Messico: Morena, una zavorra per la Quarta Trasformazione


*Al di là delle critiche che si possono fare al programma della Quarta Trasformazione portato avanti da Andrés Manuel López Obrador e alla relativa democrazia partecipativa, l’articolo mette in evidenza i limiti strutturali che ha il partito Morena, così come tutti i partiti “progressisti”, di “sinistra”, che in America Latina vanno al potere attaccando le politiche neoliberiste, che successivamente portano avanti condendole con politiche blandamente sociali. (NdT)

L’integrazione di una dirigenza statuaria in Morena, che avrebbe dovuto realizzarsi più di un anno fa, si è trasformata in un labirinto che ha lasciato allo scoperto la profonda crisi che affronta questo partito, la mancanza di una statura politica dei suoi reali dirigenti, così come la disfunzionalità degli organismi elettorali e del regime di partiti nel paese.

Nella crisi confluiscono il vuoto di potere creato nel partito politico dal suo trionfo elettorale del luglio 2018, che si è tradotto nella perdita della maggior parte dei suoi quadri e dirigenti, i quali sono passati ad occupare cariche nell’amministrazione pubblica o di rappresentanza; la sguaiata sete di potere dei reali dirigenti del partito, la sostituzione delle assemblee democratiche attraverso le cause giudiziarie e la deplorevole ingerenza dell’Istituto Nazionale Elettorale (INE) e del Tribunale Elettorale del Potere Giudiziario della Federazione (TEPJF), organismo quest’ultimo che, dall’ottobre 2019, ha emesso sentenze contraddittorie e, chiaramente interventiste, al punto di ignorare olimpicamente lo statuto di partito per fissare alcune regole del gioco così ambigue come arbitrarie.

Così, lo scorso 21 agosto il TEPJF ha disposto che la presidenza e la segreteria generale del Comitato Esecutivo Nazionale (CEN) di Morena, due posizioni fondamentali nel controllo del partito, dovrebbero essere assegnate mediante una consultazione aperta, che dovrebbe essere organizzata dall’INE, a carico delle prerogative del partito. Questo ha dato luogo, tra gli aspiranti a questi incarichi, ad una feroce lotta nella quale proliferano le campagne di denigrazione personale e spreco di risorse di provenienza dubbiosa nelle campagne per posizionarsi. Sono uscite alla luce in questo modo, in seno al partito che ha promesso un rinnovamento della vita pubblica, espressioni di inciviltà caratteristiche delle pratiche che si volevano sradicare.

Gli episodi più recenti del deplorevole spettacolo sono stati il “pareggio tecnico” diagnosticato dall’INE nella seconda fase delle consultazioni tra i due aspiranti alla presidenza del CEN -Porfirio Muñoz Ledo e Mario Carrillo-, caratterizzato, il primo, dalla sua inattesa bellicosità contro i membri del gabinetto del presidente Andrés Manuel López Obrador, e il secondo, dalla sua dispendiosa e incongruente campagna pubblicitaria su tutto il territorio nazionale. Tutto questo, al margine del quadro legale che lo stesso TEPJF dovrebbe essere obbligato ad osservare e a far rispettare.

In tale circostanza, i due candidati a presiedere il partito si sono aggrovigliati in uno scambio di dichiarazioni ostili, il tribunale elettorale è impantanato nelle sue stesse titubanze e inconstanze e l’INE, impegnato a intraprendere una terza consultazione di spareggio dalla quale con difficoltà potrebbe emergere una dirigenza con una autorità e credibilità tra la militanza di base. Così, Morena, lontano dal contribuire al programma che il governo ha promesso, si è trasformata in una zavorra per la Presidenza di López Obrador e per la prosecuzione degli obiettivi del mandatario.

Si deve riconoscere, d’altronde,  che nella crisi in cui sono intrappolati i morenisti si manifesta quella di un sistema elettorale e di un regime di partiti che distano molto dall’essere democratici e sono giunti al limite della propria funzionalità: le loro regole del gioco non sono concepite per garantire la partecipazione popolare e la rappresentatività sociale, ma per assicurare la perpetuazione di una classe politica burocratica, escludente e parassitaria e per sottoporre i partiti all’arbitrio di una tecnocrazia elettorale e di una magistratura che è lei sé stessa un gruppo di interesse.

In questa situazione, la società deve porre sul tavolo la necessità di una riforma politica che permetta di avanzare verso una democrazia partecipativa, che è uno dei punti programmatici fondamentali della Quarta Trasformazione.

13 ottobre 2020

La Jornada

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Morena, lastre para la Cuarta Transformación” pubblicato il 13/10/2020 in La Jornada, su [https://www.jornada.com.mx/2020/10/13/opinion/002a1edi] ultimo accesso 29-10-2020.

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