Il Coordinamento Simón Bolívar e il Movimento Guevarista Rivoluzionario (MGR), consegnano l’analisi che hanno effettuato insieme sull’azione di liberazione del terrorista borghese Leopoldo López. Azione realizzata ieri a Caracas da un gruppo di militari e civili che ha lasciato una scia di feriti, danni materiali e turbamenti nazionali e internazionali; sollecitiamo la sua lettura, e nella misura del possibile, di dare i necessari apporti nella misura in cui si abbiano altri antefatti.
Quando in Venezuela la situazione si è già decantata, diventa necessario fare oggi un’analisi preliminare, ma seria, sull’origine dell’azione politico-mediatico-militare.
Si è diffusa l’idea di un golpe militare fallito o evitato, che è stato effettuato da un settore della borghesia fascista più alcuni effettivi militari. Le prime manovre sul terreno così lo indicavano, e il popolo povero e sfruttato di Caracas e di altre regioni si è mobilitato a centinaia di migliaia di persone a difesa del legittimo governo della repubblica Bolivariana del Venezuela.
La situazione è stata prontamente controllata dalle forze leali al governo utilizzando solo poche bombe lacrimogene e gli insorti si sono dispersi prendendo strade diverse, soprattutto per rifugiarsi in alcune ambasciate.
Fino a qui, a grandi linee, questa la sintesi dei fatti accaduti oggi, ma dietro a questi fatti c’è tutta una situazione che è degna di essere analizzata con maggiore profondità, anche se ancora siamo in mezzo ad una situazione instabile.
La nostra analisi di intelligence ci porta a contraddire questa versione che sicuramente sarà quella maggiormente diffusa e passiamo a dare la nostra opinione.
Per prima cosa siamo in presenza di un’operazione politica di lunga data che naturalmente ha una sua componente militare. Per un’operazione politica e militare di questo tipo si richiedono vari elementi: un comando politico strutturato e affiatato con una strategia e una tattica da portare avanti.
In secondo luogo, un apparato militare e paramilitare con i loro rispettivi comandi e canali di intelligence.
In terzo luogo, poniamo un apparato di agitazione e propaganda e di diffusione mediatica.
In quarto luogo, si richiede una logistica militare e finanziaria.
In quinto luogo, si richiede un complesso piano di comunicazioni tanto civili come militari.
Tuttavia, abbiamo fin qui analizzato alcuni degli elementi necessari a sviluppare questo tipo di azioni di una certa importanza. Tutto questo la borghesia già lo ha, e la classe operaia e i settori popolari e sfruttati della città e del campo lo sanno. Ma si sa anche che loro non hanno un deciso e maggioritario sostegno militare né popolare. È per questo motivo che tra i molteplici tentativi di assaltare il potere, non c’è stata la modalità di un golpe militare e sono stati propensi ad una specie di azioni combinate, dove le scaramucce di massa, coprono solo e danno una copertura e un sostegno “sociale” ad un modo di agire terrorista più grande come l’assalto a caserme, attentati di ogni tipo, omicidi e il tentativo di uccisione di Maduro. Tutto questo dimostra che con l’azione di oggi si è cercato solo la liberazione di López, ma è servita anche a mettere al riparo, mediante l’asilo, alcuni militari di alto rango che stavano cospirando e che erano rimasti allo scoperto dopo la cattura di Marrero e di altri congiurati.
La distribuzione operativa di oggi delle forze terroriste sul terreno, non ha nulla a che vedere con un assalto al potere, ma piuttosto hanno stabilito un perimetro operativo di sicurezza che permettesse il libero trasferimento di Leopoldo López e di alcuni degli alti comandi militari congiurati, tra cui il generale direttore del Sebin, Manuel Cristopher Figuera, oggi con domicilio sconosciuto, ma di cui a quest’ora è chiara la sua partecipazione alla direzione operativa dell’azione terrorista di liberazione di Leopoldo López. Sappiamo che non hanno ancora disertato né si sono sollevati tutti coloro che ci sono, né sono apparsi tutti coloro che stanno cospirando e che ci sono alti comandi compromessi.
In tutti i modi, un’azione di questa rilevanza non può essere portata a termine senza la direzione, l’orientamento e il sostegno dell’imperialismo e dei suoi alleati a livello internazionale. L’intelligence, il finanziamento, il sostegno mediatico e, la cosa più grave, l’impegno operativo della coalizione pro-imperialista ieri sono diventati manifesti quando il governo nordamericano e i suoi alleati sono stati coinvolti direttamente in tale azione di carattere terrorista. Fin dalle prime ore un gruppo di ambasciate, tra le quali spiccano quelle di Brasile, Cile, Colombia e Spagna, si sono unite all’azione terrorista ed è stato lì che hanno cercato rifugio i dirigenti terroristi, civili e militari. Bisogna anche mettere in evidenza che il generale traditore, ex direttore del Sebin, ha fatto una telefonata diretta ad alcuni militari da Porto Rico, paese che si trova sotto il dominio yankee che avrebbe coordinato la sua uscita dal paese.
L’impunità è il risultato di una giustizia decrepita e corrotta
L’inazione della giustizia, in ogni ordine di cose, diventa manifesta quando analizziamo quanto è successo con i grandi corrotti di ieri e di oggi che hanno saccheggiato il Venezuela. Contro questi grandi corrotti, nulla è stato fatto e si è agito solo, in modo tardivo, contro i quadri intermedi di questa trama mafiosa che ha attaccato le finanze della Repubblica.
Questa medesima inazione della giustizia, si è trasferita nel campo politico sfiorando il ridicolo, una volta scoperto il ruolo di Leopoldo López nell’associazione illecita terrorista denunciata dallo stesso governo, questi ha continuato a vivere tranquillamente a casa propria, agli arresti domiciliari, e nessuno ha fatto nulla per invertire questa situazione.
Al riguardo si è detto che era una situazione di correlazione di forze, che è il medesimo argomento per non aver arrestato Guaidó, ma questo non può essere utilizzato come argomento, perché il non averlo arrestato non ha cambiato la correlazione di forze soprattutto internazionali. Piuttosto ha fatto aumentare le sanzioni internazionali.
Il popolo povero e sfruttato è già stanco di tanta ingiustizia e tanta impunità e, in questo momento, il governo continua ad avere la parola al riguardo, ma progressivamente guadagna terreno l’idea della giustizia popolare contro il fascismo, contro i corrotti, le quinte colonne, ma anche contro gli speculatori che si riempiono di denaro con la fame e le necessità della classe operaia e del popolo povero e sfruttato della città e del campo.
La lotta di classe si acutizza
In Venezuela la lotta di classe si acutizza e si esprime in diversi modi. Uno di questi è il permanente attacco al salario e alle entrate della maggioranza della popolazione del paese. Questa lotta di classe si esprime anche nelle mobilitazioni operaie e nelle medesime contraddizioni interne del governo bolivariano dove senza dubbio si scontrano frazioni interne contrapposte. Lotta di classe dove, nonostante le necessità, la classe operaia non riesce ancora ad avere un distaccamento di avanguardia che esprima i propri interessi e che porti avanti in modo opportuno e certo le sue lotte. Oggi questa necessità diventa più palese in mezzo alla feroce offensiva imperialista e fascista borghese, e i settori operai più avanzati incominciano a cercare i percorsi di unità dei piccoli distaccamenti rivoluzionari che finora hanno marciato separati.
Qualcuno che fino a poco fa si dichiarava marxista, diceva che in Venezuela non c’erano condizioni per costruire un’organizzazione rivoluzionaria e che, in mezzo alla crisi, era ancor meno possibile effettuare lo sforzo fruttifero per l’irruzione di un’opzione rivoluzionaria che, basata sul marxismo, si ponga il problema del potere. Noi non possiamo essere d’accordo con questo e crediamo che dopo molto tempo, ci siano effettivamente dei segni che puntano alla nascita di un’organizzazione marxista di avanguardia che esprima gli interessi della classe operaia e del popolo povero. È una necessità, e sulla marcia dobbiamo rendere conto di questo e fare il grande sforzo, dotare gli sfruttati di un’organizzazione di lotta reale che punti al socialismo.
La crisi economica come parte della cospirazione borghese
La situazione economica si deteriora a passi da gigante ed è già una parte sostanziale della cospirazione borghese. Nonostante quanto detto sopra, tale crisi deve essere presa come un tutto, ma aver chiare le sue componenti essenziali. In primo luogo, un’errata conduzione economica con cui si è concentrata l’attività in un’economia portuale provocando l’indebolimento del piccolo apparato produttivo esistente. In secondo luogo, possiamo identificare il saccheggio delle finanze pubbliche da parte delle mafie trasversali, che vanno dalla destra borghese fino ad alti procuratori “bolivariani” e a militari che in grande misura hanno ampiamente rieditato i mali della quarta repubblica. L’altra componente che è possibile vedere come parte di questa crisi, è l’insieme delle azioni sanzionatorie, di blocco e di furto di profitti, che l’imperialismo e i suoi alleati hanno lasciato cadere sull’insieme della popolazione venezuelana. Da ultimo, il comportamento interno di una borghesia parassitaria, che lascia cadere tutto il suo peso sulle entrate delle e dei lavoratori e porta avanti una politica di prezzi e salari di carattere terroristico sulla popolazione polverizzando le retribuzioni di coloro che vivono del proprio lavoro di fronte all’inazione del governo.
I bisogni dei settori popolari
Nonostante tutte le evidenze dei fatti già raccontati in questo rapporto e molti altri, non è possibile dire che ci sia da parte del governo una correzione. Il PSUV continua a governare in modo congiunto con le FANB (Forze Armate Nazionali Bolivariane) e la cosiddetta alleanza patriottica si esprime solo negli eventi elettorali, nelle mobilitazioni sociali quando bisogna difendere il processo e in piccole quote di potere sorte soprattutto da negoziati elettorali.
D’altra parte, il cosiddetto Potere Popolare, in definitiva, si è trasformato in una cinghia di trasmissione delle politiche governative senza avere un peso reale al momento di prendere decisioni e di correggere le politiche ufficiali e già incomincia ad esprimersi il malessere delle basi popolari di fronte a questa situazione che in alcuni casi sono entrate in aperta ribellione di fronte alle negligenze che provengono dal governo. La contraddizione del momento in questo campo è che è necessaria una direzione unita e centralizzata per schivare la crisi, ma d’altra parte questa medesima direzione affossa le iniziative che dalle basi potrebbero apportare le soluzioni teoriche e pratiche.
Riassumendo, l’organizzazione di un vero Potere Popolare, che esprima gli interessi della maggioranza lavoratrice, è una delle maggiori richieste che in modo crescente sorge dalle basi incominciando ad esprimere un esaurimento del sostegno al cosiddetto processo bolivariano.
Alcune proposte immediate
Facciamo un appello a tutte e tutti i lavoratori, ai contadini, ai comuneri, agli studenti e ai professionisti patrioti, al personale delle FANB, ai partiti politici leali e rivoluzionari e, soprattutto, al governo a fare passi concreti che permettano la partecipazione nella presa delle decisioni politiche, economiche, produttive e anche di difesa, dei settori operai e popolari e che sia organizzata una vera democrazia popolare che si organizzi dal basso e che apra la strada alla costruzione del socialismo.
In questo momento questa organizzazione dal basso si chiama Assemblee Popolari Costituenti che hanno per missione la discussione, la sintesi e la messa in pratica di soluzioni di fronte all’attuale crisi che vive il Venezuela, ma soprattutto, che riesca a superare l’attuale stato borghese e capitalista in piena decomposizione e instauri una nuova fase rivoluzionaria sulla strada del vero socialismo.
Facciamo anche un appello a tutte e tutti i rivoluzionari a fare passi concreti nel senso di affrontare una discussione più grande che permetta di dotare la classe operaia e gli sfruttati della città e del campo, di un’autentica organizzazione rivoluzionaria che sia capace di dare delle risposte alle richieste del momento e guidi i necessari cambiamenti rivoluzionari di cui necessita la patria.
Sollecitiamo anche la più ampia solidarietà internazionale con il popolo del Venezuela che in ciascun paese si traduca in azioni concrete e che vada avanti con un maggiore coordinamento riuscendo a mettere in pericolo i piani imperialisti e avanzando nella liberazione dal giogo capitalista dei loro stessi paesi.
Da parte nostra, affermiamo che, di fronte a qualsiasi circostanza, di fronte a qualsiasi attacco di qualunque dimensione da parte dell’imperialismo e del fascismo interno, noi resisteremo con tutti i mezzi richiesti dalla situazione sulla prima linea di combattimento e assicuriamo tutti i popoli del mondo, il nostro stesso popolo, che noi vinceremo. Vinceremo perché siamo il futuro, perché siamo quelli che sono chiamati a sotterrare il capitalismo e l’imperialismo e ad inaugurare, ora sì, la vera storia umana. Abbiamo la ragione e abbiamo anche la forza indomabile della classe operaia e del popolo sfruttato e in ribellione, e ci accompagnano tutte le donne e gli uomini degni e onorati del mondo.
Per i nostri martiri, per i nostri morti, per tutti gli sfruttati del mondo, per i nostri figli, per il futuro luminoso e socialista. Noi vinceremo.
Salutiamo tutte e tutti i lavoratori che lottano senza sosta per un mondo più giusto, più solidale, più bello, riassumendo, tutte e tutti coloro che lottano per il socialismo.
Oggi più che mai, proletari di tutti i paesi uniti!!!
Avanti, avanti con tutte le forze della storia!!!
Coordinamento Simón Bolívar
Movimento Guevarista Rivoluzionario
1 maggio 2019
Guevariando
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Coordinadora Simón Bolívar e Movimiento Guevarista Revolucionario, “Análisis político militar de la acción de rescate del terrorista burgués Leopoldo López” pubblicato il 02/05/2019 in Guevariando, su [http://guevariando.com/2019/05/01/analisis-politico-militar-de-la-accion-de-rescate-del-terrorista-burgues-leopoldo-lopez/] ultimo accesso 06-05-2019. |