Il rettore, violando l’autonomia universitaria, aveva autorizzato l’intervento poliziesco a seguito dell’occupazione della Città Universitaria da parte degli studenti che protestano per la cattiva impostazione degli Studi Generali.

Lo scorso venerdì mattina, decine di agenti della Polizia Nazionale sono entrati nell’Università San Marcos per mettere fine all’occupazione della Città Universitaria, che era stata iniziata dagli studenti giovedì. Il rettore aveva autorizzato l’intervento poliziesco.

Con blindati, moto e a piedi, gli agenti sono simultaneamente entrati dalle varie porte di questo istituto di studi superiori e in pochi minuti hanno preso il controllo delle varie facoltà alla ricerca di coloro che guidano l’occupazione.

Dopo essersi resi conto dell’imminente ingresso della polizia, gli studenti che bloccavano le porte sono fuggiti in vari punti.

La forza del blindato, dietro il quale c’erano decine di poliziotti antisommossa, è riuscita ad aprire il cancello di ferro del viale Universitario. Lì si trovavano copertoni, cartelle, sedie e altri oggetti che ostacolavano l’entrata.

Nell’intervento, la Polizia ha arrestato almeno 13 studenti, secondo la Federazione Universitaria, che ha deplorato l’intervento con una schietta dichiarazione nella sua pagina di Facebook.

Gli studenti chiedono che gli Studi Generali siano applicati in modo idoneo, denunciano l’assenza di professori, la mancanza di infrastrutture e il sovrapporsi di orari, fatto che impedisce che ci siano le lezioni per i nuovi alunni.

I dirigenti che hanno promosso la protesta sostengono di non essere contro gli studi generali, riconoscendo la loro importanza per il loro valore umanista, ma che il problema è la mancanza di serietà nel pianificare l’insegnamento da parte delle attuali autorità della “Decana d’America”, che questa settimana ha, paradossalmente, ricevuto l’accreditamento da parte della Sunedu (Sovrintendenza Nazionale dell’Educazione Superiore Universitaria).

6 aprile 2018

Resumen Latinoamericano