Redazione Desinformémonos

Città del Messico / Le organizzazioni e i collettivi dei diritti umani, tra cui il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (Frayba), hanno informato che Juan Pérez Álvarez, prigioniero politico tseltal nel carcere penale di Comitán, Chiapas, è stato messo in libertà lo scorso 14 maggio.

Pérez Álvarez, appartenente all’organizzazione in resistenza Viniketik, si trovava in sciopero della fame nel Centro di Riadattamento Sociale dei Condannati Numero 10, dove il 29 marzo 2003 fu vittima di tortura durante la sua detenzione.

Come Juan Pérez, cinque prigionieri indigeni tsotsil, in due carceri chiapaneche, hanno reiniziato, il passato 13 maggio, uno sciopero della fame per richiedere la propria immediata liberazione e per denunciare la tortura di cui sono stati vittime, così come la mancanza del dovuto processo nelle loro detenzioni, trattamenti crudeli, inumani e degradanti in prigione, e discriminazione per essere popoli originari.

I cinque prigionieri che ancora continuano lo sciopero della fame chiedono allo stato messicano di rivedere le loro inchieste penali, di continuare le indagini sulle denunce di tortura e sulle altre violazioni dei diritti umani, di attendere alla loro richiesta di libertà immediata e di garantire la sicurezza e integrità delle persone private della propria libertà che possano esercitare il proprio diritto di libera espressione e manifestazione.

A loro volta, le organizzazioni che fanno parte della Rete Nazionale delle Organizzazioni Civili dei Diritti Umani “Tutti i Diritti per Tutte e Tutti”, insieme al Frayba e ad altri comitati e collettivi di difensori, hanno chiesto al governo di indagare le violazioni dei diritti umani delle persone che fanno parte del popolo maya tsotsil private della propria libertà.

Fonte: La Jornada

Foto: Pablo Ramos

24 maggio 2019

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