Caso Gavazzo: Tabaré Vázquez ha destituito il ministro della Difesa e il comandante dell’Esercito uruguayano


Luvis Pareja

Il presidente Tabaré Vázquez ha destituito il titolare del Ministero della Difesa, Jorge Menéndez, il viceministro Daniel Montiel e i tre generali che facevano parte del Tribunale d’Onore, che ha considerato che il repressore e assassino José Nino Gavazzo non ha macchiato l’onore dell’Esercito facendo scomparire il corpo del militante Roberto Gomensoro.

Facevano parte del Tribunale d’Onore il comandante in capo dell’Esercito, José González, il capo di Stato Maggiore della Difesa, Alfredo Erramún, e il generale Gustavo Fajardo. Gli atti del Tribunale d’Onore, ai quali ha avuto accesso El Observador, sono stati convalidati dal Potere Esecutivo senza che il loro contenuto fosse stato reso noto a Vázquez.

Lo scandalo giunge in piena campagna per le elezioni presidenziali di fine anno, quando temi estranei alla lunga tradizione repubblicana del paese cominciano a frequentare il paesaggio pubblico, con molte similitudini al processo avvenuto in Brasile, tali come la proliferazione di chiese neopentacostali con candidati propri, la manipolata isteria anticorruzione, i discorsi che difendono l’odio e l’intolleranza a nome della sicurezza, l’attivismo dei militari, la difesa dell’intervento militare, la guerra cibernetica e la demagogia dell’outsider.

Vázquez ha adottato questa decisione dopo che il quotidiano El Observador aveva informato che Gavazzo ha ammesso davanti al Tribunale d’Onore di aver gettato nel fiume Negro il corpo del tupamaro Roberto Gomensoro nel marzo del 1973 per farlo scomparire. “Io lo caricai sul veicolo, io guidai il veicolo, lo portai sul luogo, lo tirai giù, lo misi in una barca, lo gettai dalla barca. Io solo”, ha dichiarato Gavazzo.

Durante il fine settimana alti dirigenti del governativo Fronte Ampio hanno chiesto la destituzione del generale González, che era stato nominato comandante in capo dell’Esercito al posto del destituito Guido Manini Ríos, che aveva criticato le sentenze giudiziarie emesse contro i militari trovati colpevoli di violazioni dei diritti umani. Manini Ríos, con posizioni di ultradestra, ha annunciato che si dedicherà alla politica.

Un altra delle conseguenze del fatto che è trapelata questa informazione è avvenuta a livello giudiziario: il procuratore della Corte, Jorge Díaz, ha inviato i precedenti del caso alla Procura della Flagranza, affinché indaghi la possibile omissione di confessione del delitto raccontata al Tribunale d’Onore.

Inoltre, Jorge Pajarito Silveira, anche lui ex militare sequestratore e repressore lo ha accusato di essere stato responsabile della morte di un altro detenuto nel Gruppo di Artiglieria 1 e della scomparsa di María Claudia García Iruretagoyena de Gelman, nuora del poeta argentino Juan Gelman. Silveira ha accusato Gavazzo di non avere sufficiente onestà per farsi carico dei propri atti.

Nonostante ciò, il Tribunale d’Onore ha concluso che queste azioni non hanno macchiato l’onore dell’Esercito, permettendo così che per tre anni il colonnello Juan Carlos Gómez fosse detenuto per l’assassinio di Gomensoro, quando loro sapevano che era innocente.

il prontuario di Gavazzo

José Nino Gavazzo è considerato uno dei personaggi più sinistri dell’Uruguay, accusato di tortura, sequestro, furto di bambini, violazioni e diversi tipi di delitti economici. È processato per 28 omicidi, con aggravanti, incluso quello del maestro Julio Castro.

Fu un alunno speciale del generale Ramón Trabal, sotto il cui comando partecipò alla repressione contro il Movimento di Liberazione Nazionale-Tupamaros e, tra il 1974 e il 1975, operò nell’Ufficio di Coordinamento delle Operazioni Antisovversive (OCOA), con il quale l’Uruguay partecipò al coordinamento repressivo delle dittature della regione costituito in Cile con il nome di “Plan Cóndor”.

Nel 1974 partecipò in Argentina al sequestro del militante tupamaro Washington Barrios (cinque mesi dopo sua moglie Silvia Reyes, è assassinata insieme a Laura Raggio e Diana Maidanick a Montevideo), e al sequestro a Buenos Aires di sei uruguaiani che trasferiti a Montevideo furono reclusi nel centro clandestino La Casona de Punta Gorda. Cinque di loro furono fucilati nella località di Soca come “rappresaglia” per l’assassinio del generale Ramón Trabal a Parigi.

Le altre sue vittime furono militanti del Partito Comunista dell’Uruguay (PCU), anche in Argentina, da dove iniziarono i trasferimenti illegali di detenuti, che erano portati nel centro clandestino di repressione “300 Carlos”, nei sotterranei del Battaglione di Fanteria N° 13. Partecipò al sequestro del cancelliere Fernando Miranda, il cui corpo fu recuperato, interrato, vicino al campo di calcio dell’unità militare, dove si suppone che potrebbero essere spariti altri sei militanti comunisti e la maestra Elena Quinteros.

Nel 1976, Gavazzo era il 2° in capo del Dipartimento III del Servizio di Informazione e Difesa (SID), base di operazioni nelle retate di sequestro, tortura, assassinio e scomparsa dei militanti del Partito per la Vittoria del Popolo (PVP) a Buenos Aires. Gavazzo partecipò al sequestro e all’assassinio a Buenos Aires dei parlamentari uruguayani Zelmar Michelini e Héctor Gutiérrez Ruiz, e dei militanti Rosario Barredo e William Whitelaw e della scomparsa di Manuel Liberoff.

A Buenos Aires, Gavazzo comandò la controparte uruguayana del coordinamento repressivo nel centro clandestino Automotores Orletti, dove con la banda paramilitare di Aníbal Gordon ed elementi della Polizia Federale si concretizzò il sequestro e la scomparsa di mezzo centinaio di militanti del PVP.

La metà di loro fu trasferita in Uruguay il 23 luglio 1976 con un volo pilotato dall’ex comandante in capo della Forza Aerea, brigadiere Enrique Bonelli, e furono presentati come “catturati” in una falsa operazione nelle terme Shangrilá, fatto che lo stesso Gavazzo narrò in un comunicato della Dinarp.

Anche il resto dei militanti del PVP fu trasferito a Montevideo con un “secondo volo”, pilotato dall’ex comandante José Malaquín, e consegnati all’Esercito. Questi sarebbero sopravvissuti un mese in una base sconosciuta prima di essere assassinati e interrati, probabilmente, in una fossa comune non conosciuta.

Negli anni seguenti Gavazzo si dedicò ad affari nell’attività privata, fino a che, dopo la reistituzionalizzazione del paese e denunciato per i suoi crimini, si rifiutò di comparire davanti alla Giustizia. Disubbidienza di cui si servì il presidente Julio María Sanguinetti per approvare la Legge di Caducità nel 1986.

Quasi un decennio dopo, nel gennaio 1995, Gavazzo fu processato con prigione, nel quadro di una falsificazione, per il delitto di “estorsione”, insieme al suo socio, il poliziotto Ricardo “Conejo” Medina. Negli ultimi anni, Gavazzo ha esibito la propria impunità attraverso sorridenti fotografie che la stampa gli ha potuto prendere durante il matrimonio di una delle sue figlie di fronte al registro civile o nelle sepolture di altri repressori, come l’ispettore Víctor Castiglioni o il colonnello Lamy.

Repercussioni

Gli atti del Tribunale d’Onore, con data 2018, furono convalidati da Vázquez e dal viceministro della Difesa (il titolare si trovava in licenza), senza che il mandatario fosse stato messo al corrente del loro contenuto. Tutte le informazioni erano lì anche se il presidente le ignorava. Per questo, il 12 marzo scorso, Vázquez ha dato il nullaosta alla nomina di González come capo dell’Esercito dopo che Guido Manini Ríos aveva cessato in questa carica, precisamente per aver criticato la Giustizia ordinaria.

“Un militare citato come indagato dalla Giustizia non ha le garanzie del dovuto processo ed è condannato sulla base di congetture o convinzioni inammissibili senza prove fededegne, costruite o inventate” aveva detto Manini Ríos. Il governo di Vázquez decise che le dichiarazioni dell’allora numero uno dell’Esercito erano incompatibili con la sua carica.

Di fronte a questo panorama, il Procuratore della Corte e Procuratore Generale della Nazione, Jorge Díaz, ha annunciato ieri che era stato designato un funzionario di turno, ha dichiarato alla stampa. “Quello che sappiamo è che in nessun momento questo fatto e queste circostanze sono state messe a conoscenza della Giustizia intendendo che ci può essere, questo sarà determinato nell’indagine, un fatto delinquenziale nell’omissione da parte dei funzionari pubblici nel denunciare un delitto”, ha affermato Díaz.

Il procuratore generale uruguayano ha ricordato che il suo paese fa parte della giurisdizione della Corte Interamericana dei Diritti Umani, che obbliga lo stato ad indagare e perseguire tutti i delitti che furono commessi durante la dittatura tra il 1973 e il 1985, considerati delitti di lesa umanità e non prescrittibili.

Lo scandalo esplode al governo in piena campagna elettorale, quando la coalizione governante Fronte Ampio cerca un quarto mandato a partire dal 2020. Il precandidato del Partito Nazionale all’opposizione, Luis Lacalle Pou, ha detto che anche se Vázquez aveva avuto delle responsabilità politiche nella designazione di González a capo dell’Esercito, la decisione delle destituzioni era stata opportuna. Così anche lo ha considerato il precandidato colorado Ernesto Talvi.

Domenica il dirigente sindacale e precandidato presidenziale del FA, Oscar Andrade, aveva chiesto la rimozione del capo dell’Esercito. “Non può continuare nelle funzioni un comandante in capo che avalla le mostruosità che sono state confessate nel Tribunale d’Onore”, mentre l’intendente di Montevideo, Daniel Martínez, un altro dei precandidati del Fronte Ampio, ha dichiarato il proprio sostegno a Vázquez e ha detto che “per governare bisogna avere coraggio politico e la convinzione che la democrazia si difende agendo con fermezza nei momenti difficili. La lotta per i diritti umani è una lotta permanente”.

*Giornalista uruguayano, analista appartenente al Centro Latinoamericano di Analisi Strategica (CLAE, www.estrategia.la)

02/04/2019

CLAE – Estrategia.la

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Luvis Pareja, Caso Gavazzo: Tabaré Vázquez destituyó al ministro de Defensa y al comandante en jefe del Ejército uruguayo” pubblicato il 02/04/2019 in CLAE – Estrategia.la, su [http://estrategia.la/2019/04/02/caso-gavazzo-tabare-vazquez-destituyo-al-ministro-de-defensa-y-al-comandante-en-jefe-del-ejercito-uruguayo/] ultimo accesso 06-04-2019.

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