In Nicaragua, governo e opposizione concordano un’agenda per superare la crisi


Victoria Korn

Mercoledì il governo di Daniel Ortega e l’opposizione hanno concordato un’agenda dei negoziati che sosterranno per incontrare una via d’uscita alla crisi che da 10 mesi vive il Nicaragua. Su una proposta di 12 punti ne sono stati approvati nove, ha informato il nunzio apostolico Waldemar Stanislaw Sommertag.

Nè il governante Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN) né l’opposizione, l’Alleanza Civica per la Giustizia e la Democrazia (ACJD), hanno precisato quali punti siano stati approvati e quali siano stati scartati nella riunione, effettuata nell’Istituto Centroamericano di Amministrazione delle Imprese.

L’opposizione ha ribadito nella propria pagina web che “il Nicaragua merita un dialogo serio, trasparente e concreto” e ha ribadito il proprio impegno “verso le future generazioni, per risolvere il critico problema che stiamo affrontando. Perché abbiamo necessità di stabilità a lungo termine e sappiamo che il Dialogo Nazionale è l’unica via d’uscita per camminare in pace, senza più violenza”.

Il governo sandinista è rappresentato dal cancelliere Denis Moncada, il giudice Francisco Rosales, i deputati Edwin Castro, Wilfredo Navarro e José Figueroa, e Luis Andino, presidente dell’Unione Nazionale degli Studenti del Nicaragua. Per l’opposizione partecipano gli impresari José Adán Aguerri, Mario Arana e Juan Sebastián Chamorro, l’accademico Carlos Tunnermann, il politico José Pallais e lo studente Max Jerez.

Il governo e l’opposizione sono tornati al tavolo di dialogo dopo nove mesi di sospensione a seguito della repressione delle proteste nelle quali, secondo le organizzazioni dell’opposizione, almeno 325 persone sono morte e migliaia sono andate in esilio nei paesi vicini.

Le conversazioni continuano questo giovedì. Il cancelliere Denis Moncada dirige la delegazione del governo, mentre l’ex diplomatico Carlos Tünnermann guida quella dell’opposizione, l’Alleanza Civica per la Giustizia e la Democrazia. La riunione si è sviluppata a porte chiuse nella sede dell’Istituto Centroamericano di Amministrazione delle Imprese (INCAE), 15 chilometri a sud della capitale, con la presenza del nunzio apostolico e del cardinale Leopoldo Brenes in qualità di testimoni.

La Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH) ha salutato con un tweet la prima giornata di Dialogo in Nicaragua e ha ricordato l’importanza “che in questo processo devono avere l’accesso alla verità, giustizia, riparazione e garanzie di non ripetizione per la società nicaraguense e, specialmente, per le vittime.

Con un comunicato pubblicato nella pagina web governativa 19Digital, il Governo di Riconciliazione e Unità Nazionale ha affermato che “siamo impegnati con tutte le famiglie nicaraguensi, specialmente con i più vulnerabili, che hanno sofferto di più le conseguenze della tragedia che vogliamo lasciarci dietro.

È un buon giorno per il nostro Nicaragua, ha detto poche ore prima la vicepresidente e portavoce ufficiale, Rosario Murillo, moglie di Ortega, sulla ripresa dei negoziati. Prima dell’insediamento del tavolo, il governo ha liberato 100 dei più di 700 oppositori prigionieri per aver partecipato alle proteste che scoppiarono l’aprile passato contro il presidente Daniel Ortega, ex guerrigliero di 73 anni che governa il paese da 12 anni.

Dieci giorni prima, cinque impresari -Roberto Zamora, Carlos Pellas, Ramiro Ortiz, Juan B. Sacasa e José Antonio Baltidano- che avevano sostenuto una riunione con il governo hanno sollecitato a promuovere “un negoziato rapido, effettivo e credibile affinché il paese si incammini velocemente su una via di sviluppo economico e sociale, che includa i cambiamenti istituzionali che assicurino un duraturo futuro democratico” e hanno chiesto a tutta la società di avallare questo dialogo.

Il Nicaragua vive una crisi politica e sociale dalla metà di aprile del 2018, quando una riforma del sistema della Previdenza Sociale fece scoppiare violente proteste contro l’amministrazione di Ortega, accompagnate da azioni che il governo bollò come “terroriste”. Fu allora convocato un dialogo nazionale patrocinato dalla Chiesa Cattolica, che sospese le conversazioni a giugno, in mezzo a mutue accuse e alla mancanza di consenso.

*Giornalista venezuelana associata al Centro Latinoamericano de Análisis Estratégico (CLAE, www.estrategia.la), da Managua.

28/02/2019

CLAE – Estrategia.la

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Victoria KornEn Nicaragua, gobierno y oposición acuerdan hoja de ruta para superar la crisis” pubblicato il 28/02/2019 in CLAE – Estrategia.la, su [http://estrategia.la/2019/02/28/en-nicaragua-gobierno-y-oposicion-acuerdan-hoja-de-ruta-para-superar-la-crisis/] ultimo accesso 09-03-2019.

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