In Colombia si inasprisce la protesta contro il massacro della polizia: II° Bogotazo


Camilo Rengifo Marín

Il dolore e la rabbia popolare sembrano essere incontenibili a Bogotá e in tutta la Colombia: il massacro numero 56 dell’anno ha indignato ancor di più i giovani e i cittadini che chiedono allo stato la protezione delle loro vite invece di essere crivellati mentre richiedono i propri diritti.

Durante l’isolamento, il popolo colombiano stava condannando virtualmente l’assassinio di 230 persone in quello che va dell’anno. L’indignazione per l’omicidio dell’avvocato Javier Ordóñez che è stato registrato in un video mentre supplicava “per favore” ha portato la gente nelle strade. La repressione poliziesca si è presa 13 vite e più di un centinaio di feriti.

Questo 2020, con l’ultradestra al potere, ha comportato il record del ritorno dei massacri, dello sfollamento forzato di massa delle comunità rurali, della costante minaccia da parte dei paramilitari, e del crescente assassinio di dirigenti sociali e difensori umani, e degli ex guerriglieri delle FARC.

Secondo Bogotazo?

Di fronte al Senato, il direttore della polizia, generale Gustavo Moreno, ha chiesto nuovamente perdono a nome dell’istituzione ai familiari dell’avvocato Javier Ordóñez che è morto per mano di agenti della polizia. Ha detto che quanto avvenuto può essere catalogato come un secondo “Bogotazo”, essendo uno dei fatti di violenza più importanti della storia.

Moreno ha detto che ci sono 50 video di reti sociali nei quali ci sono atti controversi della forza pubblica. In totale, ci sono 56 poliziotti che sarebbe coinvolti in atti indebiti. Allo stesso tempo, ci sono 35 poliziotti pienamente identificati che riconoscono di aver sparato tra i giorni 9 e 10 settembre, e 23 uomini in uniforme “che presentano mancanze di munizioni”.

Mentre, il testimone chiave dell’abuso che ha commesso la Polizia con l’avvocato Javier Ordóñez (il cui nome è mantenuto nell’anonimato) ha ricevuto minacce di morte contro di lui da parte degli assassini che continuano ad essere in libertà. “Chiedo agli enti di controllo incaricati che per favore non mi lascino solo in questa situazione”, ha detto a Semana.

Durante la quarantena le organizzazioni contadine, indigene e afro hanno, inoltre, vissuto lo sterminio con più forza, e la persecuzione, non solo dei gruppi armati che si contendono i loro territori, è andata aumentando. Le operazioni armate per lo sradicamento della coca sono portate avanti nei confronti di coloro che si impegnano a difendere il programma di sostituzione volontaria degli accordi di pace sottoscritti con le FARC all’Avana.

Gli analisti avvertono che c’è un malessere generale nella società colombiana che sta crescendo e che negli ultimi dieci anni si è manifestato con mobilitazioni nei settori indigeni e contadini. Nel settore urbano, negli ultimi tre anni c’è stata una forte mobilitazione con lo Sciopero Nazionale dell’anno passato, interrotto per la pandemia. Ora la gente è tornata nelle strade dopo l’assassinio di Ordónez.

Quello che si esprime nelle strade della Colombia è la risposta all’esclusione sociale e politica, il malessere che ha il popolo per le prove della relazione tra il narcotraffico e il gruppo dell’attuale governo di Iván Duque e il dolore per la violenza poliziesca che strappa la vita ai più giovani.

L’azione repressiva sta sollevando anche un altro tipo di denunce: abusi sessuali, ostacolo all’informazione, arresti irregolari, e perfino detenzioni in centri clandestini come è stato evidenziato in video dove, inoltre, si prova come gli agenti di polizia si scambino armi con uomini in borghese, sparano in gruppo, e puntano anche direttamente al corpo dei manifestanti e li colpiscono mentre sono in stato di vulnerabilità.

La sindaca di Bogotá, Claudia López, ha addotto l’insubordinazione nella Polizia, mentre i movimenti studenteschi, le organizzazioni e i cittadini continuano a manifestare quotidianamente. I video mostrano come la polizia attacca le case nei quartieri periferici, minaccia gli abitanti sui balconi, spara contro complessi residenziali, attacca passanti sprovveduti e gli propinano bastonate.

Il sacerdote Alejandro Angulo, del Centro di Indagine ed Educazione Popolare CINEP, afferma che in Colombia le proteste di solito sono infiltrate da agitatori professionali. Nelle reti sociali, molti affermano che coloro che distruggono il commercio potrebbero essere dei poliziotti o vandali pagati da poliziotti per creare caos e delegittimare la protesta. Da parte sua, il governo e la classe imprenditoriale accusano le guerriglie urbane dei disordini.

Biblioteche popolari, non centri di tortura

Già si compie una settimana di proteste non solo nelle strade, piazze e viali, ma anche nella virtualità, dove cresce l’appello alla rinuncia del ministro della difesa di Iván Duque, Carlos Holmes, e alla riforma strutturale e dottrinaria del corpo di polizia, che ha il suo obiettivo nel “nemico interno”, allo smantellamento dello Squadrone Mobile Antisommossa (ESMAD) e che siano giudicati i poliziotti e i politici responsabili.

Nel frattempo, i media egemonici si preoccupano di più per i muri danneggiati che per i corpi dei propri concittadini abbattuti da coloro che dovrebbero averne cura e hanno speculato su un eventuale complotto internazionale del presunto gruppo ACAB, fino a scoprire che questa sigla utilizzata da gruppi controegemonici a livello mondiale, significa solo All Cops Are Bastards (Tutti i poliziotti sono bastardi).

Nei posti di polizia (molti utilizzati per la tortura dei cittadini) che sono stati incendiati e danneggiati durante le proteste, gruppi culturali e abitanti hanno collocato biblioteche e fanno feste notturne musicali dove invitano ad educare alla ribellione e a cessare la violenza.

* Economista e docente universitario colombiano, analista associado al Centro Latinoamericano di Analisi Estrategica (CLAE, www.estrategia.la).

16/09/2020

CLAE

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Camilo Rengifo Marín, Recrudece la protesta contra la masacre policial en Colombia: ¿Bogotazo II?” pubblicato il 16/09/2020 in CLAE, su [http://estrategia.la/2020/09/16/recrudece-la-protesta-contra-la-masacre-policial-en-colombia-bogotazo-ii/] ultimo accesso 22-09-2020

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