Redazione Desinformémonos

Città del Messico/ Milagro Sala, attivista sociale indigena in Argentina, è stata nuovamente trasferita nel carcere della provincia di Jujuy dopo che le autorità le hanno revocato il beneficio della prigione domiciliaria, di cui ha goduto solo per 44 giorni, fatto che è stato giudicato dai suoi avvocati come “una assoluta illegalità” e “un sequestro”.

Il trasferimento in prigione è stato ordinato dal giudice Pablo Pullen Llermanos, che indaga la Sala nelle cause per tentativo di omicidio e lesioni gravissime, così come per frode allo stato, estorsione e associazione a delinquere. Il trasferimento è avvenuto alle ore 7.00 di questo sabato.

Pedro Raúl Noro, marito della Sala, ha raccontato che “se la sono portata via in pigiama e scalza” per riportarla nell’Unità 3 del Servizio Penitenziario di Alto Comedero, a San Salvador de Jujuy.

Secondo il capo delle Comunicazioni del Potere Giudiziario di Jujuy, Pablo Ponce, Pullen Llermanos ha ordinato il ritorno della Sala perché si è rifiutata di effettuare alcune analisi in un ospedale, ma che “non ha nulla a che vedere con la revoca che ha fatto la Camera d’Appello”.

“Avendo ostacolato e non adempiuto a quel trasferimento, il giudice ha deciso di lasciare senza effetti quella sentenza”, ha dichiarato Ponce.

Milagro Sala è la dirigente della Organizzazione di Quartiere Tupac Amaru ed è stata arrestata nel 2016 durante una protesta contro il governo di Gerardo Morales, a Jujuy. Aveva ottenuto il beneficio della prigione domiciliaria 34 giorni dopo che la Commissione Interamericana dei Diritti Umani l’aveva sollecitata allo stato argentino.

“A partire da quel momento il giudice Pullen Llermanos ha perso la giurisdizione sul provvedimento relativo alle misure cautelari disposte dalla Commissione Interamericana dei Diritti Umani”, ha dichiarato l’avvocata della dirigente, Elizabeth Gómez Alcorta, di fronte alla decisioni di riportarla in prigione.

14 ottobre 2017

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