Perù: Dopo 30 anni di carcere sono stati trasferiti agli arresti domiciliari


Osmán Morote e Margot Liendo, dopo 30 anni di carcere devono continuare con gli arresti domiciliari. Le resistenze dei poteri dello stato e la protesta per la loro effettiva libertà.

Dopo aver compiuto 30 anni di prigione, i dirigenti di Sendero Luminoso, Osmán Morote e Margot Liendo, sono stati oggi trasferiti agli arresti domiciliari, nel frattempo sono in piedi contro di loro altri processi.

La decisione ha creato malessere nel governo e nei poteri dello stato peruviano. Il presidente Martín Vizcarra ha sollecitato i giudici a rivedere la decisione presa per evitare la loro scarcerazione, mentre il ministro degli Interni, Mauro Medina, ha detto che la Direzione della Sicurezza dei Penali lo ha informato che le decisioni di sicurezza per il carcere domiciliare non sono adeguate.

Il Pubblico Ministero ha interposto un ricorso di nullità contro la risoluzione giudiziaria: “la richiesta si regge sulle inadempienze riguardo al pagamento della cauzione e alla mancanza di misure di sicurezza negli immobili dove compiranno gli arresti domiciliari”, così hanno informato giovedì 19 aprile, un giorno prima che Osmán Morote lasciasse il carcere di Ancón.

La Procura ha sottolineato, inoltre, gli inadempimenti riguardo al deposito della cauzione di 10 mila soles di Morote e Liendo, che dovevano consegnare entro tre giorni dopo la notifica degli arresti domiciliari.

Da parte sua, il Procuratore per i “casi di terrorismo”, Milko Ruiz, ha polemizzato con i magistrati della Sala Penale Nazionale giudicando come “infame” la loro decisione. Di fronte a questo, il presidente del Potere Giudiziario, Duberlí Rodríguez, ha dichiarato responsabile il procuratore e la procura per non aver presentato ricorso di nullità nel 2017, quando toccava fare appello agli arresti domiciliari.

Morote e Liendo continueranno ad essere processati per i casi conosciuti come Soras, Tarata e Perseo, nei quali sono coinvolti con gli altri membri della cupola senderista.

A seguire, riproduciamo la lettera che lo scorso febbraio Margot Liendo ha inviato ai giudici dell’Udienza per il Prolungamento della Prigione Effettiva:

Signori Magistrati,

fui detenuta nel 1988 e condannata alla pena di 18 anni, di più, quando nel 2006 si avvicinava la fine della pena, mi aprirono un nuovo processo condannandomi alla pena massima di 25 anni. Allo stesso modo, quando già stava per terminare questa pena (imposta illegalmente) dal 2013 mi sono stati aperti nuovi processi con rispettivi mandati di arresto preventivo, che ad oggi sono tre. In sintesi ho 3 processi aperti con l’unico e chiaro obiettivo di impedirmi la libertà, diritto fondamentale di cui ho diritto. Io sono già riabilitata perché avendo scontato la pena di 25 anni, sono in condizione di reinserirmi nella società.

20 aprile 2018

Resumen Latinoamericano

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Perú. Tras 30 años de cárcel común, Osmán Morote y Margot Liendo fueron trasladados para continuar con arresto domiciliario” pubblicato il 20-04-2018 in Resumen Latinoamericanosu [http://www.resumenlatinoamericano.org/2018/04/20/peru-tras-30-anos-de-carcel-comun-osman-morote-y-margot-liendo-fueron-trasladados-para-continuar-con-arresto-domiciliario-las-resistencias-en-los-poderes-del-estado-y-el-reclamo-por-su-libertad-efe/] ultimo accesso 28-04-2018.

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