Lavoratrici domestiche: tra l’esposizione al virus e la quarantena senza salario.


Redazione La tinta

Ogni giorno, sono di più i casi di lavoratrici di case private che si vedono impossibilitate a poter rispettare la quarantena per il coronavirus, nonostante che siano una popolazione a rischio, sia per l’età o per precedenti malattie. I loro padroni le fanno andare ugualmente ai loro posti di lavoro o le obbligano prendersi il congedo senza godere dello stipendio. Simultaneamente, si ripetono denunce di donne che sono obbligate a lavorare con i propri datori di lavoro che sono in quarantena.

A Córdoba, ancora non ci sono denunce formali, ma il Sindacato del Personale delle Case di Famiglia (Sinpecaf) già sta facendo consultazioni di diverso tipo. Alcira Burgos, dirigente del sindacato, ha parlato con La tinta e ha evidenziato che le lavoratrici registrate che sono incluse nei gruppi a rischio -persone anziane e quelle che soffrono malattie preesistenti- non devono andare a lavorare, così come quelle i cui datori di lavoro sono in quarantena. “Se esigono che si presentino, devono, automaticamente, consultare un avvocato”, ha ribadito.

Da parte del sindacato, hanno chiarito che non si può nemmeno permettere che i padroni prescindano dal personale domestico o gli riducano la quantità di ore, anche se i datori stanno più tempo nelle proprie case, sia perché sono stati congedati dai propri lavori o perché si trovano a fare il telelavoro. In questo senso, da parte del Sinpecaf, ribadiscono che si deve rispettare la legge e la relazione lavorativa vigente.

La dirigente ha chiarito che, nonostante che la sede fisica del Sinpecaf sarà tenuta chiusa fino al 26 marzo, il sindacato continua a funzionare. Di fatto, alla porta dell’edificio di via Sucre 466 della nostra città, le lavoratrici che vogliono una consulenza hanno già disponibile l’informazione e i numeri telefonici degli avvocati a disposizione.

A Córdoba, solo il 30% delle lavoratrici domestiche è registrata, fatto che complica ulteriormente la situazione, e con la pandemia, le disuguaglianze esistenti stanno esplodendo e i diritti lavorativi delle lavoratrici domestiche vengono violati ancor più di prima.

Secondo l’OIL, in un rapporto dell’anno passato, “l’alta precarietà del settore contribuisce a creare condizioni per il lavoro forzato e il lavoro infantile. Causa una remunerazione ingiusta e mancanza di diritti come vacanze, tredicesima, giorni di malattia e maternità, e orari non stabiliti che, spesso, confinano con lo sfruttamento”.

*Foto: Urban / Getty

18 marzo 2020

 La tinta

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Redacción La tintaTrabajadoras domésticas: entre la exposición al virus y la cuarentena sin salario” pubblicato il 18/03/2020 in lavaca, su [https://latinta.com.ar/2020/03/domesticas-virus-cuarentena-salario/] ultimo accesso 19-03-2020.

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