Durante l’alba di oggi mercoledì, manifestanti hanno incendiato delle barricate nella strada 150, tra Tomé e Lirgquén, davanti al liceo Ríos de Chile. I manifestanti hanno appeso un telo a sostegno dei prigionieri politici mapuche del cosiddetto “Caso Cuyinpalihue” arrestati nell’agosto del 2016.

Furono 8 le persone che furono arrestate dopo un’operazione di polizia effettuata nell’agosto del 2016 nel comune di Cañete. I detenuti sono accusati di aver incendiato dei macchinari forestali in un terreno che le comunità mapuche hanno dichiarato appartenergli, denunciando che la Forestal Arauco usurpa il territorio. Il telo trovato sul luogo dei fatti diceva “Migliori condizioni per i prigionieri politici di Lebu. Questa non è una montatura, è resistenza e sabotaggio. Marrichiweo (dieci volte vinceremo)”.

All’operazione di polizia che terminò con 8 detenuti -Juan Meñaco, Juan Acricio Chule (Comunità Caupolicán), César Millanao (Comunità Wechun), Miguel Llanquileo (Comunità Juan Nahuelhaul), Dionisio Quiñilén (Choque) e Rodrigo Melimán (Ponotro), oltre a Nicolás Railaf (incarcerato a Temuco) e Roberto Paillán, minore d’età con gli arresti domiciliari a Nueva Imperial- partecipò il discusso ufficiale dell’intelligence Leonardo Osses, che è stato accusato di essere il responsabile di molti arresti e procedimenti che sono finiti con comuneri mapuche denunciati per il delitto di porto di munizioni.

Questo ufficiale dell’intelligence ha tra i suoi precedenti quello di essere stato processato dalla Procura Militare per il delitto di “infedeltà nella custodia di documenti”, poiché Osses ordinò di bruciare un libro di guardia dell’unità di polizia nel quale era stato registrato che lui abitualmente portava via la sua arma di servizio, un’arma 9 millimetri semiautomatica con 15 proiettili, che gli era stata assegnata e che successivamente dichiarò come smarrita.

Il blocco della strada è finito senza arresti.

15 marzo 2017

Resumen.cl / Resumen Latinoamericano