La presidenza del Consiglio Permanente dell’OEA spetta dal 1° aprile alla Bolivia, per un periodo di tre mesi. La vicepresidenza ad Haiti. Nonostante ciò, l’ossessione di aggredire il Venezuela ha obbligato il Segretario Generale, Luis Almagro, a obbedire alle istruzioni degli Stati Uniti di convocare una riunione del Consiglio Permanente per lunedì 3 aprile con lo scopo di discutere di nuovo “la situazione del Venezuela”. La richiesta degli Stati Uniti è stata assecondata da Argentina, Brasile, Messico, Colombia, Perù, Canada, Honduras, Paraguay, Cile, Panama e Costa Rica.
L’obiettivo era nuovamente di giudicare e condannare il Venezuela senza il suo consenso, violando tanto la sua sovranità come il principio di non ingerenza negli affari interni dei paesi membri, principi esplicitamente contemplati nella carta dell’organizzazione.
Coscienti che l’ambasciatore della Bolivia, Diego Pary, non si sarebbe prestato al linciaggio del Venezuela, il segretario generale, Luis Almagro, ha convocato la riunione del Consiglio Permanente senza consultare né informare il presidente di questo Consiglio Permanente, l’ambasciatore della Bolivia. Hanno utilizzato l’ambasciatore dell’Honduras, Leonidas Rosa Bautista, come “presidente alternativo, essendo il membro più anziano”. Secondo il segretario degli affari giuridici dell’OEA, Jean Michel Arrighi, la riunione sarebbe stata effettuata in queste condizioni “per l’assenza del presidente del Consiglio Permanente, il rappresentante della Bolivia, e del vicepresidente Jean-Victor Harvel, ambasciatore di Haiti”. La riunione è iniziata alla presenza dei 12 paesi segnalati.
La prima a prendere la parola è stata la cancelliera dell’Argentina, Susana Malcorra, che ha fatto riferimento alla “rottura dell’ordine democratico in Venezuela”. Ha espresso la disposizione dell’OEA ad “accompagnare il Venezuela nella restituzione dell’autonomia istituzionale e nella liberazione dei prigionieri politici”.
“La difesa della democrazia non implica un’ingerenza negli affari interni di uno stato, giacché sono principi universali. Come sarebbe possibile difendere i popoli sottomessi a dittature o a brutali violazioni dei diritti umani?”, ha dichiarato la Malcorra con una inusitata ipocrisia.
Mentre la diplomatica argentina stava parlando, si è presentato l’ambasciatore della Bolivia, Diego Pary, che l’ha interrotta per denunciare che si stava consumando “un golpe istituzionale” nell’OEA per l’usurpazione da parte dell’Honduras della presidenza del Consiglio Permanente.
“La Bolivia lamenta che un paese amico abbia assunto in modo golpista la presidenza”, ha detto, mettendo in evidenza che non poteva permettere che il suo diritto a presiedere il Consiglio Permanente fosse usurpato. “Ciò che è stato fatto è ledere tutti i principi dell’istituzione. Oggi, ciò che si sta facendo è un golpe istituzionale nell’OEA”. Pary ha aggiunto che non è stata riconosciuta anche la carica che occupa il rappresentante di Haiti, in questo momento vicepresidente del Consiglio Permanente. “Questa convocazione è illegale. Ciò che è stato fatto è un golpe istituzionale”, ha sottolineato.
L’ambasciatore del Venezuela, Samuel Moncada, ha sostenuto gli argomenti della Bolivia sull’illegalità della sessione straordinaria. “Nell’OEA stanno facendo un colpo di stato. È una scortesia quella che è stata fatta alla Bolivia, ad Haiti e al Venezuela”, ha detto Moncada. Ha anche rifiutato che la cancelliera Malcorra si intromettesse negli affari interni del Venezuela senza la sua autorizzazione.
Denis Ronaldo Moncada, rappresentante del Nicaragua, ha ribadito che la Bolivia era il presidente del Consiglio Permanente e che nell’OEA si stava facendo un “colpo di stato istituzionale”.
“Questa sessione è stata fatta senza il nostro consenso, è stata fatta violando le procedure in una riunione dove è stato fatto un colpo di stato all’ambasciatore presidente del Consiglio Permanente (Bolivia). Si sta ingannando l’opinione pubblica mondiale. Questo non ha nessun valore e voglio che il mondo lo sappia”. Così l’ambasciatore permanente del Venezuela di fronte all’Organizzazione degli Stati Americani (OEA), Samuel Moncada, ha denunciato prima di abbandonare la sessione.
La rappresentanza diplomatica della Bolivia ha definito un golpe istituzionale il fatto contro il suo ambasciatore nell’OEA, e la vicepresidenza che ha assunto Haiti, denunciando l’aperto non riconoscimento perpetrato da un gruppo di paesi appoggiati da Almagro.
Il segretario generale dell’OEA, Luis Almagro, sotto la direzione degli Stati Uniti e con il sostegno di governi di destra della regione, dal suo arrivo all’incarico guida un attacco contro il Venezuela con lo scopo di applicare la Carta Democratica Interamericana, passo previo all’imposizione di sanzioni e all’intervento in questo paese.
In molteplici occasioni il Venezuela ha denunciato l’ingerenza di Almagro, che obbedisce agli ordini degli Stati Uniti con l’appoggio complice e sottomesso di vari governi di destra della regione.
L’illegittima riunione del Consiglio Permanente dell’OEA è terminata senza permettere il voto della maggioranza dei suoi membri e con un infame comunicato:
CP/RES. 1078 (2108/17)
Risoluzione sui recenti avvenimenti in Venezuela
Approvata dal Consiglio Permanente nella sessione realizzata il 3 aprile 2017
IL CONSIGLIO PERMANENTE DELL’ORGANIZZAZIONE DEGLI STATI AMERICANI,
RIBADENDO i principi e ricordando i meccanismi stabiliti nella Carta dell’Organizzazione degli Stati Americani e nella Carta Democratica Interamericana per il rafforzamento e la preservazione delle istituzioni democratiche negli Stati Membri,
RIAFFERMANDO che la promozione e protezione dei diritti umani e le libertà fondamentali è condizione fondamentale per l’esistenza di una società democratica,
RIAFFERMANDO nello stesso tempo che la separazione e l’indipendenza dei pubblici poteri è uno degli elementi essenziali della democrazia rappresentativa,
ESPRIMENDO la propria profonda preoccupazione per l’alterazione incostituzionale dell’ordine democratico nella Repubblica Bolivariana del Venezuela e il nostro quotidiano sostegno al dialogo e al negoziato per dar luogo ad una pacifica restaurazione dell’ordine democratico,
DICHIARA che:
1. Le decisioni del Tribunale Supremo del Venezuela di sospendere i poteri dell’Assemblea Nazionale e di attribuirli a sé stesso sono incompatibili con la pratica democratica e costituiscono una violazione dell’ordine costituzionale della Repubblica Bolivariana del Venezuela. Nonostante la recente revisione di alcuni elementi di dette decisioni, è essenziale che il Governo del Venezuela assicuri la piena restaurazione dell’ordine democratico.
RISOLVE:
1. Di chiedere al Governo del Venezuela di agire per garantire la separazione e l’indipendenza dei poteri costituzionali e di restaurare la piena autorità dell’Assemblea Nazionale.
2. Di essere disposto ad appoggiare le misure che permettano il ritorno all’ordine democratico attraverso l’effettivo esercizio della democrazia e dello stato di diritto nell’ambito costituzionale del Venezuela.
3. Di continuare ad occuparsi della situazione in Venezuela e di intraprendere, nella misura in cui sia necessaria, delle azioni diplomatiche addizionali per favorire la normalizzazione delle istituzioni democratiche, di conformità con la Carta dell’Organizzazione degli Stati Americani e con la Carta Democratica Interamericana, includendo la convocazione di una riunione a livello ministeriale.
06-04-2017
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Julio Centeno, “Golpe de Estado en la OEA” pubblicato il 06-04-2017 in Rebelión, su [http://www.rebelion.org/noticia.php?id=224978] ultimo accesso 10-04-2017. |