In Paraguay la terra è la pace dei contadini


Raúl Zibechi

“Senza terra no ci sarà pace”, è stato il motto della 24ª Marcia Contadina che il 29 marzo ha occupato Asunción, in una nuova e massiva mobilitazione di cui è stata protagonista la Federazione Nazionale Contadina (FNC), che in questa occasione ha contato sull’appoggio attivo degli studenti, mobilitati contro la corruzione, e degli abitanti dei Bañados, che resistono agli sgomberi e alla speculazione immobiliare.

Mentre i contadini si concentravano nei capoluoghi dipartimentali, la destra e la sinistra erano protagonisti di una vergognosa lotta per approvare la rielezione modificando la Costituzione, che si è risolta con il parziale incendio del parlamento, decine di arresti e un militante liberale ucciso dalla polizia. Una lotta tra l’attuale presidente del partito neoliberale colorado, Horacio Cartes, e l’oppositore Partito Liberale, nella quale è stato coinvolto il “progressista” Fronte Guasú che propone Fernando Lugo alla presidenza.

Il Fronte Guasú appoggia la rielezione per rendere possibile che Lugo, che le inchieste danno come vincitore, possa presentarsi alle elezioni del 2018. L’altro settore della sinistra, Avanza País, vuole proporre alla presidenza l’attuale sindaco di Asunción, Mario Ferreriro, e accusa come “traditori” il Fronte Guasú per aver fatto un’alleanza con i neoliberali e con il corrotto presidente Cartes.

Di fronte a questa realtà, la FNC ha preso le distanze da questa fondamentale offerta per ottenere un posto nello stato paraguayano, uno dei più corrotti del continente. Per evitare che la loro marcia fosse strumentalizzata da alcuni settori, la segreteria generale della FNC, Teodolida Villalba, ha manifestato il suo rifiuto alla partecipazione elettorale.

“L’elettoralismo è dannoso, perché la partecipazione consiste solo nel votarli e per cinque anni non puoi neanche pensare”, ha detto durante la marcia, affermando che la partecipazione reale avviene quando il popolo organizzato pensa e dibatte. “Come organizzazione non ci prestiamo a questo, perché veniamo dal nostro stesso sacrificio, autofinanziando e intorno all’obiettivo di denunciare le ingiustizie che viviamo nel campo”.

La FNC si definisce autonoma e considera la classe contadina organizzata come “soggetto politico capace di guidare la propria emancipazione”. Come parte delle sue pratiche autonome, “l’autofinanziamento” è la guida di tutte le sue azioni e mobilitazioni, come si può leggere nella sua pagina fnc.org.py/, fatto che li differenzia dalle organizzazioni clientelari che per mobilitarsi dipendono dai fondi dello stato e delle ONG.

La FNC sorse nel 1991 raccogliendo la ricca storia delle Leghe Contadine che furono duramente represse dalla dittatura di Alfredo Stroessner nel decennio del 1970. In questi 26 anni hanno effettuato ad Asuncnión 24 marce, ma soprattutto hanno recuperato quasi 300 mila ettari a seguito dell’occupazione dei latifondi. In queste terre recuperate hanno creato 40 insediamenti dove migliaia di famiglie contadine producono i propri alimenti naturali e riproducono la vita.

La FNC mette in risalto nella lotta contadina il ruolo delle donne, che consiste nel “promuovere e nel dare impulso alla partecipazione politica delle compagne da tutte le strutture organizzative, estendendo la lotta contro il maschilismo, attraverso l’approfondimento del dibattito, alle altre organizzazioni”. Questo spiega perché è una delle poche organizzazioni dove una donna, Teodolida Villalba, è la segretaria generale.

“Tanto nelle marce contadine come nelle mobilitazioni, le donne sono cresciute in protagonismo, passando ad occupare responsabilità che prima erano esclusive degli uomini, come la sicurezza e la direzione politica. In questo processo, anche gli uomini sono andati assumendo responsabilità nella cucina e nella vigilanza”, segnalano i loro documenti. Teodolida sostiene che le donne hanno giocato un ruolo strategico nella costruzione dell’organizzazione contadina.

Quest’anno hanno continuato a protestare per la riforma agraria, rifiutando la soizzazione del campo con grandi piantagioni che sovrautilizzano prodotti chimici come il glifosato, responsabile di centinaia di casi di intossicazioni, e denunciano la violenza dello stato e dei latifondisti contro i contadini.

Hanno aggiunto una parola d’ordine che mostra la profondità della loro riflessione e della loro lotta: “La Grande Guerra continua!”. Così si chiama in Paraguay la Guerra della Triplice Alleanza (1864-1870), quando Argentina, Brasile ed Uruguay spinti dall’impero britannico, invasero il paese e assassinarono centinaia di migliaia di paraguaiani per mettere fine al governo “non allineato” di Francisco Solano López. Il Paraguay subì un disastro demografico: perse più della metà della sua popolazione e probabilmente il 90% dei suoi uomini, oltre a subire l’amputazione di una parte del proprio territorio.

Quando la FNC dice che la Grande Guerra continua, ci sta parlando con il medesimo linguaggio dell’EZLN quando analizza che viviamo la “quarta guerra mondiale”, ossia la guerra del capitale contro i popoli. In Paraguay questa guerra si chiama monocolture di soia, che occupano una parte fondamentale delle terre agricole del paese che sono usurpate ai contadini, ma anche degli allevatori e dei narcotrafficanti, alleati tra di loro contro la resistenza contadina.

Da ultimo, bisogna mettere in risalto che la FNC è una delle poche organizzazioni che non si è piegata al governo “progressista” di Lugo (2008-2012) e che ha mantenuto la propria autonomia. Questo le ha permesso di emergere come la principale e più combattiva organizzazione del movimento popolare paraguayano.

10 aprile 2017

Desinformémonos

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Raúl ZibechiLa tierra es la paz de los campesinos en Paraguay” pubblicato il 10-04-2017 in Rebeliónsu [https://desinformemonos.org/la-tierra-la-paz-los-campesinos-paraguay/] ultimo accesso 09-05-2017.

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