La nuova strategia che gli USA portano avanti per abbattere il Governo di Nicolás Maduro passa attraverso la creazione di uno “stato parallelo” sostenuto dal Gruppo di Lima, affermando l’illegittimità del Governo e riconoscendo Juan Guaidó, presidente dell’Assemblea Nazionale, come presidente legittimo, per spianare il cammino a misure destabilizzatrici.
Un’organizzazione di venezuelani “esiliati” a Miami, creata dal tenente colonnello José Antonio Colina, coinvolto nel 2003 in attentati terroristici a Caracas, ha chiesto lo scorso 15 gennaio al presidente dell’Assemblea Nazionale che, come “presidente” del Venezuela “designi una giunta direttiva della Citgo, filiale dell’impresa statale Petróleos de Venezuela (PDVSA), negli USA”. L’impresa è una delle principali fonti di divise del Venezuela e, se raggiungeranno l’obiettivo, che passa necessariamente attraverso l’approvazione di Washington, sarebbe un avanzamento importante per asfissiare economicamente il Governo di Maduro.
La Citgo Petroleum Corporation è negli Stati Uniti una raffinatrice di petrolio e commercializzatrice di benzina, lubrificanti e petrolchimici di proprietà dello stato del Venezuela e filiale della PDVSA. La sua sede è a Houston (Texas) ed è la principale filiale fuori del paese. Fu di proprietà della Occidental Petroleum e successivamente della Corporación Southland, fino a quando nel 1990 fu completamente acquisita dal Venezuela.
La Citgo attualmente ha tre raffinerie negli USA, 48 terminal di stoccaggio e distribuzione con circa 6.000 stazioni di servizio. Ha la capacità di processare 749.000 barili di greggio al giorno, fatto che la situa come la sesta impresa del settore negli USA.
Durante il Governo di Hugo Chávez, a partire dal 2005 fino al 2013, circa due milioni di statunitensi in 25 stati ricevettero l’equivalente di 860 milioni di litri di gasolio per un valore di 465 milioni di dollari dalla impresa petrolifera Citgo, con un programma di aiuti sociali che si è materializzato dopo gli uragani Rita e Katrina in una collaborazione con l’organizzazione Citizens Energy Corporation.
Nell’agosto del 2018, un giudice federale degli USA autorizzò la canadese Cristallex International Corporation, una compagnia mineraria estinta, ad impadronirsi di azioni della PDV Holding, una delle società che possiede la Citgo, per diritti minerari perduti nel territorio venezuelano. Caracas riuscì ad evitare che l’impresa mineraria canadese si impadronisse della Citgo pagando i 1.200 milioni di dollari che reclamava.
L’impresa è la principale fonte di denaro fresco ed è nelle mire della Casa Bianca. Da un lato, il Venezuela ha dei creditori che potrebbero seguire l’esempio ed interporre cause per prendersi quanto dovuto con la Citgo. Dall’altro, ora la comunità internazionale minaccia di riconoscere Juan Guaidó come presidente legittimo, che potrebbe prendere delle decisioni sull’impresa.
La pressione contro il Venezuela sta aumentando in modo esponenziale. La Piattaforma Cittadina a Difesa della Costituzione, composta da “chavisti critici” che in altri momenti si posizionò contro alcune decisioni di Maduro, ha pubblicato un documento con il quale denuncia che gli USA e i suoi alleati, come il Gruppo di Lima e il segretario generale dell’OEA, Luis Almagro, vogliono “imporre la tesi dello ‘stato fallito’ dimostrandosi, secondo loro, la ‘illegittimità di origine’ del presidente, per poi giustificare il loro intervento in Venezuela, seguendo il percorso della creazione di uno ‘stato parallelo’, come fecero in Libia”.
Ricordano che nelle passate elezioni il segretario generale dell’OEA, il portavoce più eminente di Trump, partecipò direttamente alla campagna elettorale facendo appello a non votare “con lo scopo di non riconoscere il suo mandato e proclamare il ‘vuoto di potere’ con il fine di dare ‘legittimità’ ad un Governo parallelo imposto dagli USA”.
L’offensiva in corso non solo si sostiene sul Gruppo di Lima, creato su richiesta degli USA a seguito della svolta a destra nella regione con l’ascesa dei Governi di Mauricio Macri, Jair Bolsonaro, Sebastián Piñera e Iván Duque, ma anche sull’Assemblea Nazionale, dove l’opposizione è maggioritaria, e sul “Tribunale Supremo di Giustizia (TSJ) in esilio”, appoggiato dagli USA.
Questo TSJ consta di 33 magistrati fatti giurare nel luglio del 2017 dall’Assemblea Nazionale durante la crisi generata dalle proteste dell’opposizione, i cui membri risiedono a Panama, Cile, Colombia e Stati Uniti.
Questo “stato parallelo”, sul quale sembra stia puntando la strategia degli USA, può sfociare in un conflitto interno dalle profonde conseguenze per il Venezuela e la Regione. Il Gruppo di Lima obbedisce alla bolla di accompagnamento tracciata dagli USA, che fa apparire questi governi come la “comunità internazionale” che cerca di strangolare il Governo venezuelano per, come segnala la Piattaforma, “porlo di fronte al dilemma di negoziare la propria resa o affrontare l’offensiva finale in marcia dell’alleanza USA-UE-Gruppo di Lima”.
Secondo questa analisi, una delle possibilità è promuovere un “intervento umanitario” come quello che la NATO guidò in Libia, che si può articolare con la messa in scena della disputa territoriale per l’Esequibo, la zona in conflitto con la Guyana la cui sovranità è reclamata dal Venezuela (basandosi sull’Accordo di Genevra del 17 febbraio 1966), ma anche con la protesta della Colombia per la presunta protezione in Venezuela dei guerriglieri dell’ELN.
Come si può osservare, tanto il fianco occidentale come l’orientale del Venezuela sarebbero colpiti da una destabilizzazione che può sfociare in interventi militari o in una destabilizzazione promossa da attori armati irregolari, in particolare provenienti dalla Colombia.
Ci sono vari progetti destituenti in corso, alcuni puntano sulla sollevazione di settori delle Forze Armate e altri sulla pressione esterna. In ogni caso, si stanno creando “le condizioni affinché si scateni un conflitto interno che aggraverà la crisi e potrebbe condurre ad una guerra civile con una partecipazione internazionale, o nel migliore dei casi, ad un negoziato, imposto da fuori, minacciando l’integrità territoriale e la sovranità nazionale”, denuncia la Piattaforma Cittadina da Caracas.
23.01.2019
Sputnik News
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Raúl Zibechi, “Los golpes que prepara EEUU contra Venezuela” pubblicato il 23/01/2019 in Sputnik News, su [https://mundo.sputniknews.com/firmas/201901231084948202-posible-golpe-de-estado-en-venezuela/] ultimo accesso 24-01-2019. |