Si prepara un salto di qualità nella guerra a bassa intensità che per 26 anni è stata condotta contro le comunità dell’EZLN?
Questa domanda non solo se la fanno le migliaia di basi di appoggio zapatiste (ma forse se la pongono non da ora e la risposta già la conoscono fin dal primo giorno del loro levantamiento, quel primo Gennaio del 1994) ma anche migliaia di persone che, da ogni angolo del pianeta hanno visto e continuano a intravedere nella esperienza delle donne e degli uomini di mais un cammino di dignità, giustizia e libertà che deve essere preservato, difeso e sostenuto con tutti i mezzi a disposizione in questo periodo.
Riportiamo, tradotto e adattato, un articolo della rivista Contralinea che fa il punto sulla situazione che si sta verificando nel sud est messicano. Rimandiamo anche all’articolo di Luis Navarro di qualche giorno fa che chiarisce il quadro della posta in gioco e gli attori implicati.
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Il 22 agosto, sono stati attaccati e incendiati due depositi e negozi appartenenti alle basi di appoggio dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) a Cuxuljá in Chiapas. Quest’ultima provocazione è il corollario di una sistematica azione di contrasto agli zapatisti che è aumentata negli ultimi mesi e che include attacchi armati da parte di Orcao, l’Organizzazione Regionale dei Coltivatori di Caffè di Ocosingo, diventata diversi anni fa un gruppo paramilitare.
Non è un fatto isolato. Né un semplice “conflitto agrario” tra indigeni, come si è voluto presentare. In realtà, fa parte di un attacco contro l’EZLN che ha più fronti. Quello della Orcao, insieme ai Chinchulines e alla ricomparsa di Paz y Justicia, è solo uno, ma importante perché segna la rinascita del paramilitarismo che cerca di aprirsi un varco nello stesso territorio zapatista.
Il Chiapas è lo stato più militarizzato del paese, come abbiamo capito da queste informazioni sulla militarizzazione di Chiapas, Oaxaca, Guerrero e della penisola dello Yucatan. Fino all’anno scorso, secondo le informazioni fornite dallo stesso governo federale, erano impiegati 11.968 militari: un numero ben al di sopra di quelli presenti negli stati dove i cartelli del narcotraffico dominano e commettono crimini, come Durango (con un dispiegamento di 4mila 53 elementi), Sonora (6mila 516) o Chihuahua (7mila 279).
Inoltre, la Guardia Nazionale intende costruire caserme all’interno degli stessi municipi autonomi zapatisti o in aree dove sono presenti basi di appoggio, all’interno dei comuni ufficiali di San Cristóbal de las Casas, Comitán de Domínguez, Huehuetán, Las Margaritas, Ocosingo, Palenque, Pichucalco e Bochil.
Oltre ai versanti armati che minacciano l’EZLN si aggiungono quelli politici, economici e mediatici. Gli zapatisti costituiscono, da sinistra, una delle opposizioni frontali alla “quarta trasformazione” (n.d.t. – la 4T è il “programma di trasformazione del Messico” secondo l’attuale presidente). Come abbiamo detto in questo spazio, si tratta della vera opposizione perché sono di natura anti sistemica e anticapitalista.
Gli zapatisti sono stati isolati dai media [mainstream] e, dalla diffusione della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, sottoposti a una campagna di denigrazione proprio perché rappresentano un progetto diametralmente opposto a quello dei partiti dell’intero arco politico elettorale.
Appartenenti al PAN, membri del PRI, morenisti (n.d.t. – appartenenti a MoReNa il partito dell’attuale Presidente) e scagnozzi vari vedono l’EZLN come il più grande ostacolo ai megaprogetti su cui sono tutti d’accordo: il Tren Maya, il Corredor Transístmico, il Progetto Integrale Morelos, la raffineria Dos Bocas e il nuovo aeroporto internazionale (alcuni dicono che si farà a Texcoco, altri dicono che sarà fatto a Santa Lucía).
Non è che l’EZLN sia l’unica organizzazione che si oppone al progetto morenista da sinistra, ma è una parte fondamentale del Congresso Nazionale Indigeno (CNI), presente in tutta la Repubblica e che agisce sotto la struttura del Consiglio del Governo Indigeno (CIG). Una forza sociale molto maggiore di quella che ha provato a raccogliere l’opposizione di destra.
Quello che i governi di Salinas, Zedillo, Fox, Calderón e Peña Nieto (n.d.t. – i presidenti del Messico degli ultimi 30 anni) non hanno ottenuto di fronte all’EZLN, la “4T” crede di poter fare: sottometterlo, ridurlo e frammentarlo. Per questo, nel copione, il paramilitarismo è fondamentale.
I gruppi paramilitari (Orcao, Chinchulines e Paz y Justicia) erano priístas (n.d.t. – membri del PRI) mentre il PRI aveva il potere nello stato. Poi erano “ecologisti”, quando il governo era in capo al PVEM (n.d.t. – Partito Verde Ecologista del Messico). Oggi si pensano “morenistas” perché Morena governa lo stato e il paese. Sempre con il potere, sempre con la sua protezione. Gli basterà l’impunità acquisita nel passato processo elettorale per continuare ad attaccare le basi zapatiste? Vedremo Morena smarcarsi da queste organizzazioni o permetterà loro di continuare ad agire per suo conto?
Cosa cercano gli autori e le menti di questi attacchi? Vogliono che l’EZLN risponda alle aggressioni armate di Orcao, Chinchulines, Paz y Justicia e compagnia? Accecati dalla presunzione pensano di poter ridurre lo zapatismo in Chiapas e in Messico? Prudenza e intelligenza sono dalla parte degli zapatisti. Lo zapatismo non è solo in Chiapas. Vive nelle comunità indigene e contadine delle 32 entità della Repubblica.
Frammenti
Le comunità Nahua, Me’phaa, Na’savi, afro-messicane e meticce delle regioni della Costa Chica e Montaña dello stato del Guerrero inizieranno una carovana fino a Città del Messico la prossima settimana. Coordinati dal Concejo Indígena y Popular de Guerrero Emiliano Zapata (Cipog-EZ), romperanno l’assedio narco-paramilitare che subiscono e di cui abbiamo riportato in Contralínea.
Arriveranno fino allo Zócalo per avere un’incontro con il presidente e chiedere: misure di sicurezza precauzionali per gli aderenti del Cipog-EZ di fronte all’assedio del cartello dei Los Ardillos; fermare la guerra paramilitare scatenata contro le comunità dell’EZLN, del CNI-CIG e del Cipog-EZ; costruzione di scuole, case della cultura e strade per le comunità emarginate di Guerrero e sostegno alle cooperative di lavoro …
Dopo l’annuncio del governo della costruzione di un “Parco ecologico” sul Lago Texcoco, le cittadine lungo il fiume hanno chiesto una ripresa del progetto #ManosALaCuenca, realizzato 2 anni fa “insieme ad esperti e scienziati, dal basso e con la collaborazione dei villaggi”. Ritengono che la proposta del governo federale “non sia adeguata” dopo la distruzione causata dai lavori di quello che sarà il Nuovo Aeroporto Internazionale di Città del Messico (NAICM).
Mercoledì scorso, i membri del Frente de Pueblos en Defensa de la Tierra hanno chiesto la restituzione delle terre degli ejidatarios che si trovano fuori del perimetro recintato, in particolare il Lago di Xalapango, di fermare i progetti complementari del NAICM che ancora si continuano a fare e che dividono i terreni dei villaggi, come l’autostrada Peñón-Texcoco …
Octavio Ruiz Sántiz, uno studente della Escuela Normal Intercultural Bilingüe Jacinto Canek, è scomparso dal 23 agosto. L’ultima volta è stato visto a San Cristóbal de las Casas, in Chiapas. L’avvocato Víctor Rogelio Caballero Sierra, del Colectivo Aequus-Promoción y Defensa de Derechos Humanos chiede che nella ricerca del normalista, le autorità del governo dello Stato e la Procura Generale dello Stato applichino immediatamente il protocollo previsto per le persone scomparse, in conformità con la Ley General Desaparición Forzada, Desaparición cometida por particulares, del Sistema Nacional de Búsqueda (n.d.t. – Legge Generale sulle sparizioni forzate, sparizione di persone e del Sistema Nazionale di ricerca).
1 settembre 2020
Caminantes – Centro Studi e Documentazione
“La provocazione all’EZLN” pubblicato il 01/08/2020 in Caminantes – Centro Studi e Documentazione, su [https://www.facebook.com/notes/caminantes-centro-studi-e-documentazione/la-provocazione-allezln/1287709244894142/?__tn__=H-R] ultimo accesso 02-09-2020 |