Il narco-regime cerca di ammorbidire il tema cambiando i termini, affermando che non ci sono più massacri ma assassinii collettivi…
In questo momento la Colombia vive un periodo di violenza. Ogni giorno trae la sua nuova notizia di assassinii di dirigenti e contadini e trae anche la sua notizia di un altro massacro. Il paese guarda stupefatto i massacri e i grossolani tentativi del governo di ammorbidire il tema cambiando i termini, affermando che non sono più massacri ma assassinii collettivi.
È una falsità vile e insultante, ma non così tanto insultante come le parole del senatore Iván Cepeda che attraverso la sua pagina twitter ha detto che “Il presidente Duque ha ricevuto un paese senza massacri e dopo due anni, non adempiendo all’Accordo di Pace, già se ne sono registrati 30, non è solo inettitudine, ma negligenza dolosa”.
Lo stesso governo di Duque ha risposto con le cifre, e duole riconoscere che lo stupidotto del Palazzo di Nariño ha qualche ragione. Durante il governo di Santos (2010-2018) ci furono 189 massacri con un saldo di 877 morti [1] (intendendo come massacri l’assassinio di 4 o più persone nel medesimo fatto, luogo e tempo). Morti che secondo Cepeda non esistono.
La difesa del governo è azzeccata per riguarda le cifre totali ma ignora l’intensità dei massacri in questo mese di agosto e non è accettabile dire che non andiamo così male come nel governo di Santos. I massacri nel governo di Santos non giustificano né spiegano quelli del governo di Duque, come nemmeno la difesa offerta quando Santos era ministro della Difesa di Uribe: che i falsi positivi sono sempre esistiti.
Quello che abbiamo è un assassino segnalato, che c’è un altro sanguinario in più. Ma la domanda che dobbiamo farci non è se Santos è più assassino di Duque, tutto è una questione di gradi, e chi uccide di più non è l’argomento, ma il perché e la natura del regime colombiano. Ma una domanda che bisogna fare è perché il futuro candidato presidenziale, l’odierno senatore Iván Cepeda, mente.
E bisogna dire che è una menzogna, non è un errore. Iván Cepeda ha dimostrato lungo la sua carriera come congressista e la sua traiettoria come difensore dei diritti umani che non è ignorante, non è uno stupidito, è un politico molto capace che conosce questo paese come pochi politici. Non ha dimenticato i massacri, non è che non se ne sia reso conto, decide di mentire. C’è una certa classe di politici e, a quanto pare, anche dei diritti umani, alla quale piace distorcere la realtà del conflitto.
Per loro il conflitto cominciò con Uribe, che Uribe inventò le Convivir, quando in realtà erano un’invenzione di Cesar Gaviria, e del suo ministro della Difesa, Rafael Pardo, e tale decreto fu regolamentato e applicato da Samper. Uribe ne approfittò, certamente, ma il crimine delle Convivir ha più responsabili. Anche per questa gente, il conflitto terminò durante il governo di Santos, soprattutto durante il processo di pace con le FARC. Le statistiche dicono un’altra cosa.
Iván Cepeda insulta la memoria delle vittime dei massacri durante i due governi di Santos, falsificando la storia del conflitto e negando fatti. Ci fu molta discussione quando Duque nominò un nuovo direttore del Centro della Memoria Storica perché lui negava l’esistenza di un conflitto armato. Ora bisogna domandarsi perché non nominò Cepeda, avrebbe avuto il sostegno della sinistra e avrebbe fatto un lavoro migliore al momento di falsificare la verità del conflitto.
C’è una spiegazione, ed è che Iván Cepeda è complice di Santos. Intervenne come nessuno nel processo di pace, lo giustificò, incluso l’accordo sulle vittime. Per lui è necessario falsificare la sanguinosa storia dei governi di Santos, quindi lui appoggiò Santos e partecipò al lavaggio dell’immagine. Ora ha bisogno di negare la realtà e i morti per giustificare questo appoggio. È un nuovo capitolo del processo di pace con le FARC, che né possiamo nominare e raccontare le vittime di Santos.
Non so come come si sentono le famiglie delle vittime quando Cepeda nega quanto avvenne ai loro famigliari. Domando a Cepeda, come si sentirebbe se qualcuno negasse l’assassinio del suo papà, il senatore Manuel Cepeda, se qualcuno dicesse che morì in un incidente di traffico e non cadde sotto i proiettili dello stato. Come si sentirebbe Iván? Gloria eterna per l’immolato senatore Manuel Cepeda, ignominia eterna per suo figlio, Iván Cepeda.
Nota:
[1] El Espectador (23/08/2020) Nunca se fueron las masacres: la defensa del gobierno (I massacri non se ne sono mai andati: la difesa del governo), https://www.elespectador.com/noticias/politica/nunca-se-fueron-las-masacres-la-defensa-del-gobierno/
29/08/2020
La Haine
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Gearóid Ó Loingsigh, “Colombia: Las masacres que nunca fueron” pubblicato il 29/08/2020 in La Haine, su [https://www.lahaine.org/mundo.php/colombia-las-masacres-que-nunca] ultimo accesso 31-08-2020 |