Bolivia: Luis Arce abroga i decreti neoliberisti del governo golpista


Guido Miguel Vassallo

Il presidente boliviano Luis Arce ha reso noto che il governo ha abrogato sette decreti supremi per abbattere l’impalcatura neoliberista creata dalla presidentessa de facto, Jeanine Áñez.

Il Ministero dell’Economia ha riferito che questi decreti “mancano di supporto tecnico e finanziario e sono destinati a favorire le grandi imprese”, mettendo a rischio la stabilità del Paese. Un mese dopo il suo insediamento, Arce cerca di far uscire la Bolivia da una profonda recessione economica tornando al modello di successo dell’ex presidente Evo Morales.

Con questo obiettivo in mente, la Camera dei deputati ha approvato la tassa sui grandi patrimoni. Nel frattempo, il governo ha iniziato a pagare il cosiddetto “Bono Contra el Hambre” (Bonus contro la fame) questo mese.

Senza dubbio, Arce sta mantenendo molte promesse elettorali focalizzate sulla sfera strutturale: la crisi economica e le tasche malconce del popolo boliviano”, ha detto Gabriel Villalba, direttore del Centro de Estudios Geopolíticos de Bolivia, in un’intervista a Página12.

La necessità di una profonda riforma sta emergendo nell’orizzonte giudiziario, mentre l’arrivo di una missione della Comisión Interamericana de Derechos Humanos (CIDH) cerca di scoperchiare la cappa della repressione sulle proteste che hanno causato più di 30 morti dopo il colpo di Stato.

Stiamo smantellando l’impalcatura del modello neoliberista instauratosi nel novembre 2019”, ha detto Luis Arce sul suo account Twitter, dando notizia degli accordi raggiunti nella riunione di gabinetto di mercoledì. Con la scusa di combattere il Coronavirus, il governo ad interim di Jeanine Áñez aveva approvato decine di decreti durante l’emergenza sanitaria.

I sette decreti supremi che sono stati abrogati giovedì hanno facilitato i contratti privati all’interno il sistema sanitario, aumentato il sostegno alle grandi imprese per soddisfare i loro obblighi sociali e stabilito estensioni e agevolazioni per il pagamento delle tasse per gli esportatori. In breve, l’attuale governo ritiene che l’insieme di risoluzioni non fosse rivolta ai settori più vulnerabili del Paese: al contrario, ha portato ad un aumento della povertà e della disoccupazione.

Il presidente della Bolivia ha anche applaudito l’approvazione delle leggi per il rimborso dell’IVA ai lavoratori a basso reddito e la tassa prevista sui grandi patrimoni. “Accogliamo con favore il fatto che la Camera dei deputati abbia approvato due importanti progetti di legge volti a riattivare l’economia”, ha detto Arce, che si è insediato l’8 novembre dopo aver stravinto nelle elezioni di ottobre.

Nelle prime ore del mattino di giovedì, una parte della Camera si è opposta al progetto di Ley del Impuesto a las Grandes Fortunas. Il documento stabilisce un tributo sulle grandi ricchezze in tutto il territorio dello Stato Plurinazionale della Bolivia, che sarà applicato ai patrimoni accumulati di oltre 30 milioni di pesos boliviani delle persone fisiche (poco più di quattro milioni di dollari).

Il progetto andrà ora al Senato, che vede una maggioranza del MAS.

Il sistema fiscale ha la possibilità di essere più progressista. Significa che chi ha di più dovrebbe contribuire maggiormente al Paese. In altre parti del mondo, i milionari chiedono alle autorità fiscali di aumentare le loro tasse perché sanno che la società è una questione sistemica e sinergica”, ha detto il ministro dell’Economia Marcelo Montenegro dopo il voto al Congresso.

Ricostruiremo il modello economico che è un modello basato sull’attività produttiva del Paese”, ha detto Montenegro in una conferenza con i giornalisti. “L’economia boliviana è stata la prima a crescere nella regione. Un’impalcatura economica che sta cercando di ricostruire dopo la cesura neoliberista avvenuta in Bolivia per undici mesi”, ha dichiarato nella stessa ottica l’avvocato e politologo Gabriel Villalba.

Naturalmente, per sviluppare questo modello, che è stato virtuoso nelle mani di Luis Arce quando era al Dipartimento di Economia, è necessario innanzitutto occuparsi delle priorità. Per questo motivo il governo boliviano ha iniziato a pagare il “Bono contra el Hambre” (Bonus contro la fame) qualche giorno fa.

Durante la campagna, Arce aveva promesso il pagamento di questo bonus di mille boliviani (circa 144 dollari) come meccanismo per riattivare la domanda interna. Secondo Villalba, questo dimostra che “la strategia elettorale del MAS si sta realizzando ed è per questo che il governo ha un’alta percentuale di approvazione tra la popolazione”.

Oltre a denunciare il disordine economico e sociale lasciato dal regime di Áñez, il cambio di governo ha rivelato diverse irregolarità nel sistema giudiziario. Una valanga di procedimenti giudiziari avviati dal governo de facto contro i leader del MAS sono già stati respinti a causa di vizi procedurali.

Intanto, altri casi rimasti paralizzati per undici mesi, come quelli dei massacri di Sacaba e Senkata, cominciano lentamente a riattivarsi.

Per andare più a fondo, il Ministero della Giustizia guidato da Ivan Lima ha convocato un gruppo di esperti in diversi settori del diritto per affrontare la riforma giudiziaria. Lima ha detto che il cambiamento del sistema giudiziario si realizzerà “contro ogni contrasto e contro chiunque vi si opponga”, tuttavia “cercando l’unità”.

Gli analisti boliviani consultati si sono trovati d’accordo sui progressi compiuti dal governo di Luis Arce appena un mese dopo la sua inaugurazione. “Questo mese è più sociale che economico nella sua agenda, perché in primo luogo c’è la questione della riforma della giustizia e in secondo luogo il Bono contra el Hambre che ha a che fare con la ridistribuzione delle risorse”, ha detto il politologo Marcelo Arequipa, che ha anche evidenziato un nuovo elemento di questo nuovo processo.

Per la prima volta nella storia politica di questo paese, le funzioni sono divise. Una cosa è l’amministrazione del potere politico e un’altra è l’amministrazione dell’organizzazione politica, cioè il MAS. Nella prima funzione ci sono Luis Arce e David Choquehuanca e nella seconda Evo Morales”, ha detto Arequipa.

Per il suo collega Gabriel Villalba, il bilancio di questo mese è “positivo, anche se con molte sfide”. Villalba ha descritto il nuovo gabinetto come “qualcosa che sta emergendo”, poiché “ha il ruolo di preparare la strada per il prossimo gabinetto che entrerà in carica il 22 gennaio”.

In quella data, la Bolivia celebra la Giornata dello Stato Plurinazionale, dove viene nominato il gabinetto che accompagnerà il Presidente per un anno. “Forse molti degli attuali ministri rimarranno e altri no; non sarà una crisi di gabinetto, ma un’articolazione storica”, ha aggiunto Villalba.

da Página12

13 Dicembre 2020

Contropiano

Traduzione di Contropiano:
Guido Miguel Vassallo, Bolivia: Luis Arce abroga i decreti neoliberisti del governo golpista” pubblicato il 13/12/2020 in Contropiano, su [https://contropiano.org/news/internazionale-news/2020/12/13/bolivia-luis-arce-abroga-i-decreti-neoliberisti-del-governo-golpista-0134615] ultimo accesso 21-12-2020.

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