Con una dichiarazione dell’ex presidente, martedì pomeriggio (11) il PT ha ufficializzato la candidatura di Fernando Haddad.
“Se vogliono zittire la nostra voce e sconfiggere il nostro progetto per il Paese, stanno sbagliando molto. Noi continuiamo ad essere vivi, nel cuore e nella memoria del popolo. E il nostro nome ora è Haddad”, ha affermato l’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva, in una lettera che ha ufficializzato Fernando Haddad come candidato che rimpiazzerà Lula nella lista elettorale del Partito dei Lavoratori alla presidenza. L’annuncio ha avuto luogo questo martedì (11), di fronte alla sede della Polizia Federale a Curitiba.
Luiz Eduardo Greenhalgh, avvocato di Lula, è stato colui che ha letto la lettera dell’ex presidente, insieme a Fernando Haddad e Manuela D’Àvila, candidata a vicepresidente nella lista elettorale, e Gleisi Hoffmann, presidente del Partito dei Lavoratori, e parlamentari del partito.
“Per azione, omissione e protezione, il Potere Giudiziario brasiliano ha privato il paese di un processo elettorale con la presenza di tutte le forze politiche. Hanno impedito la realizzazione del diritto del popolo a votare liberamente”, ha affermato Lula.
Noi siamo già milioni di Lula e, a partire da oggi, Fernando Haddad sarà Lula per milioni di brasiliani, ha scritto.
“Possono imprigionare ingiustamente un uomo, ma non le sue idee. Nessun oppressore può essere più grande del popolo. Per questo, le nostre idee giungeranno in tutto il mondo attraverso la voce del popolo, più alta e più forte di quella di Globo”.
La lettera completa:
LETTERA AL POPOLO BRASILIANO
Amici miei e amiche mie,
Voi dovete già sapere che i tribunali hanno proibito la mia candidatura a presidente della Repubblica. In verità, hanno proibito al popolo brasiliano di votare liberamente per cambiare la triste realtà del paese.
Mai ho accettato l’ingiustizia, né la accetterò. Da più di 40 anni cammino insieme al popolo, difendendo l’uguaglianza e la trasformazione del Brasile in un paese migliore e più giusto. Ed è stato percorrendo il nostro paese che ho visto da vicino la sofferenza che brucia nell’anima e la speranza che brilla di nuovo negli occhi della nostra gente. Ho visto l’indignazione di fronte alle cose tanto sbagliate che stanno facendo e la voglia di migliorare un’altra volta la vita.
È stato per correggere tanti errori e rinnovare la speranza nel futuro che ho deciso di candidarmi a presidente. E nonostante le menzogne e la persecuzione, il popolo ci ha abbracciato nelle strade e ci ha decisamente portato a primeggiare in tutti i sondaggi.
Da più di cinque mesi sono ingiustamente detenuto. Non ho commesso nessun crimine e sono stato condannato dalla stampa molto prima di essere giudicato. Continuo a sfidare i procuratori della Lava Jato, il giudice Sérgio Moro e il TRF-4 a presentare un’unica prova contro di me, non si può condannare qualcuno per crimini che non ha commesso, per non aver fatto concussione, per atti imprecisati.
La mia condanna è una farsa giudiziaria, una vendetta politica, usando contro di me sempre misure eccezionali. Loro non vogliono soltanto arrestare e impedire il candidato Luiz Inácio Lula da Silva. Vogliono arrestare e impedire il progetto di un Brasile che la maggioranza ha approvato in quattro elezioni consecutive, e che è stato interrotto solo da un golpe contro una presidente legittimamente eletta, che non ha commesso nessun crimine di responsabilità, un golpe che ha lanciato il paese nel caos.
Voi mi conoscete e sapete che io mai smetterei di lottare. Ho perso la mia compagna Marisa, che se ne andata con l’amarezza di tutto quello che è successo alla nostra famiglia, ma non ho desistito, anche in onore della sua memoria. Ho affrontato le accuse sulla base della legge e del diritto. Ho denunciato le menzogne e gli abusi d’autorità in tutti i tribunali, tra i quali il Comitato dei Diritti Umani dell’ONU, che ha riconosciuto il mio diritto a candidarmi.
La comunità giuridica, dentro e fuori del paese, si è indignata per le aberrazioni commesse da Sérgio Moro e dal Tribunale di Porto Alegre. Dirigenti di tutto il mondo hanno denunciato l’attentato alla democrazia nel quale si è trasformato il mio processo. La stampa internazionale ha mostrato al mondo quello che la Globo ha cercato di nascondere.
Anche così i tribunali brasiliani mi hanno negato il diritto che la Costituzione garantisce a qualsiasi cittadino, sempre e quando non si chiami Luiz Inácio Lula da Silva. Ha respinto la decisione dell’ONU, violando il Patto Internazionale dei Diritti Civili e Politic che il Brasile ha sovranamente firmato.
Per azione, omissione e protezione, il Potere Giudiziario brasiliano ha privato il paese di un processo elettorale con la presenza di tutte le forze politiche. Hanno impedito la realizzazione del diritto del popolo di votare liberamente. Ora vogliono proibirmi di parlare al popolo e perfino di apparire in televisione. Mi censurano, come all’epoca della dittatura.
Forse nulla di questo sarebbe avvenuto se io non guidassi tutti i sondaggi di intenzione di voto. Forse io non sarei prigioniero se accettassi di rinunciare alla mia candidatura. Ma io mai scambierei la mia dignità con la libertà, a causa dell’impegno che ho con il popolo brasiliano.
Mi hanno artificiosamente inserito nella Legge Scheda Pulita per strapparmi arbitrariamente dalla lotta elettorale, ma non permetterò che si faccia di questo un pretesto per imprigionare il futuro del Brasile.
È di fronte a queste circostanze che debbo prendere una decisione, nel termine che mi è stato arbitrariamente imposto. Sto indicando al PT e alla Coalizione “Il Popolo Felice di Nuovo” la sostituzione della mia candidatura con quella del compagno Fernando Haddad, che fino a questo momento ha svolto con estrema lealtà il ruolo di candidato alla vicepresidenza.
Fernando Haddad, ministro dell’Educazione nel mio governo, è stato responsabile di una delle trasformazioni più importanti del nostro paese. Insieme, abbiamo aperto le porte dell’Università a quasi quattro milioni di studenti che mai prima avevano avuto questa opportunità. Insieme abbiamo creato il ProUni, el nuovo Fies, la politica delle quote, il Fundeb, l’Enem, il Piano Nazionale dell’Educazione, il Pronatec e abbiamo fatto quattro volte più scuole tecniche di quello che avevano fatto in cento anni. Abbiamo creato il futuro.
Haddad è il coordinatore del nostro Piano di Governo per tirar fuori il paese dalla crisi, ricevendo i contributi di migliaia di persone e discutendo ogni punto con me. Lui sarà il mio rappresentante in questa battaglia per riprendere il percorso dello sviluppo e della giustizia sociale.
Se vogliono silenziare la nostra voce e sconfiggere il nostro progetto per il Paese, stanno sbagliando molto. Noi continuiamo ad essere vivi, nel cuore e nella memoria del popolo. E il nostro nome ora è Haddad.
Al suo fianco, come candidata a vicepresidente, avremo la compagna Manuela D’Ávila, confermando la nostra storica alleanza con il PCdoB, e che conta anche su altre forze, come il PROS, settori del PSB, dirigenti di altri partiti e, soprattutto, sui movimenti sociali, i lavoratori della città e del campo, esponenti delle forze democratiche e popolari.
La nostra lealtà, la mia, di Haddad e Manuela, è in primo luogo verso il popolo. È con i sogni di coloro che vogliono vivere un’altra volta in un paese nel quale tutti abbiamo cibo sul tavolo; nel quale ci sia lavoro, salario degno e protezione della legge per coloro che lavorano; nel quale i bambini e le bambine abbiano scuole e i giovani abbiano un futuro; nel quale le famiglie possano comprare la propria auto, la propria casa e continuare a sognare e a realizzare sempre di più. Un paese nel quale tutti abbiano opportunità e nessuno abbia dei privilegi.
Io so che un giorno sarà fatta vera Giustizia e la mia innocenza sarà riconosciuta. Quel giorno starò insieme ad Haddad a fare il governo del popolo e della speranza. Tutti noi saremo lì, insieme, a fare un Brasile di nuovo felice.
Voglio ringraziare la solidarietà di coloro che mi inviano messaggi e lettere, che pregano e fanno manifestazioni pubbliche per la mia libertà, protestano nel mondo contro la persecuzione e lottano per la democrazia, e specialmente coloro che quotidianamente mi accompagnano nelle veglie di fronte al posto in cui sto.
Possono imprigionare ingiustamente un uomo, ma non le sue idee. Nessun oppressore può essere più grande del popolo. Per questo, le nostre idee giungeranno in tutto il mondo attraverso la voce del popolo, più alta e più forte di quella di Globo.
Per questo, voglio chiedervi, di cuore, a tutti coloro che mi voterebbero, di votare il compagno Fernando Haddad come presidente della Repubblica. E vi chiedo di votare i nostri candidati a governatore, deputato e senatore per costruire un paese più democratico, con sovranità, senza la privatizzazione delle imprese pubbliche, con più giustizia sociale, più educazione, cultura, scienza e tecnologia, con più sicurezza, case e sanità, con più lavoro, salario degno e riforma agraria.
Noi siamo già milioni di Lula e, a partire da oggi, Fernando Haddad sarà Lula per milioni di brasiliani.
A presto, amici miei e amiche mie. Fino alla vittoria!
Un abbraccio del compagno di sempre,
Luiz Inácio Lula da Silva
Foto: Ricardo Stuckert
*Fonte: Brasil de Fato
12 settembre 2018
Resumen Latinoamericano
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
“Brasil. Carta de Lula: A partir de hoy, Haddad será Lula para miles de brasileños” pubblicato il 12/09/2018 in Resumen Latinoamericano, su [http://www.resumenlatinoamericano.org/2018/09/12/brasil-carta-de-lula-a-partir-de-hoy-haddad-sera-lula-para-miles-de-brasilenos/] ultimo accesso 14-09-2018. |