Intervista a João Pedro Stedile.
“Se la riforma della Previdenza fosse giusta, dovrebbe valere anche per i politici”, afferma Stedile che parla degli impatti dei cambiamenti delle pensioni, in particolare per i lavoratori rurali.
Cambiare l’età minima e il periodo di contribuzione per ricevere la pensione. Questi sono alcuni dei punti della riforma della previdenza promossa dal governo Temer. Questa misura suscita polemica perché incide nella vita dei lavoratori urbani e rurali, in particolare sui lavoratori rurali ed è quindi molto criticata dai movimenti popolari e dalle centrali sindacali. Per comprendere meglio questi aspetti Vívian Fernandes ha intervistato João Pedro Stedile, della direzione nazionale del MST.
Brasil de Fato: Che pensa del cambiamento dell’età minima per le pensioni previsto dalla riforma della previdenza? Fino ad oggi esistevano differenze di età per la pensione tra uomini e donne, lavoratori urbani e rurali, con la riforma Temer, per tutti l’età minima per il pensionamento sarà 65 anni. Come inciderà questo sulla vita dei lavoratori agricoli?
João Pedro Stedile: Questa riforma del governo Temer è illegittima. Questo governo non ha nessuna dignità morale per proporre una riforma della Previdenza, che è stata una conquista dei lavoratori brasiliani con la Costituente del 1988 e spero che questi cambiamenti non siano sostenuti nemmeno dai deputati e dai partiti conservatori che hanno appoggiato il golpe, talmente è infame. In realtà rappresenta una crudeltà contro tutti i lavoratori perché sottrae al soggetto il diritto di andare in pensione.
La legge attuale è stata una conquista frutto di molti anni di lotta e garantisce la pensione alle donne di 55 anni nelle campagne perché, tanto le donne che gli uomini, in campagna cominciano a lavorare a 8 o 10 anni, ma anche se cominciassero a 14, a 55 avrebbero già lavorato 40 anni.
In secondo luogo, il lavoro in agricoltura è il secondo lavoro nella storia dell’umanità per quantità di esercizio fisico e sacrificio. E’ secondo solo al lavoro nelle miniere. Il contadino prende il sole, la pioggia, è alle mercé di tutte le condizioni climatiche e questo incide molto sulla sua salute. Per questo continueremo a lottare per le pensioni a 60 anni per gli uomini e 55 per le donne.
E’ assurdo pretendere che da qui in avanti le persone lavorino fino a 65 anni, vuol dire 50 anni di lavoro, è vergognoso. La cosa più ridicola è che la maggior parte di questi senatori e ministri sono già andati in pensione a una media di 48,53 anni e con pensioni al di sopra dei 10.000 reais. Se questa proposta della riforma della previdenza fosse giusta, nel primo articolo dovrebbe esserci scritto: “Tutti i politici, da ora in poi, saranno soggetti a queste stesse regole”.
Quali sono gli altri cambiamenti prodotti da questa riforma della previdenza che inciderebbero sulla vita di tutti i lavoratori, ossia perché dovremmo essere contrari a questa riforma?
Il secondo motivo grave è il fatto che la riforma svincola i benefici della previdenza dal salario minimo. Durante i governi di Lula e Dilma, il salario minimo è praticamente triplicato. Quindi oggi, una persona che riceve la pensione o l’aiuto-maternità, riceve 990 reais. Con la riforma della Previdenza stanno dicendo: il salario minimo non è più il riferimento per ottenere questi benefici (aiuto maternità, aiuto malattia e pensione). E chi fisserà l’ammontare di questi benefici sarà il ministro dell’Economia, un burocrate che non è stato eletto da nessuno e che, seduto sul suo scranno, fa i conti e dice: “Quest’anno l’aiuto della Previdenza sarà di 500 reais”. Noi non possiamo accettare che questo tipo di “aiuti” siano svincolati dal salario minimo perché il salario minimo, come dice la legge a partire di tempi di Getúlio Vargas, e come dice la stessa espressione che lo definisce, è quel minimo che ciascuna persona dovrebbe ricevere per poter accedere alle condizioni basilari di sopravvivenza nella nostra società.
E’ per questo che noi diciamo che questa riforma della Previdenza colpisce ingiustamente i più poveri, le persone più miserabili che ricevono la pensione di vecchiaia dopo i 70 anni, la madre contadina che fa un figlio e non può andare nel campo, il non autosufficiente che riceveva un aiuto, mentre ora taglieranno tutto questo.
Ma questi soldi sono del popolo brasiliano e noi di comune accordo, durante la Costituente, abbiamo detto: Prima di tutto dobbiamo fare in modo che gli anziani, i non autosufficienti, le persone che hanno qualche disabilità, le madri abbiano la garanzia di un contributo che garantisca loro la possibilità di una vita onesta, che dia loro quel minimo di sicurezza perché le persone possano vivere tranquille e non soffrano la fame.
Quindi è per questo che siamo contrari. Noi ci impegneremo a smontare questa riforma della Previdenza e se possibile anche il governo.
Altro tema della politica nazionale è la Riforma Agraria, che è la principale bandiera del MST. Ci può spiegare la situazione della Riforma Agraria con questo governo e quel che propone il MST?
Da che i golpisti sono arrivati al potere hanno subito eliminato il Ministero della Riforma Agraria. In secondo luogo, non c’è stato nessun esproprio di terre, in linea con la legge che dice: “Devono essere espropriate tutte le grandi proprietà improduttive”; pertanto proprietà superiori ai 1500 ettari, mal utilizzate.
Quindi, nessun proprietario che possieda meno di 1500 ettari sarebbe colpito e nessuno di loro può dire che non si arricchirà se lavorerà 1000, 1200 ettari di terra. La nostra legge di Riforma Agraria è molto generosa con i fazendeiros. Ma neanche quel poco che si potrebbe realizzare viene messo in pratica.
Il governo ha tagliato anche altre politiche pubbliche che aiutavano i contadini al tempo di Lula e Dilma, come per esempio il Programma di Assistenza Tecnica che pagava gli agronomi perché fornissero assistenza tecnica, appunto; il programma di acquisto di alimenti, che venivano poi dati alle scuole, alle caserme, agli ospedali ecc. chiamato PAA.
Oggi, i contadini, sia con terra che senza, sono praticamente alla deriva perché il governo golpista, dominato dai grandi proprietari, li ha semplicemente abbandonati. E ora sta minacciando una misura ancora più pericolosa: Il governo vuole emettere una Misura Provvisoria, nei prossimi giorni, che autorizzi la vendita delle nostre terre al capitale straniero, cosa oggi proibita.
Secondo la Costituzione, un capitalista straniero può comprare fino a 1500 ettari e il provvedimento deve passare per il Congresso e per l’Incra. Ora il governo dice che gli stranieri “potranno comprare fino a 200.000 ettari”. Per darvi un’idea, la città di São Paulo ne possiede 100 mila! E’ come se una multinazionale venisse qui e potesse comprare tutta la città di São Paulo tanto per dare un’idea delle dimensioni di cui stiamo parlando.
Questa proposta è talmente assurda che anche le Forze Armate, attraverso il Ministero dell’Esercito, si sono già dette contrarie, perché una delle funzioni costituzionali dell’Esercito è proteggere la sovranità nazionale del nostro territorio.
Cosa stanno organizzando movimenti popolari e il MST come azioni di lotta? Come possono partecipare le persone che non fanno parte di questi movimenti ?
Se il popolo non si mobiliterà, non manifesterà, non protesterà, non difenderà i suoi diritti, questo governo con ci rispetterà.
Quindi il MST, come gli altri movimenti contadini, partecipa a una coalizione che raccoglie più di 80 movimenti popolari del Brasile, pastorali delle chiese cattolica, luterana, metodista. La coalizione si chiama Frente Brasil Popular. Una volta al mese ci incontriamo per decidere cosa fare per difendere i nostri diritti.
Nel nostro calendario di lotte, il 15 marzo i professori e le professoresse hanno stabilito l’inizio di uno sciopero generale a difesa dell’educazione e contro la riforma della previdenza.
Il caso dei professori è grave. Immaginate una professoressa di 65 anni, che fa lezione, sopportando i nostri figli, è dura! In tutti i paesi i professori dovrebbero essere valorizzati perché svolgono un ruolo importante: 25 anni di lavoro mi sembrano sufficienti!*
Da oggi in poi saremo nelle strade, appoggeremo lo sciopero dei professori, occuperemo municipi e scuole per protestare contro questo governo. E non ci possiamo fermare fino alla caduta di Temer. Temer non è stato eletto da nessuno e hanno rovesciato il governo di Dilma che non aveva commesso nessun crimine. Lottiamo compagni perché non vince chi non lotta!
* Si deve tener conto del fatto che gli insegnanti brasiliani lavorano 40 ore alla settimana, con classi numerosissime (40 alunni) e per più di un turno al giorno.
11 marzo 2017
Brasil de Fato / São Paulo (SP)
tratto e tradotto da Amig@s MST – Italia
Traduzione di Amig@s MST – Italia: |
Vívian Fernandes, “15 marzo 2017 – Giornata di mobilitazione contro la riforma della previdenza” pubblicato il 11-03-2017 in Amig@s MST – Italia, su [http://www.comitatomst.it/node/1171] ultimo accesso 12-04-2017. |