La Dichiarazione menziona: “organizzazioni indigene che resistono alla furia del capitalismo selvaggio”. Selvaggio è non addomesticato. Il condor è un animale selvaggio, la gallina è un animale domestico. Ci sono compagni amazzonici selvaggi che non vogliono un contatto con la “civilizzazione”. Difendiamo il loro diritto a rimanere isolati. Il capitalismo è quanto meno di selvaggio che ci sia, è prodotto dalla “civilizzazione”. Chiamarlo “selvaggio” è un appellativo lusinghiero che non merita.
La nostra principale differenza è che parla in modo positivo dei governi capitalisti che sono stati chiamati “progressisti”. Noi denunciamo che hanno continuato a mantenere il sistema capitalista neoliberale. Siccome il mondo è governato dalle grandi imprese transnazionali, queste hanno deciso di avere dei servitori più conseguenti. Nessuno di quei progressisti ha nazionalizzato imprese del grande capitale.
Brasile – La Dichiarazione dice: “Oggi siamo Lula e Brasile”. Rolando Astarita segnala: “Sostengo che i governi di Lula da Silva e Dilma Rousseff non si sono distinti, nelle cose essenziali, da quello che hanno fatto o fanno i governi abitualmente considerati ‘di centro’, o anche ‘neoliberali’. In particolare, perché non hanno alterato in nessun senso profondo le caratteristiche del capitalismo dipendente brasiliano. Per questo, quando si è esaurito il ‘vento di coda’ del rialzo dei termini di scambio, l’economia del Brasile è entrata nella china che è sfociata nella profonda recessione del 2014-2016. E a continuazione della politica applicata fino ad allora, il governo della Rousseff ha risposto a quella crisi con le medesime ricette della tanto insultata ‘destra neoliberale’”.
Bolivia – La Dichiarazione segnala: “il processo rivoluzionario boliviano guidato dal nostro compagno Evo Morales”.
Ricordiamo il tema del TIPNIS: Evo Morales toglie la protezione ad un territorio indigeno per costruire una strada. Deputati del partito boliviano di governo sospendono la legge di protezione speciale del Territorio Indigeno e Parco Nazionale Isiboro Sécure (TIPNIS). Nel processo di legislazione forse più rapido della storia del paese, la maggioranza dei parlamentari governativi annullarono la protezione di cui godeva il TIPNIS, situato al centro del paese e abitato da vari gruppi etnici originari, che la “riconquistarono” con un corteo che si oppose alla repressione poliziesca e arrivò a La Paz; Morales si vide obbligato a riceverli nel Palazzo del Governo.
Ricordiamo che attraverso un referendum convocato da Evo Morales, il popolo boliviano decise di essere contrario a che Evo (“nostro compagno”) tornasse a presentarsi come candidato. Nonostante questo, lui insiste.
Ecuador – la Dichiarazione segnala: “La Rivoluzione Cittadina guidata dal compagno Rafael Correa ha dimostrato al mondo che i processi progressisti possono fare trasformazioni che mettono l’essere umano al di sopra del capitale, ha dimostrato che la redistribuzione della ricchezza, la difesa della sovranità e il rispetto e la protezione dei diritti umani sono fondamentali per ottenere la società del vivere bene (buen vivir). Dal Vertice dei Popoli manifestiamo la nostra preoccupazione per qualunque arretramento nelle conquiste raggiunte in Ecuador”.
La preoccupazione della Dichiarazione è contraria alla preoccupazione della Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Ecuador (CONAIE): questa ha manifestato all’attuale presidente dell’Ecuador, Lenín Moreno, la sua inquietudine perché ci sono alcuni “funzionari correisti” che mantengono i propri incarichi.
Abbiamo molte altre differenze di questo tipo: per mancanza di spazio, bastano quelle menzionate.
Lucha Indígena, Anno 13, Nº 141.
12 maggio 2018
Utopia Rossa
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
“Nuestras diferencias con la Declaración final de la cumbre de los pueblos por la articulación social de Nuestra América” pubblicato il 12-05-2018 in Utopia Rossa, su [http://utopiarossa.blogspot.it/2018/05/nuestras-diferencias-con-la-declaracion.html] ultimo accesso 23-05-2018. |