L’indigeno mapuche che ha vinto il Nobel Ambientale non lo può ricevere poiché è in prigione


Alberto Curamil, indigeno mapuche, volle fermare la costruzione di due progetti idroelettrici sul sacro fiume Cautín, ma nell’agosto del 2018 fu incarcerato, probabilmente per il suo attivismo. Oggi è stato consegnato a lui e ad altri cinque difensori il Premio Goldman, conosciuto come il Nobel Ambientale.

Il popolo mapuche costituisce il gruppo indigeno più grande del Cile. Nel suo idioma nativo, mapuche significa “gente della terra”, e considerano i boschi, i fiumi e gli animali come loro fratelli.

Goldman Environmental Prize

Oggi la Fondazione Ambientale Goldman ha annunciato i sei premiati con il Premio Ambientale Goldman (Goldman Environmental Prize) del 2019, meglio conosciuto come il “Nobel” ambientale, il premio per gli attivisti ambientali comunitari più importante del mondo.

Tra i sei selezionati c’è Alberto Curamil del Cile. Curamil, che è un indigeno mapuche, ha guidato la propria comunità per fermare la costruzione di due progetti idroelettrici sul fiume Cautín del Cile, una fonte d’acqua sacra per i mapuche, e ha invitato i membri non mapuche a fare una difesa ambientale e giuridica del fiume.

“Nella vita spirituale invochiamo i fiumi, pertanto, questo oggi ci fa sentire molto responsabili”, dice Curamil in un video. Questi progetti avrebbero deviato tutti i giorni 500 milioni di galloni d’acqua, danneggiando decisivamente l’ecosistema e aggravando le condizioni di siccità. “Non mi rimase altro che organizzare la mia gente per proteggere quella forza che fa parte della nostra vita”, dice.

La strategia molteplice di Curamil ha incluso proteste di strada, marce e blocchi delle strade, che hanno elevato il profilo dei mapuche e la loro lotta per proteggere i fiumi dell’Araucanía. Curamil ha anche cercato la consulenza di accademici, professionisti ambientali e ONG sugli impatti ambientali e culturali dei progetti. Lanciò, inoltre, una campagna legale contro i progetti idroelettrici che dimostrò che il governo cileno aveva violato la legge cilena, che garantisce un consenso libero, previo e informato prima di andare avanti con qualsiasi progetto di sviluppo.

Nel 2014, la polizia arrestò Curamil e altri due dirigenti mapuche e li accusò di condotta disordinata e di aver causato tumulti pubblici per organizare proteste. La polizia picchiò Curamil mentre era sotto custodia, colpendo gravemente il viso. La polizia attaccò anche sua moglie incinta.

A seguito della sua direzione, nel maggio del 2016, l’Agenzia di Servizi Ambientali del Cile cancellò il progetto idroelettrico Alto Cautín, citando l’opposizione pubblica delle comunità. Nell’agosto del 2018, la polizia cilena arrestò Curamil per una presunta partecipazione ad attività delinquenziali. Le fonti credono unanimemente che Curamil fu arrestato a causa del suo ruolo nel bloccare i progetti idroelettrici.

Per questa ragione, nel 2018 Curamil fu arrestato e ancora permane in prigione. I suoi colleghi pensano che lo abbiano attaccato a causa del suo attivismo, e per la medesima ragione non ha potuto andare a San Francisco (Stati Uniti) a ricevere il premio.

Consegnato annualmente agli eroi ambientali di ognuna delle sei regioni continentali abitate del mondo, onora i successi e la guida degli attivisti ambientali comunitari di tutto il mondo e ispira tutti noi a prendere misure per proteggere il nostro pianeta.

29 aprile 2019

Resumen Latinoamericano

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
El indígena mapuche que ganó el Nobel Ambiental / No lo puede recibir por estar en prisión” pubblicato il 29/04/2019 in Resumen Latinoamericano, su [http://www.resumenlatinoamericano.org/2019/04/29/el-indigena-mapuche-que-gano-el-nobel-ambiental-no-lo-puede-recibir-por-estar-en-prision/] ultimo accesso 03-05-2019.

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