Alla conclusione della manifestazione per Santiago Maldonado la Sicurezza della Nazione ha montato il “set” della repressione


Buenos Aires, Argentina/ La repressione con proiettili di gomma, camion con idranti, gas al peperoncino, l’arresto di giornalisti di media alternativi e le telecamere dei media egemonici della comunicazione è stato il finale di una manifestazione pacifica, di massa per chiedere la riapparizione del giovane Santiago Maldonado. “Il montaggio di un set” secondo dei testimoni.

Più di 250 mila persone hanno riempito Plaza de Mayo e le sue vicinanze per chiedere dove fosse Santiago Maldonado. Quando la maggioranza delle migliaia di manifestanti si era ritirata, la polizia ha inseguito e arrestato vari giovani che erano rimasti nella zona. Ci sono stati i camion con gli idranti, proiettili di gomma, bastonate, inseguimenti e gas al peperoncino. Alle 11.00 di notte c’erano già 23 arresti confermati, distribuiti tra i commissariati dei municipi 15, 12 e 30. Molti potrebbero essere in isolamento fino a lunedì, perché la giustizia gli ha imputato la “resistenza all’autorità”.

Il Sindacato della Stampa di Buenos Aires ha confermato che ci sono almeno tre giornalisti arrestati: Daniel Lara, dell’ARGRA, e Juan Pablo Mourenza e Ezequiel Hugo Medone della Rete Nazionale dei Media Alternativi (RNMA). Altre fonti parlano di altri quattro comunicatori, tutti appartenenti a media alternativi.

La repressione è cominciata verso le nove della notte. Era rimasta molta poca gente a Plaza de Mayo. Gli organizzatori stavano già smontando il palco quando la polizia ha incominciato a inseguire e a sparare proiettili di gomma contro i giovani che rimanevano nella zona.

Gli inseguimenti sono incominciati nell’Avenida de Mayo. La polizia è avanzata con un carro idrante, uno squadrone di moto, la fanteria e decine di poliziotti in borghese che facevano arresti selettivi. Gli uomini in borghese sceglievano qualcuno, lo bloccavano, in molti lo sollevavano per aria e lo portavano via. D’altra parte, i giovani hanno cercato di bloccare l’avanzata danno fuoco a secchi della spazzatura. I giornalisti che coprivano gli arresti hanno subito varie botte da parte della polizia. Uno di loro, dal cordone della fanteria, li ha irrorati di gas al peperoncino.

Tra le immagini della repressione diffuse c’è un video dove si ascolta un poliziotto dire “sono ancora vivi” mentre bloccava due giovani gettati a terra.

Christian Chapi, testimone dei fatti ha scritto nel sua pagina Facebook: “Il corteo era terminato, se ne erano andati via quasi tutti, tutta era super tranquillo. Ci incontravamo con gli amici, stavamo parlando un poco, ho avuto perfino il tempo di andare al Farmacity di Plaza de Mayo a comprare e tornare. Siamo andati a bere un caffè al London, un’ora dopo è stato montato un set televisivo esterno, sono apparsi un centinaio di poliziotti, telecamere della Tv, funzionari accompagnati da microfoni e giornalisti che trasmettevano dal “luogo dei fatti”. Sono apparsi “gli incidenti”, i gas, la repressione, gli spari e gli arresti. Un secchio della spazzatura dato alle fiamme in mezzo alla scena che ha richiesto l’intervento dei pompieri con il loro rispettivo camion, sirena, fischio e la stessa solfa. I camerieri del London correvano per salvare le sedie del marciapiede che erano destinate a trasformarsi in proiettili e scudi contro la repressione che ha una sua sceneggiatura ed è massiccia. Gente anziana e famiglie con bebè correvano per non rimanere implicati. La gente che era nel bar (molto pubblico habitué che non potremmo catalogare come “progressista”) ha incominciato a gridare e tossire. Tutti gridavano alla polizia, che ha dimostrato con il suo comportamento di essere capace di attaccare la popolazione allo scopo di mettere su uno spettacolo per il prime time televisivo. È stato ovvio, è stato davanti a noi, non gli è importato che li filmassimo, hanno una totale impunità. Sicuramente domani incolperanno i partiti di sinistra (che se ne erano andati due ore prima che cominciasse lo spettacolo). Abbiamo sempre saputo che era possibile mettere su queste cose, ma abbiamo finito di vederlo con i nostri stessi occhi”.

Il premiato fotografo di Página 12, Pablo Ernesto Piovano, ha scritto nella sua pagina: “un picnic premeditato per la corporazione mediatica e per la politica di stato che farà il proprio lavoro con abituale cinismo e schiuma alla bocca. La notte è finita con vari compagni giornalisti feriti e arrestati”.

La pagina web Emergentes, con lo scopo di riportare i fatti, visitare i commissariati e dare la lista delle persone detenute, ha dichiarato: “L’alleanza tra la Polizia della Città e i media egemonici hanno un volta di più forzato la conclusione di una giornata di manifestazione popolare pacifica, trasformandola in repressione con proiettili di gomma, camion idranti e arresti arbitrari.

La risposta che stanno dando alla nostra protesta, al nostro rifiuto e alla rivendicazione, è più chiara che mai: la repressone, più repressione. Sangue, tagli e odio.

Già sappiamo quello che succederà domani mattina. Quali saranno le copertine del Clarín, La Nación e compagnia, le risposte fasciste che verranno dal governo.

La battaglia dovrà continuare e con la nostra bandiera del giorno continueremo sul piede della lotta. Con amore, desiderio, convinzione e politicizzazione. Dove sta Santiago Maldonando? Dove stanno i nostri diritti? Dove sta la nostra libertà di espressione?

Con informazioni da Cosecha Roja, Emergentes, Pablo Ernesto Piovano e Christian Chapi.

2 settembre 2017

Desinformémonos

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Redacción DesinformémonosLa Seguridad de la Nación montó el “set” de la represión al concluir concentración por Santiago Maldonado” pubblicato il 02-09-2017 in Rebeliónsu [https://desinformemonos.org/la-seguridad-la-nacion-monto-set-la-represion-al-concluir-concentracion-santiago-maldonado/] ultimo accesso 04-09-2017.

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