Oggi Haiti vive una nuova giornata di sciopero, che per il terzo giorno consecutivo mantiene paralizzata la capitale haitiana, dopo la massiccia protesta di domenica scorsa contro la corruzione, in cui un settore dell’opposizione ha chiesto anche la rinuncia del presidente Jovenel Moise.
Da tre giorni ci sono manifestazioni contro il presidente Jovenel Moise nella capitale e in altre città del paese.
Continua l’incertezza nel paese di fronte a questa mobilitazione contro il governo, che da tre giorni tiene paralizzata la capitale e altre città del paese, in attesa che il presidente Jovenel Moise rivolga un messaggio alla Nazione.
Oggi Renald Lubériece, consigliere del presidente, ha detto alla stampa che il messaggio alla Nazione, che stanotte era stato annunciato e che avrebbe rivolto il presidente Moise, ha dovuto essere rimandato per “problemi tecnici”, e ha dichiarato che sarà diffuso oggi, senza precisare l’ora.
La scorsa domenica, di fronte all’inizio delle massicce proteste convocate per chiedere al Governo di chiarire la gestione presuntamente fraudolenta che è stata fatta dei fondi della PetroCaribe, in un altro messaggio alla Nazione Moise aveva fatto un appello al dialogo.
Ma un settore dell’opposizione, rifiuta il dialogo e chiede la rinuncia di Moise considerando che sia un ostacolo a che si faccia giustizia nel caso di PetroCaribe, programma con cui il Venezuela fornisce al paese petrolio a condizioni agevolate.
Nella capitale haitiana, oggi le scuole continuano ad essere chiuse, c’è a stento trasporto pubblico e ci sono strade che continuano ad essere bloccate nonostante gli interventi della Polizia.
I pochi veicoli che oggi sono usciti nelle strade, in zone della capitale come Pétion-Ville e Delmas, erano di persone che cercavano acqua e cibo.
Le stazioni di rifornimento sono chiuse e negli ultimi giorni al mercato nero il prezzo della benzina è aumentato più del 30%.
Martedì uno dei dirigenti dell’opposizione, André Michel, ha detto alla stampa che “Jovenel Moise deve abbandonare il potere” e ha dichiarato che ha perso “il controllo del paese”.
“Non possiamo permettere altri morti, altra instabilità. Il processo PetroCaribe non è possibile con Jovenel Moise come presidente, lui è un ostacolo al processo. Il presidente deve accettare che il popolo non vuole che lui permanga al potere”, ha aggiunto.
Secondo la Polizia nelle proteste di domenica sono morte tre persone, anche se gli organizzatori affermano che si sono registrati almeno 11 morti.
Dal passato agosto si sono registrate proteste per chiedere al Governo di chiarire la gestione presuntamente fraudolenta che è stata fatta dei fondi di PetroCaribe e di giudicare i responsabili.
Il Parlamento haitiano ha pubblicato nel 2017 un rapporto nel quale coinvolge degli ex funzionari del partito attualmente al potere in presunte irregolarità nell’uso dei fondi di PetroCaribe, ma finora nessuno è stato processato per questo caso con il quale, secondo un’indagine del Senato, sono stati sviati più di 2 miliardi di dollari.
21 novembre 2018
Resumen Latinoamericano
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
“Haití: Tercer día de huelga general /Siguen exigiendo que se vaya el presidente” pubblicato il 21/11/2018 in Resumen Latinoamericano, su [http://www.resumenlatinoamericano.org/2018/11/21/borrador-de-haiti/] ultimo accesso 25-11-2018. |