 850 poliziotti, quelli che sono giunti fino alla regione per distruggere una presunta rete di droga nelle comunità. Progettavano di entrare in 13 proprietà (anche se alla fine lo hanno fatto in cinque) e sono stati utilizzati 200 veicoli, due elicotteri e droni. Nella memoria dei comuneri mapuche dal ritorno alla democrazia, non si era mai visto nulla di simile.

I detective, inoltre, erano equipaggiati con armamento leggero (e almeno 30 colpi ciascuno) appoggiati da forze d’assalto con armamento pesante.

Nel territorio perquisito molte delle donne in quel momento erano sole.

-C’era una certa quantità di gente che era andata nel Tribunale di Angol ad ascoltare il verdetto del caso Catrillanca, lì il corpo militare e i Carabinieri delle Forze Speciali li hanno fermati . Allora, siccome non li hanno lasciati entrare, la gente è ritornata alla comunità perché aveva ascoltato che stavano perquisendo. Le famiglie sono tornate rapidamente ma li hanno fermati per non permettergli di entrare nelle loro case e lì sono cominciate le perquisizioni. Si vedevano veicoli grandi, blindati, veicoli civili con funzionari di polizia, tutti con armi, carri blindati Mowag, e si sono sentiti molti spari, più del giorno in cui assassinarono Camilo-, racconta Jaime Huenchullán.

All’una del pomeriggio, nella strada di Ercilla e in mezzo al caos, anche Marcelo Catrillanca era rimasto intrappolato nella strada tra le auto e il forte contingente militare. Per telefono lo hanno avvisato che sua moglie, sua nuora e sua nipote erano arrestate. Tutto era molto confuso, sapeva della perquisizione nella comunità, ma non comprendeva perché si erano portati via tre donne della sua famiglia. Alcuni minuti dopo lo avvisano che la piccola G.C. sembrava che fosse stata trasferita a Victoria.

Marcelo è riuscito a giungere alla tenenza un’ora e mezza dopo. Dei Carabinieri gli hanno detto che la procedura non aveva a che vedere con loro e avevano agevolato il parcheggio del luogo per i veicoli della PDI. Ha aspettato altre tre ore e quando alla fine una ispettrice della PDI lo ha fatto passare, ha visto la piccola G.C. ammanettata.

-Ma come fate questo a mia nipote! Come fate questo ad una bambina!-, ha protestato il padre di Camilo Catrillanca.

La scena gli dà ancora rabbia quando la ricorda.

Anche l’avvocato Nelson Miranda è stato testimone della situazione, in quel momento accompagnava la famiglia. Conferma che anche a lui hanno negato la possibilità di vedere le due donne e la piccola.

-Il veicolo della PDI in ogni momento di questa detenzione, che è durata delle ore, è stato nel parcheggio di Ercilla con la porta metallica chiusa. Non hanno lasciato che io, come avvocato, parlassi con le detenute. Quello che dice Héctor Espinosa (Direttore Generale della PDI) è falso e lo può corroborare qualsiasi poliziotto che era lì. In ogni momento ci dicevano che se volevamo informarci di qualcosa, dovevamo andare a Victoria che è a 25 chilometri da lì-, spiega.

Espinosa ha detto alla stampa che si stava confondendo l’opinione pubblica giacché “questa bambina stava lì, i colleghi l’hanno messa da una parte e, di fatto, non è mai stata in una caserma di polizia. È stata assistita, è stata protetta perché era minore d’età”.

-È stato un tentativo abbastanza macabro, non so con quale obiettivo, di tenere indebitamente in prigione delle donne che stavano già tornando non essendo riuscite ad entrare ad Angol per vedere il risultato del processo di loro figlio e loro marito, è una doppia umiliazione, un doppio castigo, qualcosa che non ha nemmeno qualche relazione con l’operazione di Temucuicui. Non avevano nulla a che vedere, nemmeno per vicinanza, con quello che era successo con la morte del funzionario della PDI. Quando hanno consegnato la bambina al nonno, un’ora dopo, hanno cercato di far firmare a Marcelo Catrillanca un’attestazione di consegna dell’adolescente, ovviamente non ha firmato nulla-, racconta l’avvocato.

Sabato 9 gennaio, nel pomeriggio, G.C. ha ripetuto il racconto della propria storia questa volta di fronte a Sergio Micco (Direttore dell’Istituto Nazionale dei Diritti Umani) e due consiglieri regionali. Continuava ad essere molto colpita.

Una perquisizione senza precedenti

Alcuni media confermano che sono stati 800 poliziotti, altri 850. In totale, più dell’8% di tutto il contingente della Polizia Investigativa a livello nazionale ha partecipato alla violenta perquisizione delle comunità mapuche.

Sono entrati completamente equipaggiati con giubbotti antiproiettile, scudi e armamento da guerra, insieme a veicoli blindati ed elicotteri d’appoggio. Le immagini dell’operazione, che sono diventate virali nelle reti sociali, assomigliano alle scene viste in Medio Oriente o a pellicole di guerra statunitensi.

È stato usato il Gruppo di Reazione Tattica (ERTA), la forza d’élite della PDI. Secondo quanto ha informato BioBioChile, si stima che la capacità di fuoco di questo gruppo giunga a 25.500 colpi. Oggi sarebbero 84 i funzionari che appartengono al gruppo ERTA, conosciuto come gli SWAT cileni.

Vari comuneri di Temucuiuci consultati per questo servizio, confermano che alle undici della mattina è apparsa una grande carovana di veicoli lungo la Rotta 5, tra Ercilla e Angol, portando piccole bandoliere rosse, nere e gialle.

La forza d’élite della PDI ha fatto irruzione in diverse zone di Ercilla, come la comunità Huañaco Millao Chacaico, Pancho Curamil, Butaco, il settore di Pidima e Temucuicui per effettuare le perquisizioni.

Il risultato dell’operazione è stato di due donne arrestate della comunità Huañaco Millao Chacaico, il sequestro di solo mille piante di marijuana, nove armi da fuoco, 12 milioni di pesos in contante e la morte del funzionario di polizia Luis Morales Balcázar.

Sono stati riportati anche una decina di comuneri feriti, case distrutte e vari animali, che fanno parte del bestiame delle comunità, uccisi a colpi d’arma.

Contemporaneamente, a 40 chilometri dal luogo, è morto l’agricoltore e candidato a consigliere dell’UDI Orwald Casanova.

-Questa è una struttura che è già stata denunciata (…) C’è una situazione di colonialismo, di razzismo molto intriso nelle istituzioni, che giustamente si manifesta di più nell’uso della forza, nella PDI e nei Carabinieri del Cile”-, ha commentato l’avvocato Sebastián Saavedra, che rappresenta l’adolescente e che accompagnava Camilo Catrillanca quando fu assassinato dal Comando Jungla.

A giudizio di Saavaedra, da trenta anni ci troviamo nella medesima situazione, anche se è andata peggiorando da quando il governo di Ricardo Lagos ha iniziato ad applicare la Legge Antiterrorismo. Lì, dice, hanno cominciato ad esserci morti.

-Alex Lemun muore nel medesimo anno in cui si invoca per la prima volta la legge. È una questione che realmente richiama fortemente l’attenzione, l’incapacità dello stato in genere di trovare soluzioni ad una problematica, si mostra il razzismo e il pregiudizio che c’è verso le comunità mapuche. Deplorevolmente, così come stanno le cose, dovranno subire questo tipo di situazioni per molti anni ancora-, ha aggiunto.

Terrorismo di stato in territorio mapuche

Rodrigo Huenchullán, chiarisce quello che è successo quel giorno. Quello che hanno vissuto giovedì nella comunità successe anche ai loro nonni, ai nonni dei loro nonni e, dopo il golpe del 1973, anche a loro padre. Durante il processo di Riforma Agraria, agli inizi del decennio del 1970, la comunità di Temucuicui recuperò la tenuta Alaska, tre anni più tardi l’avevano trasformata in un piccolo territorio mapuche di case, animali e orti. Tutto fu perso con il golpe militare che abbatteva Salvador Allende.

Furono torturati. Bruciarono le donne con il fuoco.

Il fratello di Jaime, con enfasi dice che si deve chiarire all’opinione pubblica la versione dei fatti che stanno consegnando la Polizia Investigativa e i funzionari del Governo. Dice che quanto è avvenuto quel giorno è razzismo.

-Prima dicono che la perquisizione è avvenuta solo a Temucuicui, parlano di una massiccia perquisizione, e si intende che vogliono perseguitare ancor di più la nostra comunità. Ma ci sono state varie comunità che sono state vittime di queste perquisizioni. Noi abbiamo contato dieci case completamente distrutte, con impatti di proiettili che attraversano le poltrone, entrati attraverso le finestre (…) A Temucuicui non ci sono stati nemmeno dei detenuti-, spiega.

Tutta la comunità sa della detenzione di G.C., la figlia di sette anni di Camilo Catrillanca. Sabato, varie donne sono giunte a portare il proprio sostegno alla vedova del comunero. Una di loro ha commentato che avevano crivellato di proiettili la sua casa alla presenza di sua figlia piccola.

-Questo è grave, lei è molto colpita da quello che le è successo, e il direttore della Polizia Investigativa ha mentito al paese con la versione che ha dato dopo gli incidenti”, dice.

Collima anche con il racconto di altri comuneri riguardo a come sono stati “imboscati” approfittando del contesto del verdetto del caso Catrillanca. Quando stavano andando ad Angol, all’altezza della scuola El Vergel, si sono imbattuti in un pulmino dei carabinieri e un camion dell’esercito che avendoli identificati gli hanno impedito il passo e li hanno trattenuti. Dopo, una volta che sono stati informati della perquisizione, ritornando li hanno nemmeno lasciati entrare nella comunità dato che avevano bloccato i tre accessi che ci sono. In questa situazione è stata aggredita la famiglia di Catrillanca.

Li hanno lasciati intrappolati tra due cordoni di polizia mentre si perquisiva la comunità.

-Qui il clima è stato sempre di una calma tesa, ma ora le aggressioni si sono moltiplicate. Noi molte volte abbiamo denunciato operazioni con centinaia di agenti delle Forze Speciali che sono entrati nella comunità, qualche volta siamo giunti a denunciarne fino a duecento, ora questo si è moltiplicato per otto, era troppo grande il contingente della PDI. Noi quanto eravamo bambini avevamo questo ricordo, ma i bambini di ora ricorderanno questa perquisizione che non si era mai vista prima”, aggiunge.

Rodrigo e Jaime raccontano che nella comunità sono preoccupati dopo la “Mega operazione” di cui sono stati vittime, soprattutto dopo l’annuncio del direttore nazionale della PDI, che ha anticipato che in futuro si potrebbero ripetere simili azioni.

Sanno che si avvicina una ondata repressiva.

Considerano che tutte le istituzioni hanno delle responsabilità in quello che è successo e che il mandato e l’ordine di reprimere, sono venuti dal Governo di Piñera e dal Ministero dell’Interno.

Jaime Huenchullán sente che c’è un profondo odio razziale contro il popolo mapuche e che è stato usato un ordine di un tribunale per perquisire e fare violenza al di là di quello che la legge permetteva. Si rivolgono anche al Procuratore regionale, Cristian Paredes, per aver agito in modo distorto contro Temucuicui. Dicono che quando i mapuche sono vittime di brutalità poliziesca, non c’è un’indagine e non si agisce allo stesso modo.

-Il Governo fa una guerra dichiarata contro il popolo Mapuche, contro le comunità che sono in resistenza. Dopo l’assassinio di Camilo ci sono molte comunità che sono in questo processo attivo di recupero delle terre, che sono nelle mani di privati, coloni e imprese forestali. Questa è una campagna e il suo slogan oggi, “il narcotraffico”, venti anni fa mi dicevano che ero ladro di bestiame, che rubavo animali, che ero ubriaco, successivamente ci dissero che eravamo terroristi, e oggi ci stanno dicendo che siamo narcotrafficanti. Qui lo stato ha storicamente agito in modo razzista contro il popolo mapuche che resiste e si rifiuta di smettere di esistere. Anche mio figlio Manki, in futuro, probabilmente avrà degli epiteti-, conclude Huenchullán.

La morte di Orwald

Il giorno stesso della perquisizione, a 40 chilometri dal luogo è stato assassinato con un proiettile in faccia l’agricoltore Orwald Casanova, militante dell’UDI, ex candidato al senato per la zona e candidato a consigliere per La Victoria.

È avvenuto nella zona rurale di Selva Oscura e secondo informazioni preliminari, Orwald si dirigeva nel suo terreno a fare fumigazioni quando è caduto abbattuto. Nonostante ciò, le perizie sul corpo dell’agricoltore hanno rivelato che aveva il casco, un giubbotto antiproiettile e due armi con le quali si sarebbe scontrato con sconosciuti a Victoria.

Dopo le pratiche della PDI, a pochi metri sono stati anche trovati alcuni bossoli di fucile che corrispondevano alle armi utilizzate dagli attaccanti. Pochi minuti prima avevano messo delle bandierine rosse al limite del terreno della vittima.

Orwald Casanova era conosciuto nella zona dell’Araucanía. In questa regione aveva molti legami politici con settori della destra cilena. Attualmente era un attivo militante dell’UDI e continuava ad essere membro di Patria e Libertà, è anche diventata virale una sua pubblicazione su Facebook dove mostrava una torta con il logo del gruppo dell’ultradestra.

L’ex segretario di Patria e Libertà, Roberto Thieme, in una intervista che dette nel 2014 a The Clinic, segnalò che Orwald continuò ad appartenere al gruppo e che effettuava azioni antimapuche.

“Conosco la zona come la palma della mia mano. E ho contatti mapuche dall’epoca in cui fui candidato. E incominciai a domandare da dove viene questo fino ad identificare il gruppo. Incominciai ad unire i capi, ad collegare nomi di personaggi di cui ho ricordi, con una visione anticilena, antimapuche, e lì appare -neanche un latifondista- un militante di Patria e Libertà che se ne andò nel pinochetismo, che difende la DINA, al quale sarebbe piaciuto che uccidessero tutti i comunisti. Questo personaggio si chiama Orwald Casanova Cameron. Lui e il suo gruppo sono da temere, hanno armi e sono sostenuti dai latifondisti della zona e dai carabinieri. E il suo opuscolo fa parte di una campagna del terrore. È terrorismo imprenditoriale”, ha dichiarato Thieme.

“Ho informazioni confidenziali dalla regione sulle attività anti mapuche di Casanova e del suo gruppo. Perché come nei crimini, c’è sempre un movente, un interesse, e il terrorismo in questo caso favorisce la militarizzazione della politica, qualcosa che favorisce le FF.AA. e il grande capitale”, ha commentato.

Questo mezzo di comunicazione ha indagato gli altri gruppi paramilitari dell’ultradestra che continuerebbero ad operare nell’Araucanía, come il  Comando Hernán Trizano.

Attualmente non si conoscono maggiori antefatti sulla sua morte e il tema è sotto indagine.

11 gennaio 2021

La Voz de los que Sobran

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Carolina Rojas y Juan Pablo GonzalezCronología del brutal allanamiento que remeció el Wallmapu” pubblicato il 11/01/2021 in La Voz de los que Sobran, su [https://lavozdelosquesobran.cl/cronologia-del-brutal-allanamiento-que-remecio-el-wallmapu/] ultimo accesso 15-01-2021.

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