Il Presidente non ha dato la giusta dimensione al gesto di pace che l’Esercito di Liberazione Nazionale ha realizzato per le date della natività e di fine anno, la sua risposta è stata di effettuare attacchi militari contro di noi, su tutto il territorio nazionale. Nonostante questo, abbiamo rispettato rigorosamente il cessate il fuoco unilaterale delle operazioni offensive tra il 23 dicembre 2018 e il 3 gennaio 2019.
Le Forze Armate governative hanno approfittato di questo cessate il fuoco per avanzare le posizioni delle proprie truppe operative, guadagnando luoghi favorevoli, difficili da ottenere senza il cessate il fuoco. Il 25 dicembre hanno anche bombardato un nostro accampamento, lanciando più di 12 bombe di centinaia di libre di esplosivo ciascuna, colpendo una famiglia di contadini che era vicina a detto accampamento.
La Scuola dei Cadetti della Polizia Nazionale è un’installazione militare; là ricevono istruzione e addestramento gli ufficiali che dopo effettuano intelligence di combattimento, conducono operazioni militari, partecipano attivamente alla guerra controrivoluzionaria e trattano la protesta sociale come una guerra.
Pertanto, l’operazione effettuata contro dette installazioni e truppe è lecita per il diritto di guerra, non c’è stata nessuna vittima non combattente. Valutiamo che sia necessario che istituzioni internazionali autorizzate diano la propria opinione sul carattere di dette installazioni e sul tipo di azione realizzata.
Nei nostri accampamenti, che senza errori sono bombardati, si addestrano anche combattenti e ufficiali; per quanto detto prima, noi non abbiamo interrotto, né abbiamo diminuito gli sforzi per la pace, ci è chiaro che siamo in guerra, dato che la classe al potere ha ribadito che i dialoghi devano essere portati avanti in mezzo al conflitto. L’ELN ha insistito nel patteggiare un cessate il fuoco bilaterale per generare un clima favorevole agli sforzi per la pace, questa proposta ha avuto un importante sostegno nazionale e internazionale, ma la risposta governativa è stata negativa.
Allora è molto sproporzionato che, mentre il Governo ci attacca, prospetti che noi non possiamo rispondere per legittima difesa. Siamo disposti a concordare che siano rispettate determinate aree e installazioni militari statali, e determinate aree e accampamenti dove opera l’ELN, questo contribuirebbe al processo dei dialoghi.
La pace non avanza e il processo arretra se i contendenti in guerra non si rispettano; questo incomincia dal rispetto del dolore di tutti. Ci rammarichiamo dei morti di ambedue le parti, è contrario alla pace compiacersi dei contendenti morti, il più chiaro esempio avvenne con la morte del Comandante Alfonso Cano, disarmato e indifeso; ugualmente fecero il 26 luglio dell’anno scorso, quando uccisero il nostro Comandante Samuel, che era disarmato; la cosa giusta era catturarli.
Proponiamo un dibattito politico di fronte a questi temi, sarebbe importante che a questo facessero riferimento le élite governative e che il paese sia informato con obiettività.
Presidente Duque, vogliamo ribadirle che il camino della guerra non è il futuro della Colombia, è la pace, per questo le ricordiamo che la cosa migliore per il paese, è che invii la sua delegazione dei dialoghi al tavolo, per dare continuità al Processo di Pace e alla costruzione degli accordi che abbiamo tratto dal precedente Governo; un cammino di soluzione politica del conflitto sostenuto dalla maggioranza della società colombiana e dalla comunità internazionale.
La Colombia… Per i lavoratori!
Nessun passo indietro… Liberazione o Morte!
Direzione Nazionale
Esercito di Liberazione Nazionale
Gennaio 2019
21 gennaio 2019
ELN Voces
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
“El camino es la solución política del conflicto” pubblicato il 21/01/2019 in ELN Voces, su [https://eln-voces.com/el-camino-es-la-solucion-politica-del-conflicto/] ultimo accesso 23-01-2019. |